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La guerriglia attacca Israele Il ritiro non sarà completo? La guerriglia attacca Israele Il ritiro non sarà completo? NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Ancora tre attacchi nelle ultime 24 ore contro le forze dello Stato ebraico in Sud Libano: uno con razzi Katiuscia, nell'area di Tiro, un secondo con armi automatiche nella zona di Nabatieh e 11 terzo — diretto contro la milizia filoisraeliana del generale Lahat — nel settore di Rash-Baide. Fonti libanesi affermano che negli scontri due soldati di Beirut e tre combattenti dell'Amai sciita sono stati uccisi. L'esercito di Gerusalemme, malgrado la controffensiva guerrigliero, non ha comunque rinunciato alle operazioni di rastrellamento presso Tiro, ■ Si avvia cosi a conclusione una settimana di scontri in cui sono già caduti 14 soldati israeliani e 34 miliziani sciiti, reinnescando drammaticamente le discussioni sull'opportunità o meno di accelerare il ritiro Anche il dibattito che ha avuto luogo alla Keneseth, in cui sono state presentate ben 10 mozioni sull'argomento, ha mostrato le due facce dell'attuale politica d'Israele: quella che sostiene la necessità del ritiro a ogni costo, e in tempi brevi, e quella (appoggiata dagli ex ministri della Difesa Arens e Sharon e dal prof. Neeman, esponente del movimento Tehyà) favorevole a creare una fascia di sicurezza oltre il confine per la salvaguardia della Galilea. Sebbene la maggioranza dei parlamentari, compresi quelli del partiti religiosi, vedano oggi con favore un ritiro sollecito sulla frontiera internazionale per por fine alle perdite e alla dispersione delle forze, il ministro della Difesa Rabin e il capo di Stato maggiore dell'esercito, gen. Moshe Levy, si rifiutano di affrettare lo sgombero, anche per non dargli un carattere disordinato, sotto la pressione delle milizie sciite e del loro alleati. Da registrare, infine, una secca smentita alle accuse siriane secondo cui Israele avrebbe incoraggiato la rivolta del comandante Samlr Geagea contro Gemayel. Giorgio Romano