L'antiquario smentisce le accuse del «pentito» di Claudio Giacchino

L'antiquario smentisce le accuse del «pentito» L'antiquario smentisce le accuse del «pentito» Sulla presunta corruzione del dott. Tribisonna - Interrogato in carcere dai tre giudici milanesi Il pentito della mafia l'ha diffamato, Inventando tutto? Per Antonio Tribisonna, giudice a latore del processo delle tangenti, accusato di aver venduto la libertà provvisoria ad un pesce piccolo della delinquenza organizzata, sta arrivando l'ora della verità. Oli Inquirenti di Milano, ai quali è affidata la delicata inchiesta, ieri erano di nuovo a Torino. Accompagnati da carabinieri, hanno trascorso la mattinata a Palazzo di giustizia, nel pomeriggio hanno compiuto alcuni interrogatori: per la seconda volta nel giro di pochi giorni sono tornati alle Nuove per sentire Pasquale Pilla, l'antiquario di via Artisti 19 detenuto per ricettazione e indicato da un pentito (Giuseppe Muzio soprannominato Pepplno 'o banditu) come il corruttore di Tribisonna. I magistrati hanno ascoltato anche altri reclusi; impossibile però sapere chi e per quale motivo, 11 massimo riserbo circonda le indagini. La «missione» dei tre sostituti procuratori generali Ovllio Urblscl, Ugo Dello Russo e Franco Mancini sarebbe dovuta rimanere segreta, solo nel primo pomeriggio è cominciata a circolare la notizia: «/ giudici di Milano sono qui, per Tribisonna si è alla svolta decisiva-. S'iniziava la ridda delle voci. Il dott. Urblscl, .Intercettato» da un cronista per le scale della Procura generale, all'ora di pranzo, si è limitato a dire: -Stiamo svolgendo normali atti istruttori. Si preparano novità sensazionali? Non mi risulta-. In tanta laconicità, l'unico punto fermo rimane l'interrogatorio di Pasquale Pilla. Audizione lampo. -Con/erma quanto ci ha dichiarato la settimana scorsa?- gli è stato domandato. «Si». I giudici l'hanno subito congedato. Mia è alle Nuove da un anno con l'accusa di aver ricettato oggetti d'arte rubati in castelli e chiese dell'Astigiano. Difeso dall'avvocato Lo Greco, l'antiquario ha visto di colpo aggravarsi la sua posizione la settimana scorsa: i tre magistrati milanesi l'hanno convocato nell'aula degli interrogatori e gli hanno consegnato una comunicazione giudiziaria per concorso in corruzione aggravata: -Giuseppe Muzio, un pentito noto nei clan della droga col nomignolo di "Pepplno 'o banditu", dice che lei ha consegnato al dottor Tribisonna un quadro, un mobile antico e alcuni monili. In cambio il questLdoni, ricevuti in occasioni diverse, Tribisonna ha concesso la libertà provvisoria al Muzio. Il quale Muzio era stato condannato dallo stesso giudice, nel novembre '82, ad un anno e mezzo per detenzione di hashish-. Pilla, che per questa nuova imputazione ha nominato difensore di fiducia anche l'avvocato Ardrea Galasso, ha negato tutto. E ha negato, pare con qualche contraddizione, anche nel confronto con Pepplno 'o banditu. Un aluto all'antiquario è venuto dalla deposizione di Giuseppe Lavaccara, in carcere per stupefacenti. Anche Lavaccara è stato trascinato in questa vicenda da Muzio: •Sono stato a casa del Pilla, mi accompagnava Lavaccara*. Sentito alla Procura generale di Milano giorni fa, Lavaccara ha detto: -Io da Pilla con Pepplno 'o banditu? Un'invenzione-. Claudio Giacchino Il dott. Tribisonna mentre ascolla le registra/ioni delle telefonate

Persone citate: Antonio Tribisonna, Ardrea Galasso, Franco Mancini, Giuseppe Lavaccara, Giuseppe Muzio, Lo Greco, Ovllio Urblscl, Pilla, Ugo Dello Russo

Luoghi citati: Milano, Torino