II capo del Cremlino ha accettato l'invito a un vertice con Reagan di Ennio Caretto

IT capo del Cremlino na accettato l'invito a un vertice con Reagan Restano da definire data e agenda: molto dipenderà da Ginevra IT capo del Cremlino na accettato l'invito a un vertice con Reagan DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW VORK — E' stata una risposta interlocutoria ma possibilista: in linea di principio, Gorbaciov accetta l'invito di Reagan a un vertice negli Stati Uniti, riservandosi però di discuterne la data e 11 contenuto in base all'andamento del negoziati di Ginevra sul disarmo e delle altre consultazioni In corso tra le superpotenze. Il tema verrà esaminato nelle prossime settimane tramite i normali canali diplomatici, ossia a livello di ambasciatori. Reagan ne parlerà con gli alleati al vertice delle sette Nazioni più industrializzate a Bonn, ai primi di maggio. Questa, nella sostanza, la valutazione della Casa Bianca dell'incontro tra il vicepresidente Bush e il nuovo leader del Cremlino a Mosca, incontro tuttora circondato da estremo riserbo. Pare che sia stato Gorbaciov a chiedere che per 11 vertice venga usata estrema cautela. L'ex segretario di Stato Kissinger, che ha visitato Reagan alla Casa Bianca dopo che questi ha ricevuto il rapporto di Bush e di Shultz, lo ha fatto capire in una breve intervista ai giornalisti. «Più clic il vertice — ha dichiarato Kissinger — sarà determinante l'agenda dei lavori: la politica estera non è un esperimento psichiatrico». «Gorbaciov — ha aggiunto l'ex segretario di Stato — è un negoziatore duro: non si arriva dove egli è arrivalo comportandosi da chierichetti». Con ogni probabilità, il segnale che un vertice è imminente sarà dato da un incontro tra Shultz e Gromyko, che potrebbe avere luogo già la prossima estate. Anche Reagan è apparso riservato in un colloquio con un gruppo di direttori di giornali alla Casa Bianca. •L'atteggiamento mentale delì'Urss è differente», ha osservato. «Per la prima volta, essa è pronta a negoziare seriamente il disarmo... guardo con speranza al vertice con Gorbaciov, ma nonostante la sua relativa giovane età egli non è meno ancorato al sistema soinetico dei suoi predecessori». Il presidente ha anche notato che per ora il nuovo cai» del Cremlino ha preannunciato riforme solo nel campo dell'economia. Poi ha concluso scherzosamente: «Non è l'ero che mi fido di nessuno al di sotto dei 70 anni». L'elemento politico di fondo è comunque la netta svolta compiuta dal presidente Reagan con un'apertura all'Urss definita «genuina., dai suol stessi collaboratori. Negli ultimi due giorni, la Casa Bianca ha letteralmente bombardato giornali e radiotv americane di indicazioni significative. Il portavoce Speakes ha sottolineato che Reagan non chiede più «garanzie di successo» per tenere un vertice. Il direttore del Consiglio per la sicurezza nazionale McFarlane ha aggiunto che nella lettera a Gorbaciov il Presidente ha tracciato un preciso programma di lavoro per le superpotenze. La Casa Bianca è arrivata a ricostruire minuziosamente per il New York Times la cronaca della fatidica giornata di martedì, in cui Reagan decise di scrivere a Gorbaciov, «ma non prò forma». Quella mattina. Il Presidente venne svegliato alle 4 da McFarlane con la notizia della morte di Cernenko. Per cinque ore, Reagan meditò il da farsi. Alle 9,30. dopo aver diretto una riunione di emergenza del Consiglio, con Shultz, giunse alle seguenti conclusioni. 1) Non sarebbe andato a Mosca per non dare l'impressione di voler sfruttare a fini propagandistici il cambio della guardia al Cremlino, e per non disdire il colloquio in programma con il presidente egiziano Mubarak: 2) Shultz e McFarlane avrebbero stilato l'invito al vertice e alla visita di Gorbaciov negli Stati Uniti. Ennio Caretto

Luoghi citati: Bonn, Ginevra, Mosca, Stati Uniti, Urss