Ginevra, il negoziato entra nel vivo di Alfredo Venturi

Ginevra, il negoziata entra nel vivo '" Le delegazioni americana e sovietica si gogò scambiate le piattafórme negoziali Ginevra, il negoziata entra nel vivo Il secondo incontro è durato due ore, nella rappresentanza Usa -1 documenti all'esame dei due governi DAL NOSTRO INVIATO GINEVRA — Finalmente si tratta: sulle armi nucleari che tengono il mondo in ostaggio, sulla nuova prospettiva del coinvolgimento spaziale, sulla misteriosa dialettica che contrappone e rende complementari l'attacco e la difesa, e i relativi sistemi di altissima tecnologia. Ieri americani e russi hanno messo le carte In tavola: scambiandosi 1 documenti preliminari, le posizioni di partenza. Sono posizioni lontanissime: avvicinarle, renderle compatibili è la grande scommessa di questa Conferenza ginevrina. Lo scambio delle piattaforme negoziali è avvenuto nella sede dell'Agenzia americana per il disarmo, dove alle 11 un corteo di auto ha depositato la delegazione sovietica al gran completo, una ventina di persone. Sorrisi e strette di mano fra Kampelman e Karpov, e beneauguranti parole di benvenuto. Siamo nello stesso luogo in cui, sedici mesi fa, JuliJ Kvitsinskij usci sbattendo la porta dal negoziato sugli euromissili. Ecco lo stesso Kvitsinskij, incaricato stavolta di sovrintendere alla nevralgica trattativa spaziale, che saluta con calore le controparti americane. Tutto questo non dura che pochi secondi: russi e americani scompaiono rapidamente negli ascensori che 11 portano all'attico, dove li accoglie una grande sala adorna di quadri iperrealisti. Proprio di fronte al palazzo, presidiato dalla polizia cantonale, c'è la statua di Albert Thomas, che fu il primo presidente dell'Ufficio internazionale del lavoro. Quanto mai appropriata, una frase di Thomas scolpita sul piedestallo: «L'uomo di oggi ha un dovere fondamentale, la pace». Intorno, passeggiano alcuni pacifisti: ma non gridano slogan, si sono incerottati le labbra. Protestano muti contro l'arresto del loro compagni che martedì, davanti alla missione sovietica, dissero «no» alla bomba, appesi al braccio di una gru. La riunione dura esattamente due ore: più tardi, ecco il portavoce americano Lehman, fedele all'intesa sulla confidenzialità della trattativa, limitarsi a pochissime, scarne informazioni. La durata dell'incontro, lo scambio dei documenti preliminari, l'appuntamento per la prossima riunione plenaria, che è in programma martedì nella sede sovietica, il fatto che presto cominceranno a riunirsi, in margine alla Conferenza, 1 tre sottogruppi che si occupano singolarmente di armi spaziali, strategiche, di media portata. Resta poi da definire l'articolazione del negoziato. A questo nodo essenziale saranno dedicate le sedute plenarie. Intanto, nelle due capitali si riflette sulle dichiarazioni preliminari che le delegazioni hanno trasmesso al rispettivi governi. La vera e propria strategia della trattativa scaturirà da questa consultazione a distanza. Per ora, si è ancora alle schermaglie che tradizionalmente precedono 1 grandi confronti diplomatici. Se ne è avuta una conferma ieri, quando il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che gli SS-20 installati finora dai russi sono 414. Non è tanto la cifra in sé che colpisce, appena supcriore a quelle che correvano nei giorni scorsi, quanto il fatto che Washington ha scelto questo momento per renderla pubblica. Lo ha fatto, si presume, per correggere l'immagine che dell'attualità nucleare, e del¬ la Conferenza ginevrina, cercano di accreditare i sovietici, basata troppo esclusivamente sul tema della «militarizzazione dello spazio». D'altra parte, l'installazione degli SS-20 è un programma fissato da tempo che va avanti, cosi come va avanti 11 programma atlantico di risposta con i Pershing-2 e i Tomahawk. Uno del tre obiettivi della Conferenza di Ginevra è appunto sottoporre a controllo, e frenare, la corsa dei missili a medio raggio. Gli altri due: limitare e ridurre i devastanti sistemi di portata intercontinentale, prevenire il trasferimento nello spazio di quella corsa agli armamenti • che si cerca di bloccare sulla Terra. C'è. poi, esplicito nella dichiarazione Gromyko-Shultz dell'8 gennaio, il grande obiettivo finale: l'eliminazione completa delle armi atomiche. Utopia, si dice in questa scaltrita capitale diplomatica. Ma il mondo angosciato, e minacciato, ha tanta voglia di crederci. Alfredo Venturi

Persone citate: Albert Thomas, Gromyko, Kampelman, Karpov, Kvitsinskij, Lehman, Shultz

Luoghi citati: Ginevra, Washington