L'Olanda dice: Il Papa non è benvenuto di Sandro Doglio

L'Olanda dice: Il Papa non è benvenuto Solo il 3% dei cattolici felice per la visita del Pontefice a maggio, il 25% si dichiara nettamente contrario L'Olanda dice: Il Papa non è benvenuto DAL NOSTRO INVIATO L'AIA — Il Papa verrà in Olanda per quattro giorni a maggio. Un cattolico olandese ogni quattro è «decisamente contrario» alla visita. Ad altri due — sempre ogni quattro — •non importa niente» del viaggio. Un solo cattolico olandese ogni quattro dichiara ette lo accoglierà «volentieri». Si dicono infine veramente «felici» soltanto tre cattolici ogni cento. Le statistiche e i sondaggi d'opinione vanno sempre letti con una certa cautela, ma i dati che si possono raccogliere oggi in Olanda, a neppur due mesi dalla prima visita di un Papa all'inquieta Chiesa del Paesi Bassi, sono comunque sconvolgenti, tali da destare preoccupazioni. •Il Papa non è benvenuto in Olanda», titola sulla copertina il più diffuso settimanale del Paese -Elsevlers». E l dati allarmistici sono confermati dalla stessa Conferenza episcopale, che alla tv cattolica ha trasmesso una propria indagine dalla quale risulta che soltanto due o tre cattolici su cento attendono gioiosamente, l'arrivo del Pontefice; sette su cento affermano di considerarsi .forti contestatori» del viaggio; tutti gli altri sono incerti o, peggio, indifferenti. In questa terra di calvinisti (ma i cattolici sono quasi 7 milioni, più del 40 per cento della popolazione), il Vaticano continua a essere al centro di polemiche e di ostilità. Il Papa, comunque, in Olanda verrà, forse proprio perché qui c'è contestazione, perché qui c'è da vincere una battaglia. In gran segreto Giovanni Paolo II da otto mesi sta studiando la lingua olandese, ed emissari di Roma girano ormai da tempo in lungo e in largo il Paese per conoscere — nelle diocesi, nelle Università cattoliche, tra fedeli e avversari — quali sono i motivi del dissidio, quali le possibili strade per un accordo o almeno per un armistizio. La situazione sembra però tale da far escludere vie d'intesa: lo scontro, oggi, è frontale. E non sarà certamente Wojtyla a cedere. La -dissidenza» olandese comincia, in tempi recenti, con il Concilio Vaticano II, promosso da Papa Giovanni XXIII che qui resta il Papa più amato. Il cardinale olandese Alfrink — con il belga Sucnens e il bolognese Lercaro — fu tra i grandi protagonisti del rinnovamento. I cattolici olandesi inderò nel Concilio l'occasione per fare aderire le regole della Chiesa al loro modo di concepire e affrontare i problemi del mondo. Concluso il dibattito a Roma, la Chiesa, olandese andò oltre, pubblicando un proprio -Catechismo» contro il quale già il Vaticano di Paolo VI cominciò una battaglia. Ma il grande e duro avversario delle posizioni olandesi è soprattutto Giovanni Paolo II. Andato in pensione Alfrink per limiti di età, l'attuale Pontefice nominò arcivescovo di Utrecht il cardinale Willebrands, die stava ormai da anni a Roma. L'Olanda cattolica insorse, con dimostrazioni di piazza e vetrate rotte all'Arcii>escovado. Nel gennaio 1980 Wojtyla chiamò a Roma, per tre settimane, i vescovi olandesi: fu redatto un documento di pace che venne fir¬ mato solennemente sull'altare della Cappella Sistina. Ma il programma di pacificazione contenuto nell'accordo non venne realizzato. Nel 1983 il Papa riprese ancora in pugno la situazione: richiamò a Roma Willebrands, dimostratosi troppo debole, e nominò primate d'Olanda il wwoi>o Simonis, suo fedelissimo. In pochi anni — l'ultimo caso è di sabato scorso — il Papa è riuscito a sostituire cinque dei sette i>escovi olandesi con religiosi di stretta obbedienza vaticana: ogni nomina è stata accompagnata da incidenti, grida, proteste. L'Olanda si è sentita colonizzata. Che cosa vogliono questi olandesi? Il 69 per coito dei cattolici è contrario al celibato dei preti; il 57 per cenio vorrebbe che alle donne fosse concesso di celebrare Messa; il 72 per cento chiede il controllo delle nascite; il 62 per cento è favorevole all'aborto; il 71 al divorzio; Jl 60 è contrario alla nomina dei vescovi fatta da Roma (vorrebbero scegliere da sè il proprio pastore); il 55 per cento ritiene lecito che i sacerdoti si dedichino alla politica; e, addirittura, il 68 per cento — dato fornito dalla tv cattolica — è favorevole alla -eutanasia attiva», cioè a provocare la morte in chi soffre senza speranza di guarigione. Questi dati, se non per minime variazioni di percentuale, non sono confutati dall'arcivescovado fedele a Roma. E per comprenderne il peso è bene ricordare che gli olandesi che si dicono •cattolici» ritengotio di esserlo veramente, per libera scelta, e frequentano la parrocchia. In Olanda ci sono ottanta tra Chiese e sette protestanti, e c'è una grande fascia di atei o di agnostici. Che cosa succederà allora alla visita del Papa in Olanda? Dice l'arcivescovo Simonis: «Ho paura che possa succedere qualcosa». // nunzio vaticano Edivard Cassidy è cauto: «La contestazione olandese — dice — e silenziosa. In genere non violenta». // vescovo Baer: «Bisogna aver pazienza». • Sono cattolici, ma vogliono esserlo a modo loro» è il commento che si sente più di frequente in arcivescovado. Il primo ministro democristiano (dunque cattolico) Lubbers dice: -E' un problema grave, molto serio. Ma' la Chiesa cattolica olandese è riuscita a sopravvivere per secoli senza quasi contatti con Roma». // ministro degli Esteri Van den Brock, liberale e protestante afferma: «Il Papa non deve venire, ma vuole venire. Gli auguro un successo, ma mi rendo conto che ci sono molte opinioni contrastanti». Tutti gli olandesi tengono a sottolineare che Wojtyla non viene nei Paesi Bassi in insita ufficiale di Stato, ma perché invitato dall'episcopato locale. Non sarà accolto all'aeroporto né dalla Regina né dal primo miìiistro, che tuttavia incontrerà durante la itisita. Sandro Doglio L'Aia. Sulla copertina del settimanale olandese, «Klscvicrs» il titolo dice: «Cattolici olandesi: il Papa non è benvenuto»