Imperatrice, accusatore di Cutolo è spirato dopo 2 giorni d'agonia

Imperatrice, accusatore di tutolo è spirato dopo 2 giorni d'agonia S'era impiccato nel bagno dell'infermeria del carcere di Avellino Imperatrice, accusatore di tutolo è spirato dopo 2 giorni d'agonia o l l a l o o i o - é a e AVELLINO — Salvatore Imperatrice, 27 anni, camorrista legato a Raffaele Cutolo prima, e «dissociato» poi, è morto ieri alle 13,30 nel reparto rianimazione dell'ospedale di Avellino. Si era impiccato sabato mattina nel bagno dell'infermeria del nuovo carcere avellinese, dove era detenuto In isolamento e sor ...J^glMoa jlsta. ,da^ quattro , I agenti dTcùslodià. Il procuratore della Repubblica Antonio Gagliardi ha disposto per questa mattina l'autopsia. Ma non esistono molti dubbi sul suicidio di Imperatrice: prima di farsi accompagnare in bagno, aveva nascosto un lenzuolo sotto la giacca. Poi l'ha attorcigliato, legato all'Inferriata delle finestra, è salito su una sedia e si è lasciato andare. Un agente è Intervenuto dopo pochi secondi, ma c'è stato poco da fare: era già morente. Imperatrice aveva tentato li suicidio già altre nove volte: la prima aveva dato fuoco alla cella, la seconda ha ingoiato lamette, la terza si è gettato dalla finestra di una caserma del carabinieri... I suoi difensori più volte avevano presentato Istanze per il riconoscimento dell'infermità mentale. Invano, però. Nell'aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove in questi giorni è alle ultime battute un processo contro Cutolo e altri 152 camorristi, Imperatrice era rinchiuso In una gabbia da solo. A vedersi, dava appunto l'impressione dello squilibrato. Sempre agitato, avanti e indietro nella gabbia, frasi sconnesse urlate all'improvviso. 'Aiutatelo, quello mi muore pazzo!», gridava la madre ai giornalisti. Camorrista della «batteria di Ponticelli» (il rione popolare a Sud di Napoli), Salvatore Imperatrice era stato arrestato il 26 luglio 1981. Quella sera stava rientrando a casa, una villa con piscina a Tavernola sulla provinciale NapoliCaserta. dove abitava con moglie e due figli. Aveva 23 anni e accuse per 12 omicidi. Con la «dissociazione» le accuse sono salite a 17 omicidi. Una «dissociazione» Iniziata quando altri camorristi già avevano confessato. Era il settembre 1983. Finita la prima udienza di un processo contro Cutolo e altri 150 «cumparielll». Imperatrice chiamò gli agenti di custodia del carcere di Ariano Irpino e consegnò 40 grammi di plastico e un coltello serramanico. Marco Medda aveva il plastico. L'attentato all'aula di piazza Neghellì era pronto. Ai magistrati della procura della Repubblica di Napoli, Imperatrice spiegò subito che la consegna dell'esplosivo era la prova della sua «dissociazione». E avverti del plano di attentati contro giudici e parenti di camorristi già .dissociati.. Interrogato una notte intera, per la verità non disse molto più di quanto 1 giudici sapessero. Con la scusa di una forte emicrania si rifiutò di rispondere: «E comunque parlerò solo quando mi darete garanzie: io in galera non ci voglio morire». Nel processo di Napoli, In corso in questi giorni, Imperatrice era un testimone d'accusa. Ai giudici aveva rivelato che, nel carcere di Ascoli Piceno, nel 1981, durante una riunione tra camorristi Cutolo aveva accennato al «bidone» che la Nuova Camorra Organizzata avrebbe subito da parte di Enzo Tortora, reo di non aver pagato una partita di cocaina da 50 milioni. Quello di Imperatrice non è il primo caso di camorrista «dissociato» che si suicida. Salvatore Serra, detto «Cartuccia», prima alleato di Cutolo e poi dissidente, nel 1982 venne trovato in fin di vita nella sua cella ad Ascoli Piceno, r. n. Salvatore Imperatrice

Luoghi citati: Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Avellino, Inferriata, Napoli, Santa Maria Capua Vetere