Fioravanti e Mambro condannati a 14 anni per «Terza posizione»

Fioravanti e Mambro €ondannatì a 14 anni per «Tena posizione» Non punibile il pentito Walter Sordi Fioravanti e Mambro €ondannatì a 14 anni per «Tena posizione» DALLA REDAZIONE ROMANA, ROMA — Nuove condanne per alcuni tra 1 maggiori esponenti dell'eversione nera, come Francesca Mambro e Valerio «Giusva» Fioravanti. Si è concluso a Roma il processo contro il gruppo neofascista di «Terza Posizione», considerato responsabile di attentati nella capitale dal 1979 all'1981. Dopo circa un anno di udienze, la Corte d'Assise ha inflitto ventiquattro condanne ed ha assolto sette imputati, seppur con formula dubitativa. I giudici, inoltre, hanno dichiarato non punibile il «pentito. Walter Sordi, applicando nei suol confronti le norme che prevedono benefici per chi abbia dato una fattiva collaborazione all'autorità giudiziaria nella lotta contro l'eversione. Meno favorevole, invece, il giudizio della Corte per un altro «pentito», Cristiano Fioravanti, fratello di «Giusva». Nonostante abbia collaborato, non è sfuggito ad una condanna di tre anni e cinque mesi di reclusione. Le accuse contestate andavano dall'associazione sovversiva, alla banda armata, alla violazione della legge sulle armi, e dalla rapina, alla ricettazione, al furto, alle lesioni personali, all'incendio doloso. Oltre ai 14 anni e sei mesi inflitti a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, che circa un mese fa, in una pausa del processo, si sono sposati nel carcere di Rebibbia, i giudici hanno condannato Stefano Soderlni (quattordici anni), Gilberto Cavallini (dodici); Roberto Fiore (nove), Roberto Nistri, Giuseppe Dimlstri, Marcello de Angclis e Luigi Ciavardini (sei anni ciascuno). Quest'ultimo, nonostante sia implicato in vari procedimenti e sia stato condannato, è da tempo in libertà, poiché per lui sono scaduti i termini della carcerazione cautelare. A raccogliere l'eredità del disciolto «Ordine Nuovo*, 11 gruppo di «Terza Posizione» comparve sulla scena dell'eversione dal 21 novembre del 1979. E" di quel giorno il primo rapporto inviato dalla Questura all'autorità giudiziaria per segnalare i nomi di coloro che dovevano considerarsi promotori della nuova formazione neofascista e per denunciarli quali responsabili di associazione sovversiva e banda armata. Successivamente al gruppo venivano attribuite una serie di attività delittuose che avevano, come scopo principale, quello di raccogliere fondi per finanziarsi e reperire armi che dovevano poi essere usate nelle azioni eversive.

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