Via Po: chi paga i lavori?

Via Po: chi paga i lavori? Palazzo degli Stemmi, nulle per il Coreco le delibere Via Po: chi paga i lavori? I due documenti della passata giunta comunale, che prevedevano una spesa totale di 1410 milioni per i lavori di consolidamento delle strutture murarie non cadute, sono stati ritenuti «illegittimi» - Le imprese scelte dall'ex assessore Chiezzi non risultavano iscritte all'Anc Colpo di scena nella vicenda della ricostruzione del Palazzo degli Stemmi, lo storico edificio di via Po sul cui crollo, avvenuto il 2 giugno '84, sta Indagando la magistratura: 11 Comitato regionale di controllo (Coreco) ha annullato «per illegittimità, due delibere del Comune (spesa totale 1410 milioni), elaborate In ottobre dall'ex assessore pel Chiezzi, per lavori di consolidamento delle strutture murarie rimaste e per la «rlsarcitura» delle lesioni sulla facciata monumentale, opere peraltro già terminate proprio nelle settimane scorse. Il motivo dell'annullamento — lo avevamo anticipato — è da ricercarsi nella scelto della ditta che ha eseguito i lavori dopo 11 crollo, la Residart sne di Lanzo Torinese, proposta a giugno dalla Commissione di consulenza tecnica del Comune (professori Castiglia, Migliacci e Plzzettl): l'azienda non è iscritta all'Albo nazionale dei costruttori (Anc), condizione Indispensabile (salvo casi eccezionali) quando si fanno interventi per enti pubblici che superino i 45 milioni. Il Comitato regionale di controllo aveva sospeso le due dclibere (1059 milioni la prima, 351 la seconda) 114 dicembre scorso, chiedendo una serie di chiarimenti e soprattutto il certificato di iscrizione all'Anc. Il Comune, già dal 28 novembre, aveva richiesto all'Ispettorato generale per l'Al- bo, a Roma, la deroga da questa condizione, sostenendo che I consolidamenti delle murature, operazione molto specialistica, non erano previsti negli elenchi dell'apposita legge sull'Anc. Per appoggiare questa tesi anche un funzionarlo del Comune e uno del membri della Commissione di consulenza tecnica si recarono a Roma: la deroga venne concessa il 20 dicembre e comunicata 11 22 gennaio al Coreco. Ma al Comitato regionale di controllo questo non è bastato, se l'annullamento delle dellbere è avvenuto «perché il Comune non ha documentato l'inesistenza di ditte nazionali iscritte all'Anc per i lavori in oggetto». In altre parole il Coreco sostiene che. in Italia, esistono altre aziende in grado di eseguire opere specialistiche come1 consolidamenti del Palazzo degli Stemmi, per di più dotate di Iscrizione all'Anc. Peraltro la procedura di deroga del Comune' appare almeno discutibile In quanto la legge (art. 4) prevede la 'preventiva motivata comunicazione' per ammettere agli appalti ditte non iscritte. Cosi non è stato: l'informazione a Roma è partita quando i lavori erano già in corso da settimane e il ricorso all'Ispettorato per l'albo ha l'aspetto di una procedura in sanatoria a posteriori. Che cosa accadrà adesso? Sul chi ricade la responsabilità In solido?. Bisognerà vedere se, sull'originale delle delibere, c'è f>.meno Tautoriz zazlone dell'assessore Chiezzi a eseguire 11 lavoro 'pendente l'approvazione del Coreco» Nel primo caso le responsabl lltà ricadono sulla passata giunto o sul consiglio, nel se condo (assai Improbabile) sul nuovo direttore del lavori successivi al crollo. Comunque sarà necessaria una sa¬ natoria: la ditta ha lavorato e deve essere pagata. In ogni modo la polemica è appena all'inizio e già c'è chi pensa a mutare la destinazione d'uso dell'edificio: l'assessore Dondona sta studiando un'impiego «di alto rango, e non di mediocre terziario come era previsto, magari sistemandoci l'Archivio storico del Comune». Ma per adesso il problema è di ricostruire senza altri errori: nel Palazzo degli Stemmi sono già finiti più di 5 miliardi e mezzo di pubblico denaro. Gianni Btsio

Persone citate: Castiglia, Chiezzi, Dondona, Migliacci

Luoghi citati: Italia, Lanzo Torinese, Roma