Giardino d'Europa, addio

Giardino d'Europa, addio L'Italia esporta sempre meno frutta e ortaggi Giardino d'Europa, addio L'Italia, un tempo «giardino d'Europa-, ha perduto molte posizioni come esportatore di frutta e ortaggi, e quindi deve assolutamente migliorare le proprie posizioni sui mercati internazionali, sema trascurare il mercato interno, al quale deve assicurare una più elevata qualità. Questa riscoperta di ruolo ci è imposta perette siamo il secondo produttore ed esportatore mondiale dopo gli Stati Uniti, e per la crescente concorrenza dei Paesi mediterranei. Quelli estranei alla Cee sono agevolati da scelte politiche e strategiche die fanno spesso ignorare, a danno dell'Italia, il riconoscimento della preferenza comunitaria. Per battere Li concorrenza israeliana, spagnola, marocchina, tunisina l'Italia deve quindi valorizzare al massimo la qualità. Vediamo qualche cifra. Sul totale dell'esportazione agro-alimentare (8494 miliardi di lire nel 1984) l'ortofrutta ha esportato per 3571 miliardi, più del 40 per cento. Sull'anno precedente la crescita iti valore è stata del 10 per cento; in quantità invece c'è stata una contrazione del 4 per cento. La prima cosa da migliorare è la qualificazione professionale degli esportatori. Occorre rivedere l'albo nazionale, sia per accertare la specifica conoscenza delle leggi e dei regolamenti (indispensabile per operare con successo nel commercio internazionale), sta per specializzare gli operatori nei settori tipici: ortaggi, frutta fresca, frutta secca, agrumi. Le organizzazioni agrìcole, in particolare la Confagrìcoltura, hanno spesso fatto pressioni sull'Ice, insistendo particolarmente perché l'Istituto per il commercio estero riacquisti i perduti smalto e iniziativa. Una delle raccomandazioni rivolte all'Ice è di concentrare la produzione esportabile e quindi ridurre il numero degli operatori abilitati. L'esportatore deve dare garanzia adeguata del proprio livello di efficienza aziendale:Per esempio dovrà dimostrare di avere la disponibilità, per almeno sei anni, di magazzini e attrezzature idonee per la lavorazione dei vari prodotti, Particolare, severa vigilanza è chiesta per gli esportatori occasionali, spesso protagonisti di abusi e di dequalificazione dell'immagine. Molto impegno viene sollecitato all'Ice nello svolgimento di controlli per sondaggio. Le competenze dell'Ice dovrebbero anche estendersi alla vigilanza sul mercato interno, ma con potenziate strutture organizzative e finanziarie. Ciò che occorre è la messa a punto di un organico ed efficiente sistema, capace di assicurare la mnormalizzaztone* dei prodotti commercializzati. Di questi controlli e di questa qualità c'è urgente bisogno. Bruno Prateria SUPERFICIE ORTICOLA IN SERRA 13.000 11.000- ANNI 1977 1976 197» 1980 1981

Persone citate: Bruno Prateria

Luoghi citati: Europa, Italia, Stati Uniti