Così la Cee punisce I viticoltori di Bruno Pusterla

Così la Cee punisce I viticoltori Punto per punto, i provvedimenti per contenere la produzione di vino Così la Cee punisce I viticoltori Da 1.400.000 fino a 11.900.000 lire per ogni ettaro di vigneto sradicato - Distillazione obbligatoria (a prezzi irrisori) anche nelle regioni dove non ci sono rese eccessive - Per l'Europa Verde una spesa di migliaia di miliardi . ROMA — Dura mazzata per la vitivinicoltura Italiana. Bulla scorta delle poco'confortanti indicazioni emerse due mesi e mezzo fa dal vertice di Dublino, 11 Consiglio agricolo dlla Cee nei giorni scorsi ha varato misure fortemente penalizzanti per i viticoltori. Per limitare l'eccessiva produzione, e quindi contenere le costose eccedenze di vino, è stato infatti deciso di introdurre contribuiti a favore degli agricoltori che si impegnano ad abbandonare definitivamente (per almeno 16 anni) 1 vigneti meno pregiati e più produttivi (soprattutto quelli di pianura), sradicando gli impianti. I premi varieranno da un minimo di 1.400.000 lire a un massimo di 11.900.000 lire per ettaro; e saranno quantificati, per ogni singola richiesta, in base a tre fattori concomitanti: estensione, resa dei vigneti e qualità del prodotto. E' stato però riconosciuto ai beneficiari di questa misura la possibilità dì sostituire, fruendo di un ulteriore aiuto di un milione 260 mila lire per ogni ettaro sradicato, i vigneti estirpati con altri in zone vocate. Al diritto di reimplanto è stato fissato un limite del 60% per le regioni di pianura e dell'80% per le regioni collinari, rispetto all'estensione dell'area abbandonata. ■ L'altro provvedlmanto adottato riguarda la distillazione obbligatoria. Questa interverrà quando le eccedenze stoccate supereranno i quattro mesi di normale utilizzo o i prezzi, scenderanno al di sotto dell'82% del prezzo di orientamento (che attualmente è di quasi 4900 lire il grado ettolitro per i vini rossi e di poco più di 4500 lire per i vini bianchi) o la produzione oltrepasserà del 9% i normali utilizzi. Il prezzo della distillazione è basso, proprio per scoraggiare ulteriormente la produzione: per i primi 10 milioni di ettolitri nell'intera area varrà la metà del prezzo di orientamento; oltre questo quantitativo scenderà al 40%. Se si tiene conto che la vendemmia 1984 — anno di magra a livello produttivo — ha dato qualcosa come 150 milioni di ettolitri di vino in tutta la Cee e che i consumi conti¬ nuano a scendere, ne deriva che il risparmio per le casse comunitarie sarà notevole. Nel 1984, attraverso le distillazioni «preventiva», «di buon fine» e «di solegno» sono stati distillati 36 milioni e mezzo di ettolitri di vino, con una spesa di circa 1500 miliardi di lire. Quello della distillazione non sembra un meccanismo lungimirante: non tiene infatti oònto della qualità, della gradazione e dell'accreditamento commerciale del prodotto da distillare. E non si accompagna ad iniziative promozionali per sviluppare 11 consumo del vino. Si tratta, insomma, di una politica tesa a perpetuare lo spreco di denaro comunitario dovuto alla trasformazione del vino in alcol, nonché allo stoccaggio del nuovo alcol prodotto. Senza dimenticare che le giacenze di alcol hanno ormal raggiunto livelli insostenibili e che, senza una rilavorazione, sono pressoché inutilizzabili. Preoccupante è pure l'ipotesi di frazionare il territorio nazionale in regioni, per la distillazione obbligatoria. Ciò comporterebbe un'ingiustificabile discriminazione delle aziende produttrici in base alla loro ubicazione territoriale, e sarebbe in contrasto con i principi comunitari, fondati sulla penalizzazione delle singole aziende in proporzione al livello delle rese unitarie. La legnata è pesante, non solo per il Sud molto produttivo, ma anche per le mai sufficientemente valorizzate produzioni collinari di qualità. Bruno Pusterla

Luoghi citati: Dublino, Europa, Roma