Le lettere della domenica

Dama Le lettere della E la farfallina distrusse i boschi Processionarla è li nome volgare della grigia farfallina le cui larve hanno devastato lo scorso anno 1 boschi del Piemonte. Nello stesso periodo sono apparse anche in Puglia sortendo esiti meno drammatici e meno pubblicizzati. L'insetto depone le sue uova all'Interno di candidi involucri filacciosi che sistema sul pini, 1 quali a primavera fungeranno da cibo per le voracissime larve che distruggendo foglie e linfa ne provocano la morte. Ma quest'anno migliaia di candide falloppe di Processionarla adornano 1 pini della provincia di Taranto e, con ogni probabilità, anche 1 pini che vegetano nella non trascurabile porzione d'Italia che divide Torino dal Mar Ionio. Di certo sappiamo che è necessario: distruggere le falloppe prima che termini l'inverno, Incendiandole, per evitare un vero e proprio sterminio del nostro patrimonio boschivo, nel prossimi mesi primaverili; procedere in estate alla eliminazione del maschi attraverso l'uso di trappole ormonali di poco costo e facile Installazione (ne bastano 3 per ettaro di bosco) e, chissà se non si possa fare ancora meglio, tramite una lotta biologica, utilizzando eventuali parassiti mortali per la Processionarla e innocui per l'ambiente. Qualunque cosa va comunque fatta subito, e in tutte le zone Infestate con un Intervento coordinato e non settoriale. Pino Notartste/ano, Mottola (Ta) Le centrali nel mirino Durante la trasmissione «Linea verde» del 3 marzo scorso, In onda su Rai 1. lo scrittore Alberto Bevilacqua, dall'alto del suo scranno di «invitato acculturato», parlando dello stato di salute del fiume Po, cosi si esprimeva sulle centrali nucleari (e solo su quelle!): «cattedrali apportatrici di morte», «grandi lnqulnatrici» e cosi via terminando 11 discorso con l'evocazione apocalittica di «nebbie emergenti dal cumuli di sco' rie nucleari». Tutto 'questo è stato detto senza Intervento alcuno da parte dei giornalisti Rai presenti 1 quali avrebbero dovuto avere almeno 11 buon senso di far notare che il degrado del nostro maggior fiume deriva soprattutto dalle mutate condizioni socio-economiche degli ultimi 30 anni sia delle zone rivierasche che di quelle degli affluenti. Lungi da me, tuttavia, l'Intendimento di polemizzare con Bevilacqua. Personalmente mi sono chiesto se la Rai, oltre all'aumento del canone e della pubblicità ormai soffocante, pensa di propinare agli utenti anche un aumento di ciò che viene comunemente definito «terrorismo psicologico». Carlo Berta Mombello Monferrato Lo «stivale)) si sgretola MI sembra, oltre che Ingiusto ed assurdo, controproducente per tutti che si pretenda una sola lira di imposte da un Consorzio boschivo attualmente lrredditizlo (La Stampa di domenica 3 marzo), che, per tanti secoli, aveva profuso energie ed iniziative a favore della comunità. In questo modo, anche gli ultimi innamorati della Natura saranno spinti a chiudere gli occhi di fronte allo sgretolarsi dello «stivale». Anna Ferrerò, Torino I farmaci questi sconosciuti Mentre sembra che, con la sua nuova edizione, gli amministratori abbiano puntato tutto sulla razionalità del nuovo Prontuario terapeutico, essi hanno di fatto trascurato il fattore più Importante della prescrizione del farmaci che è la preparazione e l'aggiornamento del medici, entrambi carenti se le statistiche accusano Improprietà fino all'80%. Se per la prima 11 perfezionamento va raccomandato alle università, 11 secondo è In funzione dell'Informazione cosiddetta scientifica delegata quasi per Intero alle Industrie produttrici che, naturalmente, sono portate a perseguire soprattutto 1 propri Interessi. Sarebbe opportuno che lo Stato organizzasse una sistematica Informazione alternativa non meno valida di quelle private come incidenza sul medici. E' un problema, questo, mal affrontato dal vari ministri detta Sanità. Manlio Spadoni. S. Elpldlo a Mare (Ap) L'autotassazione ci sommerge... Sono un lettore dell'articolista Ceronetti e non un consigliere, tuttavia rifletto anch'io e perciò gli suggerirei di «elzevlrare» come sa lui, oltre che sulle «potature», sul «dollaro» ecc., magari sul «pentitismo», 11 «sommerso» e «l'autotassazione». Introduco: qualche anno fa (che eravamo ignoranti) tribolavamo a pagare le tasse (che calcolava lo Stato) per 1 soldi dovuti; ora, che siamo intelligenti, triboliamo per 1 soldi e per calcolarle noi, sicché ci troviamo «sommersi» dalle «autotassazlont»: non è il caso di «pentirsi»? Ferdinando Mozzone Carplgnano Sesia Detrazione fiscale per le casalinghe Slamo un gruppo di lavoratori di una importante azienda genovese; vorremmo, attraverso questa rubrica, esporre un problema che ci sta tanto a cuore: quello del monoreddito familiare. Da alcuni anni l'Inflazione ha eroso gran parte dello stipendio con gravi conseguenze che ricadono sulle nostre famiglie che vedono sempre più scemare il potere d'acquisto. Abbiamo Interpellato In merito il nostro consiglio di fabbrica il quale ci ha risposto che, visto il momento politico e sindacale attuale, non è il caso di sostenere rivendicazioni che interessano solo una parte di lavoratori. E' mal possibile che un problema reale come quello da noi esposto non interessi nessun partito o sindacato? Noi non chiediamo lo stipendio per le casalinghe, che pur lo meriterebbero, ma una detrazione fiscale più consistente per le mogli (o 1 mariti) che stanno a casa anche per la dignità di chi, con mille difficoltà, pensa al governo della famiglia. In un Paese dove l'inflazione, la disoccupazione, 11 lavoro nero sono una brutta realtà da combattere, le famiglie monoreddito, con la loro lotta quotidiana Invisibile e silenziosa, meritano un riconoscimento seppur modesto, da parte delle forze politiche. L'8 marzo è stato la festa della donna: hanno parlato tanti politici di eguaglianza di diritti e di lavoro; mazzi di mimosa sono stati offerti a quintali; però nessuno ha parlato a favore delle loro conclttadine — monoreddito — che eseguono un lavoro molto più oscuro (ma tanto nobile!), senza ottenere alcuna ricompensa. Franco Guerra e altri 32 Genova Perché difendo l'optometrista La mia famiglia ed lo ci serviamo da anni presso un optometrlsta sia per l'esame della vista che per gli occhiali. Non capisco come 1 giudici abbiano potuto condannare una persona definitasi optometrlsta. La mia esperienza mi ha fatto toccare con mano di avere a che fare con un tecnico preparato e che mal si è spacciato per medico. Leon/io Blatta, Milano Numero chiuso a Medicina Attraverso questa rubrica, altre persone hanno espresso la loro opinione circa il problema del «numero chiuso» alla facoltà di Medicina; mi trovo pienamente d'accordo con alcuni di essi nel sostenere che a Medicina il numero chiuso già esiste da circa dieci anni ed è «ad Imbuto» e «dinastico». Perciò il problema sta, non nell'introdurre il numero chiuso, bensì nel legalizzarlo e regolamentarlo. Ma non è una cosa cosi facile perché, se da una parte vi è la pletora di studenti, dall'altra esiste la pletora del professori. Si dice, anche, che ti Parlamento deve legiferare in ma- teria di numero chiuso nella facoltà di Medicina per mettersi in regola con le direttive della Cee; ma come possono le facoltà di Medicina italiane essere in regola con gli altri Paesi membri della Cee, se In Italia esistono ben 148 indirizzi di scuole di specialità post-laurea contro un massimo di 39 In Danimarca ed un minimo di 20 in Germania? Doveroso è allora, da parte mia, far seguire alle critiche le proposte alternative che riassumerei In: 1°) rendere realmente fattibile «l'espatrio» di giovani medici neo-laureati e neospeclalizzatl. In altri Paesi, 2') Impedire l'occupazione di un «secondo, terzo, quarto posto di lavoro» da parte di medici più anziani; 3") creare una parità di diritti fra medici operanti in strutture pubbliche e quelli operanti in strutture private. Raffaele Pepe, Torino Prima casa ma per pochi Il ministro Goria ha presentato un disegno di legge, approvato dal governo, per l'acquisto della prima casa per 1 lavoratori dipendenti. Fin qui tutto apprezzabile, anzi aggiungo che l'iniziativa è tardiva perché una legge In tal senso avrebbe potuto risolvere da oltre dieci anni (è tanto che se ne parla) la disastrosa situazione della casa. Ma dove si rimane quantomeno perplessi è su uno dei requisiti che deve avere questo lavoratore dipendente: 11 mutuo verrà concesso a coloro che non hanno superato 11 40° anno di età: e gli altri? Forse non sono italiani? Forse non hanno più bisogno di una casa? E dire che proprio questi discriminati sono quelli che non hanno mai beneficiato di leggi benevole. Non hanno beneficiato, per cominciare, del presalario universitario; hanno dovuto superare severi e duri concorsi per accedere a qualsiasi carica pubblica. Gli ultraquarantenni sono stufi di questo modo di gestire la cosa pubblica, perché essi, proprio loro, sono quelli che hanno pagato più duro lo scotto verso la società: da oltre 25 anni pagano a favore della OescE.1 senza aver avuto alcun beneficio. Vittorio Arena, Messina Se il cassiere ||! non ti crede Sono stato In ferie per una settimana a Cogne, in Val d'Aosta. E' stata una settimana piacevole: bellissimo 11 Gran Paradiso e gentile la gente che vi vive attorno. Unico neo, ahimé, viene da una istituzione che sembra Immutabile ovunque essa arrivi: la Banca. In vena di spese, ho pensato di usare un assegno che mi ero portato da casa, assieme al contante sufficiente per le Intere vacanze. Pensavo, con 200.000 lire in più. di acquistare qualche souvenir e fare un pranzo come si deve prima di tornare a Bologna. Ma alla filiale di Cogne del Banco di San Paolo non hanno accettato il mio assegno perché non garantito. A nulla sono serviti documenti d'identità, né proposte di telefonate alla mia banca di Bologna. In modo abbastanza sbrigativo il cassiere, che ho dovuto attendere a lungo di ritorno dalla sua pausa del pranzo, mi ha consigliato di chiedere una firma di garanzia al mio albergatore: .Tanto loro lo fanno». Cosa che non ho fatto per il semplice motivo che non capivo perché un albergatore dovesse godere di doti di fiducia assenti nel cassieri Risultato: una piccola goccia di denaro è rimasta in Emilia. Afino Farolfi. Bologna Meglio i privati nell'economia Gestione pubblica o gestione privata dell'economia? O di parte di essa? Due scuole, due realtà, due modi di portare avanti le diverse e complesse realtà del nostro tempo. La convinzione che la cultura della gestione pubblica delle risorse o di parte di esse, benché indiscutibilmente fallimentare, trovi ancora diffusi consensi, mi porta a fare qualche considerazione. Una fra tutte, l'Incapacità o meglio l'impossibilità, che la gestione pubblica di una determinata attività economica possa competere con altra di pari entità, dell'area privata. Infatti, senza voler colpevolizzare le gestioni pubbliche — per fare gli elogi di quelle private — sembra opportuno fare una netta distinzione di campo; vale a dire: esaminare con quale tipo di economie la nostra dovrà negli anni a venire confrontarsi. Luigino Ferrari, Verona