Scacchiera atomica, prime mosse di Arrigo Levi

Scacchiera atomica/ prime mosse Scacchiera atomica/ prime mosse Gli americani sosterranno la loro volontà di ridurre gli ordigni offensivi per passare, nel prossimo decennio, a un sistema misto basato sullo scudo spaziale -1 sovietici diranno di essere pronti a ridimensionare gli arsenali (missili balistici, SS-20) in cambio della rinuncia statunitense al «progetto stellare» - Tempi lunghi per un compromesso, ma già c'è chi ipotizza possibili «ombrelli» parziali e limitati Quali previsioni si possono fare sul negoziato sovicticoamericano sulle armi spaziali e nucleari, che avrà inizio a Ginevra martedì 12 marzo? Non è impossibile prevederne le mosse iniziali, sulla base dei documenti esistenti. Oli americani si sforzeranno anzitutto di convincere i sovietici della bontà del loro progetto di forti riduzioni, nel prossimo decennio, delle armi nucleari offensive; e di successiva transizione ad un «sistema misto» fondato, oltre che sulle armi offensive, su armi difensive non nucleari ma capaci di fermare, almeno in parte, i missili balistici nucleari. i I sovietici replicheranno sostenendo che il passaggio ad un sistema misto, attraverso la «realizzazione» (Grcmyko sembra non escludere più la ricerca e forse nemmeno la sperimentazione) dei progetti difensivi americani, renderebbe invece impossibile qualsiasi riduzione delle armi offensive. I sovietici (subito, o in un secondo tempo) si direbbero invece disposti, in cambio di una rinuncia americana ai progetti di sistemi difensivi, ad accettare «radicali» riduzioni di tutte le armi offensive, compresi gli euromissili, i famosi SS-20; e non chiederebbero più l'eliminazione di tutti gli euromissili Nato. Una tale proposta sovietica farebbe apparire l'I.D.S. (l'«lniziativa di Difesa Strategica» di Rcagan, così erroneamente definita «delle guerre stellari») come il solo ostacolo ad uno storico accordo, il primo mai realizzato per l'effettiva riduzione, e non più soltanto il controllo, delle armi nucleari. Una parte importante del Congresso c dell'opinione pubblica americana, e i governi europei potrebbero allora essere indotti ad esercitare forti pressioni su Rcagan per convincerlo a rinunciare all'l.D.S.. E' opinione generale (ne abbiamo avuto conferma attraverso l'ampia analisi compiuta recentemente ad un convegno della «Ditchley Foundation», presso Oxford) che questa svolta critica del negoziato di Ginevra non potrebbe comun¬ que essere raggiunta prima del 1986. La definizione, separala ma «interdipendente», delle ipotesi di riduzione degli armamenti nei tre settori — spaziale, strategico e delle armi intermedie — in cui saranno divise le trattative, sarà infatti estremamente complessa. » Che cosa potrebbe accadere nel momento in cui venisse raggiunto il punto critico del negoziato? Qui le ipotesi degli esperti divergono. Alcuni ri¬ tengono che l'impegno personale del presidente Reagan e la sua profonda convinzione, espressa con toni quasi messianici, che soltanto la creazione di sistemi di «difesa reciproca assicurata» potrà rendere «impotenti ed obsolete» le armi nucleari e liberare gli uomini dall'incubo dell'olocausto atomico, sono tali che egli non accetterà mai di rinunciare a questi progetti. Piuttosto minaccerebbe la rottura del ne¬ goziato, sperando di convertire in extremis i sovietici alla «conce:ione strategica» americana, che mira ad ottenere un giorno, attraverso la «transizione» consistente in un sistema misto, l'eliminazione di tutte le armi nucleari (rimarrebbero allora in piedi soltanto sistemi difensivi antinucleari, essi stessi non nucleari). Altri esperti ritengono invece possibile un accordo di compromesso, non privo di necessarie ambiguità e forse di durata limitata, che sancisca intanto forti riduzioni dei sistemi nucleari offensivi, in cambio di un impegno americano a non prendere iniziative unilaterali in materia di installazione dei sistemi di difesa. Ma la ricerca, c forse anche la sperimentazione (o «sviluppo») di tali sistemi potrebbero continuare. Un simile accordo sarebbe più facilmente immaginabile se le ricerche intanto compiute dagli americani (e dai sovietici) dimostrassero che la costruzione di un ombrello difensivo totale è: o tecnicamente impossibile; o di realizzazione molto più ardua e lunga del previsto; o non conveniente per il costo eccessivo di un tale ombrello a confronto dei costi che comporterebbe la costruzione di nuovi sistemi offensivi capaci di perforarlo. Alternativamente, potrebbe essere concordata la costruzione di sistemi difensivi parziali e limitati, capaci cioè di proteggere in tutto o in parte le rampe di lancio missilistiche ma non le città; e tali quindi da rafforzare, e non distruggere, il sistema esistente di dissuasione reciproca, noto come «equilibrio del terrore», o MAI) («Mutual assured desinielioni). Ma queste sono prospettive lontane. Sia l'America sia l'Urss potrebbero essersi date intanto nuovi lcadcrs, e ciò rende troppo ipotetica ogni previsione. E' ovviamente auspicabile che il processo di negoziato, già sospeso per 15 mesi, non venga comunque più interrotto, e che il sistema di trattati esistente non venga smantellato. Arrigo Levi Ginevra. K' 1*8 gennaio: si sono iniziati gli incontri fra Gromyko (in secondo piano a sinistra) e Shultz, di fronte a lui (Rcutcr)

Persone citate: Gromyko, Shultz

Luoghi citati: America, Ginevra, Oxford, Urss