I cinque giudici convocati a Roma di Guido Rampoldi
I cinque giudici convocati a Roma Il Consiglio superiore della magistratura indaga sulle presunte «amicizie sospette» I cinque giudici convocati a Roma Per spiegare i rapporti con personaggi della malavita - L'inchiesta sarà rapida: si vuole dissipare ogni ombra che pesa anche sul processo delle tangenti ROMA — Entro due settimane si dovrebbe decidere la sorte del cinque magistrati piemontesi sui quali pende la richiesta di trasferimento d'ufficio: la prima commissione referente del Consiglio superiore della magistratura, nella riunione di Ieri, si è prefissa di chiudere il procedimento in temp\ record. Già stamane un corriere speciale dovrebbe consegnare al cinque magistrati la «relata di notifica», l'equivalente di una comunicazione giudiziaria, con la quale si informa l'interessato dell'indagine che lo riguarda. I giudici saranno convocati fra pochi giorni al Palazzo del Marescialli, la sede del Consiglio, dove potranno giustificarsi. Poi il verdetto: l'assemblea plenaria del Csm deve stabilire se, in base all'articolo 2 della legge sulle guarentigie, i cinque abbiano compromesso anche senza colpa 11 loro prestigio. Tanta celerità viene motivata al Csm con l'intenzione di riparare a lentezze altrui (il riferimento è ai vertici torinesi e milanesi che sapevano della delicata posizione dei cinque) e di chiarire subito una vicenda sulla quale non devono più restare ombre. L'eventuale trasferimento di Franca Viola Carpinterl, giudice a latere del cosiddetto «processo Zampini., non implica necessariamente conseguenze dirette sul processo. 11 magistrato potrebbe ricorrere contro la decisione davanti al Tar e poi davanti al Consiglio di Stato, restan¬ do al suo posto fino a quando la sentenza non fosse definitiva. Ma è chiaro che uh verdetto del Csm negativo per la dott. Carpinterl metterebbe l'intero collegio in grave difficoltà. Inoltre da Milano, dove è stata aperta un'indagine sui tre giudici del tribunale, potrebbero arrivare comunicazioni giudiziarie (un atto che comunque non implica alcun pregiudizio verso l'indiziato). La «corsia preferenziale» adottata per il procedimento sul cinque giudici piemontesi potrebbe Indirettamente rallentare l'esame delle pratiche che riguardano altri magistrati chiamati in causa nel corso di inchieste contro la malavita organizzata. Si indaga tra gli altri sul magistrato milanese Gino Alma (chiamato In causa dal pentito Epaminonda: ieri Alma, in una dichiarazione all'Ansa, si definisce 'Vittima della cattiveria altrui' e 'bersaglio di un sopruso.) e su quattro magistrati napoletani indiziati! dalla Procura di Salerno per favoreggiamento della prostituzione. La commissione referente dovrà inoltre accertare se, nel caso dei cinque magistrati piemontesi, 1 capi della Corte di Torino e la Procura di Milano si siano mossi con la necessaria tempestività, per accertare o dissipare sospetti. Vengono al pettine, tutti insieme, casi che pongono dubbi inquietanti e Investono due aspetti della crisi della giustizia: la questione morale nella magistratura, 1 rischi del «pentitismo». Ne fa cenno il ministro della Giustizia, Mino Martinazzolt, che ieri da Catanzaro ha ammonito «a non assecondare accuse che potrebbero rivelarsi semplici calunnie: tutte le volte che è in gioco la dignità e l'onestà di un magistrato occorre indagare con grande cautela e circospezione evitando atteggiamenti improntati a leggerezza e frettolosità-. Martlnazzoli però ha aggiunto che «di magistrati dobbiamo chiedere sempre più uno stile di vita estremamente severo poiché può capitare clic un qualsiasi contatto, sia pure iìivolontarìo e casuale, possa venir travisato». Critiche al Csm vengono intanto dal Sindacato nazionale magistrati: il Consiglio non doveva esaminare il «caso Torino» in seduta pubblica, dato che si era ancora nella fase preliminare. Guido Rampoldi
Persone citate: Epaminonda, Franca Viola, Gino Alma, Mino Martinazzolt
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