Nella Cee è tornata a salire l'inflazione

Nella Cee è tornata a salire l'inflazione In Grecia e Italia i maggiori rincari Nella Cee è tornata a salire l'inflazione BRUXELLES — L'indice dei prezzi al consumo nell'insieme della Comunità è salito dello 0.6 per cento tra il dicembre 1984 e il gennaio 1985. Gli aumenti maggiori sono stati registrati in Grecia (più 2,3 per cento) e in Italia (più uno per cento), ma incrementi relativamente forti si hanno pure In Germania (più 0.6 per cento), in Belgio (più 0.6 per cento), in Francia (più 0.5 per cento), in Danimarca (più 0.5 per cento), in Gran Bretagna (più 0.4 per cento) e nel Lussemburgo (più 0.3 per cento). L' Olanda fa eccezione, in parte per ragioni di carattere amministrativo, con un calo dello 0.2 per cento. Sull'interpretazione del dati di gennaio, che comportano un tasso di inflazione annuo del 5.5 per cento, considerazioni divergenti vengono fatte dall'ufficio statistico della Comunità europea e da fonti vicine alla commissione europea: il primo vi vede «una rottura del ritmo di decelerazione dell'inflazione», le seconde appaiono meno preoccupate e attribuiscono in sostanza l'accelerazione dell'inflazione In gennaio a fattori stagionali. L'ufficio statistico segnala, inoltre, l'eccezionale incremento dei prezzi nello stesso periodo in Spagna (più 4.3 per cento), un Paese candidato all'adesione alla Comunità europea. Ecco Paese per Paese, questi i tassi di inflazione nei Dieci a fine gennaio su base annua: GRAN BRETAGNA 5.0 per cento FRANCIA W per cento GERMANIA 2,1 per cento ITALIA 9,1 per cento BELGIO 5,0 per cento O LAND A 2,4 per cento DANIMARCA 5,8 per cento GRECIA 19,3 per cento La ripresa della produzione industriale dei dieci Paesi della Cee ha registrato Invece una flessione alla fine dell'anno scorso. Lo si rileva dalle ultime statistiche dell' Eurostat, l'ufficio statistico della commissione europea, rese note a Bruxelles. L'Italia, con un aumento del 3 per cento, si situa nel gruppo del Paesi vicini alla media, fra la Germania (+3,1) e la Francia (+2,7). In coda, si trova la Gran Bretagna, ma il suo +0.8 per cento viene attribuito in buona parte agli effetti degli undici mesi di sciopero dei minatori (nell'industria manifatturiera britannica, infatti, l'aumento della produzione è stato del 3.5 per cento).