Avremo il partito dei precari? di Clemente Granata

Avremo il partito dei precari? Parte da Napoli un'iniziativa degli insegnanti fuori ruolo Avremo il partito dei precari? Costituito un comitato, il «Canine», che potrebbe preludere alla presentazione di liste alle prossime amministrative di maggio - Il presidente dice: «Il 3 aprile organizzeremo un corteo a Roma, se non otterremo risultati positivi, imboccheremo la strada della rappresentanza politica» - Sono sotto accusa le due leggi di «sanatoria» DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Ci sarà una lista del docenti precari alle prossime elezioni amministrative? .E' molto probabile — dice la professoressa Angela Cortese —; noi non trascuriamo nulla per ottenere giustizia: appelli ai parlamentari perché presentino proposte di legge, dibattiti, manifestazioni, il 3 aprile organizzeremo un corteo lungo le strade di Roma. Se non otterremo risultati, cercheremo d'imboccare la strada della rappresentanza politica. Consensi? Siamo parecchi qui in Campania, parecchi nel Meridione, oltre sessantamila in tutt'Italia. Ci sostengono i nostri familiari e anche i familiari degli alunni. E poi quanti precari, quanti sottoccupati, al di là dello stesso settore della pubblica istruzione, ci sono nel nostro Paese? Noi ci rivolgeremo anche a /oro... Una denominazione, le liste dei precari già l'avrebbero: «Carime« («Comitato assorbimento ruolo idonei insegnan11 medi ed elementari») di cui e presidente nazionale la stessa professoressa Cortese. Il Comitato raggruppa, nell'intera penisola, gli .emarginati, i poveri della scuola-, come si definiscono gli stessi interessati. E c'è chi si domanda con fondamento dove, se non a Napoli, che già anni or sono vide affermarsi il fenomeno dei disoccupati orga- nlzzati con tanto di rappresentanza parlamentare, avrebbe potuto sorgere e concretizzarsi l'idea originale di un'organizzazione del precariato. Vale a dire l'idea di favorire il sorgere di un «movimento» nazionale e di dare poi un punto di riferimento stabile a un complesso di persone che appaiono molto poco omogenee. Grandi imputate sono le leggi 270 del 1982 e 270 bis dello scorso anno. Per la verità, con le disposizioni in essa contenute si sistemò, immettendola in ruolo, una quantità di docenti più che considerevole: oltre centomila persone. Ma era cosi intricata la giungla del personale Insegnante che furono trascurate alcune fasce: per esemplo, quella dei supplenti annuali forniti di abilitazione all'insegnamento ottenuta con riserva o quella dei supplenti annuali del provveditorato (anno 1981-82) non abilitati. Questi ultimi, scrive 11 coordinamento di Torino, •dovevano essere equiparati agli incaricati del 1980-81 e, invece, non sono considerati ai fini del conseguimento di un'abilitazione speciale. Pertanto, essendo considerati per l'immissione in ruolo solo i supplenti annuali 1981-82, muniti comunque di un'abilitazione, e non essendo equiparati i supplenti annuali agli incaricati, vengono ad essere illegittimamente esclusi anche tutti i supplenti che fino al 1983-84 hanno rivestito lo stesso stato giuridico e i supplenti dei presidi su cattedra vacante, molti dei quali già abilitati.. Alcuni precari la mettono un po' malamente in politica, affermando che sono vittime di •provvedimenti repressivi., decisi dal ministero per danneggiare «i rappresentanti di un modo democratico di fare scuola.; altri, come a Napoli Angela Cortese, più amaramente osservano: 'Spesso, troppQ.spesso l'immissione in ruotò è stata questione di fortuna più che di capacità. Ora, le fasce di precariato escluse dalle norme rischiano di dissanguari in una tipica guerra dei poveri per ottenere un posto.. E alcuni precari di Cagliari e di Torino: «Le categorie non prese in considerazione dalle leggi per l'immissione in ruolo possono sostenere regolari concorsi. Ma sono fatalmente sopravanzate dalle nuove leve, fresche di studi nozionistici e più. adatte, quindi, a sostenere un esame di quel tipo.. La controproposta? .Eccola — rispondono gli interessati —; prevedere una sessione speciale d'esami riservata ai supplenti annuali nominati dal 1981 ai nostri giorni; in questa sessione, ai fini del punteggio, si dovrebbe tener conto della professionalità conseguita con l'insegnamento. Sarebbe anche opportuno fare una graduatoria nazionale ad esaurimento per evitare le incongruenze delle scuole provinciali.. .Ma noi andiamo oltre — affermano a Napoli — e chiediamo la riforma del reclutamento, la specializzazione degli insegnanti, l'istituzione, ovunque, di un gran numero di scuole materne.-. C'è chi rileva che si tratta di richieste, propositi, obiettivi legittimi, ma non manca di sottolineare che.essi urtano contro la volontà del ministro Falcucd, più volte enunciata, di aprire d'ora innanzi le scuole soltanto agli insegnanti che hanno superato concorsi a numero limitato di posti, dunque selettivi. Dietro questa decisione, si afferma, non c'è una volontà .repressiva., ma l'intenzione di ridare efficienza all'insegnamento eliminando Y.ope legis. e la constatazione che ormai la scuola non può più permettersi assunzioni massicce di insegnanti. I precari, sotto questo aspetto, altro non sarebbero che la prima pattuglia di folti gruppi di disoccupati intellettuali. Se ciò fosse vero, che cosa potrebbe fare il precario divenuto onorevole per cambiare la situazione? Clemente Granata

Persone citate: Angela Cortese