Capirossi: «Questo è terrorismo»

Capirossi: «Questo è terrorismo»1 Capirossi: «Questo è terrorismo»1 Il presidente ha perso la sua tradizionale ironia: «Una volta tiravano le bombe, ora fanno queste cose, più vili» Il pericolo che il processo per lo scandalo delle tangenti venga rinviato alle calende greche sembra scongiurato, almeno per ora. Giancarlo Capirossi, il presidente che in questi tre mesi di udienze ne è stato abile regista, non ha alcuna Intenzione di gettare la spugna e buttare al vento tutto 11 lavoro e i sacrifici che il giudizio è costato finora. mio vado avanti: non vedo perché dovrei interrompere il procedimento-, ha confermato ieri ai cronisti. Il groviglio di voci e sospetti, il clima cupo che da qualche giorno avvolge la cappella sconsacrata, in via delle Orfane 20, hanno però segnato anche Capirossi. Per 38 udienze 11 giudice ha dominato la tensione che aleggiava nell'aula con ironia sferzante, motti di spirito e battute. Ora sembra un po' stanco. Alto, massiccio, una corona di capelli sulla nuca, risponde quasi a fatica alle domande del cronisti. Il tono paziente, il fare sornione e bonario che aveva scandito finora le udienze, anche le più arroventate, sono un ricordo. Capirossi si passa spesso la larga mano sul viso per placare la tensione, la grande amarezza che lo turba: -Questo è terrorismo. Una volta tiravano le bombe, ora fanno altre cose. Anche più vigliacche. Ieri sera tutta l'Italia ha saputo dalla televisione che sono sotto inchiesta. Ma per che cosa? Per nulla». Capirossi inforca e toglie gli occhiali in continuazione, fuma nervosamente una si¬ garetta. Di lui e del colleglli Antonio Tribisonna e Franca Viola Carpinteri avrebbe parlato Giuseppe Muzio, catenese, 30 anni, giudicato per droga dalla seconda sezione 11 16 novembre '82. In quel processo l'imputato, conosciuto come m'O soldo falso-, avrebbe ricevuto, a suo dire, un trattamento di favore dal giudici. Capirossi mostra la sentenza: -Ecco, vedete, in quel processo lo non c'ero neppure. Muzio? Ricordo ai tempi del liceo un Muzio Scevola, questo Muzio qui deve venire dagli inferi: Il collegio che giudicò Muzio era presieduto dalla dott. Franca Viola Carpinteri, con giudici a latere Antonio Tribisonna e Antonio Grassi. Quest'ultimo, ora trasferito a Firenze, scrisse poi la sentenza. Muzio fu condannato a un anno e 4 mesi di carcere e 2 milioni e 800 mila lire di multa: pena confermata integralmente dalla corte d'appello il 6 luglio '83. Per un altro imputato, processato con Muzio, in secondo grado la condanna venne alleggerita. Capirossi domina a stento la tensione: -Tutto ciò è assurdo. Leggo sui giornali che qualcuno al Consiglio supe^riore della magistratura, in seduta pubblica, ha riferito ,clie un pentito ha fatto i nostri nomi. Mi chiedo se sia una cosa normale. Per ora invierò un telegramma al Consiglio superiore per protestare. E un altro lo invierò alla Rai che ieri sera ha diffuso il servizio di Biagl per una smentita. Poi potrebbe arri- vare anche la querela per diffamazione-. n presidente continua: •L'anno scorso abbiamo celebrato circa 1300 processi, il doppio delle altre sezioni. Questo è il premio per chi lavora sodo. Sono da trentanni in magistratura, non avrei mai immaginato di vedere e sentire certe cose. Sono toscano, della Lunigiana, la prima cosa che ho imparato dove sono nato è ignorare gli intrallazzi piccoli e grandi: Per un attimo riaffiora l'ironia: «i4 volte diciamo che non si curano di noi e non ci premiano. Vedete che ogni tanto qualche cosa arriva: Ma questi pentiti quali accuse fanno? Capirossi commenta: 'Offro una taglia a chi mi dà notizie su di loro. Ho un'auto del '69, se mal potrei regalare quella-. L'amarezza lo travolge: • Capisco che se un magistrato va a cena con una persona poi uccisa si apra un'indagine su di lui. Ma che si attacchino, come nel mio caso, a niente per diffamarmi... Certo, a volte vien voglia di mollare tutto Ma perché accadono queste cose? Capirossi accende un'altra sigaretta e conclude: •Da quando la magistratura non si interessa più soltanto di ladri di polli sono aumentate le polemiche e le strumentalizzazioni non sono dei fatti ma delle invenzioni-. La collega Franca Carpinteri fa partire un'accusa pesante al giudice istruttore Poggi: «Quello che ha scritto nella sua ordinanza del dicembre scorso e che ho letto su "La Stampa" di oggi è assolutamente falso. Non è vero che siano state registrate telefonate tra me e l'imputato Gonella mentre questi era sotto inchiesta. Per questa storia ho già reclamato». , Il cronista un po' Imbara*» „i zato chiede al giudice Tribisonna: •£' vero che la procu- v ra di Milano le ha inviato una comunicazione giudiziaria?». Il magistrato risponde duro: •Non ne so assolutamente, nulla». L'udienza di ieri è stata ancora dedicata ai testimoni chiamati dalla difesa. Davanti al giudici sono sfilati 11 rettore del Politecnico prof. Straglottl, U capogruppo pei In Regione Bontempl, U consigliere regionale pel Blazzi, l'assessore regionale psdi ai trasporti Ceruttl, il consigliere regionale pli Turbiglio, l'assessore regionale pel alla cultura Ferrerò. L'altro giorno era stato anche sentito Giuliano Ferrara, già capogruppo in Comune e uscito dal pel nell'83. Il processo riprenderà lunedi alle 10: sarà sentito come teste il capitano del carabinieri Muggeo, di Venaria. L'udienza si annuncia tempestosa: l'ufficiale che ha avuto un ruolo Importante all'inizio dell'inchiesta dovrà rispondere al fuoco di fila delle domande dei legali. Questi ultimi sono sempre più decisi a riprendere la battaglia per estromettere dal processo le Intercettazioni telefoniche. Nino Pietropinto mulinili iiiiiiiiiiuiiiuiiiuiiiimmiiiiiiimii Capirossi: «Tulio per un processo che non ho neppure Tatto»

Luoghi citati: Firenze, Italia, Milano, Venaria