Dentro le provette lo zoo degli animali in estinzione

Dentro le provette lo zoo degli animali in estinzione Dentro le provette lo zoo degli animali in estinzione LE «madri In affitto, stanno incominciando a fare la loro comparsa anche tra gli uomini, suscitando roventi polemiche di natura etica, religiosa e giuridica. Tra gli animali domestici invece sono già in voga da alcuni decenni, insieme con le banche di sperma congelato e la fecondazione artificiale. 61 vuole ottenere la progenie di. una bovina di pregio tròppo avanti negli anni? Basta Iniettarle al momento giusto uno speciale cocktail di ormoni per indurla a produrre parecchi ovuli che, fecondati artificialmente (la fecondazione naturale, con la monta del toro, è ormai ricordo d'altri tempi), vengono trapiantati nell'utero di femmine giovani di scarso pregio genetico. Il successo è assicurato. Però, sia nel caso dell'uomo sia in quello del bovini domestici, 11 trapianto di embrioni avviene tra individui della stessa specie. Da qualche tempo a questa parte invece si sta tentando un'impresa assai più ardua: il trapianto di embrioni da una specie ad un'altra, sia pure affine alla prima. Lo si sta facendo negli zoo per cercare di salvare specie selvatiche minacciate di estinzione. Se ne è parlato alla «Quarta conferenza mondiale sull'allevamento in cattività delle specie minacciate», che si è tenuta recentemente in Olanda., Il primo clamoroso risultato in questo campo si ottenne a New York nel 1981. In quell'anno, allo zoo del Bronx una vacca da latte di razza Holsteln diede alla luce un vitellino Gaur, rarissimo bovino selvatico di cui rimangono solo duemila esemplari in India e centodieci in cattività. La vacca era, manco a dirlo, una .madre In affitto.. Circa un anno prima del lieto evento, un gaur femmina, prelevato dal gruppo di 16 individui ospiti dello zoo newyorkese, era stata sottoposta a uno speciale trattamento ormonico mirante a ottenere una supcrovulazlone. La si fece accoppiare quindi con un gaur maschio e, a fecondazione avvenuta, si riuscì a farle esj)cllere, mediante energica irrigazione degli ovidotti, quattro delle uova fecondate che furono immediatamente Inserite nell'utero di altrettante vacche 11 cui ciclo riproduttivo era Stato previamente Sincro., nizzato con quello della femmina gaur mediante iniezioni di prostaglandinc. I primi risultati furono deludenti. Uno degli embrioni non riuscì neanche ad attecchire nell'utero ospite, un secondo venne abortito spontaneamente dopo cinque mesi di gestazione e un terzo nacque morto, nove mesi dopo il trapianto. Rimaneva l'ultimo, quello impiantato nella vacca Flossle, e su di lui si appuntava l'ultima speranza del ricercatori. Speranza che non andò delusa. Flos¬ Ifigli della provetta sono sulle nostre tavole. Manzi e polli, maiali e agnelli, conigli e capretti nascono ormai un poco ovunque mediante la fecondazione artificiale. Il merito va a Lazzaro Spallanzani, biologo pavese, che nel 1783 fece nascere tre cagnolini... ma solo un secolo dopo altri zoologi hanno ripetuto l'esperimento. Non si era forse riconosciuta l'importanza pratica di questa possibilità. Essa rimase inutilizzata fino alle fine della prima guerra mondiale, quando un gruppo di veterinari, diretti da Ilia Ivanov. riuscì a ricostituire molto rapidamente il patrimonio zootecnico che era stato distrutto. Fu un successo di tale portata da muovere tutto il piccolo universo degli addetti al lavori. Oggi queste pratiche sono ormai una felice realtà: due tra 1 più attivi operatori in questo caini*» hanno pubblicato In questi mesi un manuale destinato al pubblico più vasto. Certo non slamo nel campo del «fai da te., ma Roberto Spelta e Erasmo Corbella nel loro • Tecniche di fecondazione artificiale- (Clesav, Milano 1984) spiegano proprio tutto, facendo uscire dal mistero anche 1 particolari più Interessanti. 61 viene cosi a conoscere un fitto e vivace repertorio di astuzie, praticate nel diversi centri dov'è vivo l'entusiasmo per questa biotecnologia in grande sviluppo: Oolden Oenes, Semen Italy, Ital Genetics. Intermlzoo e cosi via. 61 può conoscere una serie di indici, calcolati per esprimere una Tecniche eli fecondazione artificiale Successo del concorso «Tuttoscienze» sle portò felicemente a termine la gravidanza e dopo 308 giorni partoriva un vitellino gaur cui fu imposto 11 nome di Manhar (.colui che conquista 1 cuori.). Era una svolta Importante nella storia dell'allevamento artificiale, perché indicava la possibilità concre- Secondo l'Unione internazionale per la conservazione della natura stannoper estinguersi 350 specie di mammiferi, 400 di uccelli e rettili 193 di pesci e più di 25 mila specie di piante. La salvezza verrà forse dai laboratori biologici ta di fronteggiare la minaccia di estinzione di specie in pericolo con la tecnica di supcrovulazione e l'impiego di specie affini relativamente comuni, come madri surrogato. La tecnica della supcrovulazione è di particolare efficacia negli ungulati. Il risultato record è quello di Betsy Dresser. direttore del «Centro di ricerca sugli animali selvatici» di Cincinnati. La studiosa americana è riuscita a ottenere in un'antilope alclna femmina (Taurotragus oryx) 31 embrioni al posto di uno solo, come avviene In natura. Si deve alla stessa Dresscr il primo trapianto di embrioni del mondo ottenuto tra specie esotiche. Scopo della ricercatrice quello di far riprodurre In cattività 11 Bongo (Taurotragus euryceros). forse la più bella fra tutte le antilopi d'Africa, sempre più rara e minacciata In natura. Embrioni di bongo allo stadio di un centinaio di cellule ciascuno hanno viaggiato da Los Angeles a Cincinnati, in un paio dì provette che la studiosa si è tenuta al caldo, a contatto con la pelle, durante 11 viaggio in aereo. Appena arrivati allo zoo di Cincinnati, gli embrioni sono stati prontamente trasferiti In antilopi alclne femmine preparate ad accoglierli. Nove mesi dopo, il successo dell'operazione: una delle .madri In affitto» dà alla luce un vitellino bongo sano e vivente. Non importa che solo una parte degli esperimenti abbia esito positivo. Quel che conta è che l'esito positivo, almeno In qualche caso, vi sia. Per due anni consecuti¬ di attuare la fecondazione. Anche in questa fase entrano in gioco abilità manuali e strumentazioni molto complesse. Siringhe speciali, come il «plsio/ef. per le' bovine. La collaborazione di un verro detto «ruffiano, dagli operatori per scoprire le scrofe recettive e poi l'abile uso di un catetere che simuli l'organo copulatole del maschio. Il braccio d'un uomo, per le cavalle, lungo 11 quale scorre poi un tubo sottile. Iniezioni intraperltoneali per le tacchine. Talvolta si sostiene, a torto, che il futuro è già cominciato. In altri casi un mutamento nel modo di pensare o di una tecnologia avviene in modo cosi graduale e «spontaneo, che nessuno se ne accorge. Oggi Il 99 per cento delle fecondazioni di bovine è determinato dagli uomini In Danimarca e Israele, il 65 per cento in Urss, il 50 per cento negli Usa. 11 42 da noi. Tutto aveva avuto inizio negli Anni Trenta e la tecnica, complicandosi e migliorando, si era diffusa soprattutto perché l'assenza di contatti tra maschio e femmina evitava la trasmissione di diverse malattie, come la leptosplrosl. la tricomonlasi. la brucellosi. Un altro «grande balzo, si è avuto quando gli allevatori si sono resi conto che la fecondazione artificiale poteva apportare un grande aluto al miglioramento genetico. Un toro usato In tal modo e prescelto per le sue qualità diviene cosi padre per centomila volte e le caratteristiche desiderate possono essere moltiplicate molto rapidamente. Ettore Tibaldi vi, nell'83 e nell'84.1 ricercatori dell'Istituto di Zoologia dello zoo di Londra cercano di raccogliere embrioni di zebra e di cavallo selvatico (Equus preeivalskii). capostipite del cavallo domestico. Nel perlssodattlli (cui zebre e cavalli appartengono) le cose sono più difficili che negli ungulati. Tuttavia gli studiosi ci riescono In 25 esperimenti su 43. Una volta raccolti gli embrioni, le prospettive sono due: o si conservano surgelati o si trapiantano al più presto in madri adottive. Philip Summers dello zoo londinese propende per questa seconda strada. Si mette In macchina e fa una volata fino all'.Unità di fertilità equina, di Cambridge, portandosi dietro, nel taschino della camicia, zebre e cavalli di Przewalskl In embrione. L'8 giugno 1984 l'operazione segna 11 primo goal: da un Pony femmina nasce 11 primo cavallo selvatico In provetta. DalVacquacoltura i I risultati positivi si sono ottenuti slnora col trapianto di embrioni tra specie strettamente imparentate, appartenenti allo stesso genere: gaur (Bos gaurus) e bue (Bos primigenius); bongo (Taurotragus euryceros) e antilope alclna (Taurotragus oryx); pony (razza nana del cavallo domestico. Equus przewalskix caballvs) e cavallo selvatico (Equus preewalskil). Ma Philip Summers ha illustrato alla recente conferenza mondiale l'ultimo traguardo raggiunto dagli sperimentatori in Inghilterra e nella Germania Federale. Per la prima volta e riuscito 11 trapianto tra specie appartenenti a generi diversi, con una tecnica quasi da fantascienza Una delle ragioni per cui tanto spesso il trapianto fallisce è che non si forma In maniera corretta la placenta. Per ovviare a questo inconveniente, gli studiosi l cibo del futuro sono ricorsi a una delicatissima operazione di microchirurgia. Hanno svuotato del suo contenuto un uovo fecondato di pecora nei primissimi stadi di sviluppo, lasciando intatto lo strato cellulare esterno (il cosiddetto «trofoblasto-). proprio quello che dà origine alla placenta. Poi. dopo aver Isolato dal rispettivo trofoblasto la • masserella cellulare Interna (quella che dà origine a1-" l'embrlone). di un uovo fecondalo di capra, hanno trapiantato quest'ultima nel trofoblasto di ]>ecora precedentemente preparato. Qualcosa di simile a quello che si fa In cucina, quando si svuota un uovo sodo, lasciando solo li bianco, e si sostituisce ti tuorlo con un opportuno ripieno. In tal modo, nell'utero di una pecora appartenente al genere Ovis è stato possibile far nascere un capretto del genere Capra. I. Lattes Colfmann

Persone citate: Betsy Dresser, Bongo, Erasmo Corbella, Ettore Tibaldi, Ilia Ivanov, Lattes, Lazzaro Spallanzani, Philip Summers, Roberto Spelta