Alla scoperta di una civiltà: libri, mostre e un congresso

Alla scoperta di una civiltà: libri, mostre e un congresso Alla scoperta di una civiltà: libri, mostre e un congresso apparato iconografico contribuisce ad offrire un quadro storico attento alle caratterizzazioni locali (risorse naturali, produzione, scambi) e ai meccanismi di organizzazione e di controllo sociale (civiltà urbana, forma del potere, miti e riti). Lo stesso Cristofani ha pubblicato di recente La scoperta degli Etruschi. Archeologia e antiquaria nel IL decano degli etruscologi, Massimo Pallottino (di cui Hoepli sta per ripubblicare, in una settima edizione ampiamente rifatta, la fortunatissima Etniscologia), è l'autore di una Storia della prima Italia (Rusconi, pp. 254, L. 20.000) che ripropone titolo e tema di una mostra di Bruxelles del 1980 (poi anche a Roma). Con mano competentissima, Pallottino tenta un'Immagine storica del mondo italico in bilico fra tendenze unitarie e pluralismo locale: un'Italia che è presentata come un aspetto «regionale* della storia antica, di cui Roma non è, sul principio, che ben piccola parte. In questo quadro, gli Etruschi sono introdotti come uno dei popoli della «prima Italia», autonomamente caratterizzato per lingua, cultura e istituzioni, eppure solidamente radicato nella Penisola e sul Tirreno. Gli Etruschi. Una nuova immagine (Giunti-Martello, pp. 254, L. 70.000) è un libro curato da Mauro Cristofani, dove il curatore e altri sette autori (M. Gras, W.V. Harris, A. Maggianl, M. Martelli, H. Rtx, E. Simon, M. Torelli), tutti fra i maggiori specialisti del campo, sono riusciti nella difficile impresa di presentare, per grandi temi, un quadro aggiornatissimo e piano delle nostre conoscenze sugli Etruschi e la loro civiltà. Un ampio e intelligente '700 (Consiglio Nazionale delle Ricerche, pp. 194, L. 40.000) che. sebbene uscito in una collana dall'aria strettamente specialistica, si raccomanda alla lettura per qualità d'informazione e di scrittura: e il processo dal De Etruria regali dello scozzese Thomas Dempster (omaggio cortigiano a Cosimo II dei Medici) all'etruscheria del '700, e poi fino Moneta vol voli., pp. 956): l'autore, che «intende segnare un nuovo corso della scienza», e nella prima pagina si paragona due volte a Galileo, è convinto dell'origine accadica (dunque semitica) di tutte le lingue europee, etrusco incluso. Chi voglia chiare e attendibili notizie sullo stato delle conoscenze sulla lingua etrusca legga dunque le limpide pagine di H. Rlx nel volume (citato sopra) Gli Etruschi. Una nuova immagine. Altri libri sì annunciano: Laterza ha appena ripubblicato la Storia degli Etruschi di M. Torelli (pp. 302, L. 40.000. prima edizione 1981), e annuncia, delio stesso autore, una nuova Arte degli Etruschi; Einaudi sta per rilanciare L'arte degli Etruschi. Produzione e consumo (pp. 228, L. 20.000, prima ed. 1978) di M Cristofani, che cura anche (per GiuntiMartello) un Dizionario della civiltà etrusca, in stampa. La Scala Edizioni (Firenze) ha in stampa La terra degli Etruschi, dove vari autori (L. Rombai, R. Grifoni, M. Bonamici, A. Ricci, R. Francovich) tracciano un quadro dell'Etruria, per aree, dalla preistoria all'alto Medio Evo. Infine, Panini (Modena) sta per pubblicare La villa di Setteflnestre, monumentale edizione, che si preannuncia esemplare, dello scavo (diretto da Andrea Carandinl) di una villa dell'Etruria romana, s. s. alla nascita dell'etruscologia, si presenta come un interessante capitolo di storia culturale. Notevole contributo alla conoscenza dell'artigianato artistico è il libro di G. Cateni e F. Fiaschi, Le urne di Volterra (Sansoni, pp. 196, L. 65.000), dove un'ampia serie di sapienti fotografie si accompagna a un testo accortamente equilibrato fra ampiezza e chiarezza dell'informazione specifica e più originali suggestioni (p.es., sul teatro degli Etruschi). L'oro degli Etruschi (De Agostini, 1984, pp. 344, L. 75.000) è dedicato a un aspetto famoso e affascinante dell'artigianato etrusco: gli autori (M. Cristof ani, M. Martelli, G. Cateni, M.A. Rizzo, E. Formigli) presentano quasi trecento oggetti, con schede accurate e fotografie quasi tutte eccellenti. La lingua etrusca è il tema di un libro di P. Bernardini Marzolla (L'etnisco. Una lingua ritrovata, Mondadori, pp. 262, L. 18.000), che senza competenze né misura tenta l'impresa disperata di dimostrare che l'etrusco è una lingua indiana affine al sanscrito. Se possibile ancor più dilettantesco è il ponderoso libro di G. Semerano (Le origini della cultura europea. Rivelazioni della linguistica storica. In appendice: 11 messaggio etrusco, Olschkl, 2 Moneta volterrana E9 la Toscana che ha assunto (com'era naturale) il ruolo principale nel lancio e nella gestione delle mostre dell'anno degli Etruschi. La formula è quella delle mostre a configurazione «stellare»: una mostra centrale a Firenze, con funzioni di raccordo e informazione generale, organizzata intorno a oltre tremila oggetti di produzione etnisca, e dieci mostre tematiche dislocate in tutta la regione. Ancora a Firenze, nel sotterraneo degli Innocenti, «La fortuna degli Etruschi», ad Arezzo, una mostra sui santuari; a Siena, sui palazzi e i centri del potere; a Volterra, sulla produzione artigianale (con una sezione della stessa mostra a Chiusi); a Portoferraio (con sezioni a Populonia e a Massa Marittima) sulle miniere e la metallurgia; a Orbetello, sulla romanizzazione dell'Etruria e l'assetto economico e sociale della regione sotto i Romani; infine, a Cortona sull'Accademia etrusca e le etruscherie del Settecento. L'apertura delle mostre è prevista nella seconda metà di maggio, la durata fino a tutto ottobre. A fine maggio, Firenze ospiterà il II Congresso internazionale etrusco (il primo si era svolto nel 1927). Altre mostre sono in preparazione nelle altre regioni toccate dalla civiltà etnisca. A Perugia saranno esposte le grandi iscrizioni etnische, compresa la famosa «benda» di lino della mummia di Zagabria; a Orvieto sarà riallestita la collezione Faina. Nel tardo autunno, e nell'anno prossimo, si aggiungeranno altre mostre a Mantova, a Viterbo, a Roma e in Campania, mentre Bologna prepara per il 1986 una mostra sulla formazione della città in Emilio, dove avranno grande posto centri etruschi come Spina e Marzabotto.