Un medico dei Savoia

Un medico dei Savoia Un medico dei Savoia Medico personale di Amedeo di Savoia, Edoardo Borra ha scritto un libro di ricordi sul terzo duca d'Aosta, viceré di Etiopia. Discendente da una famiglia che, in vario modo è sempre stata al servizio di Casa Savoia, Edoardo Borra, con alle spalle una specializzazione in malattie tropicali, ha seguito per tutta la vita, in pace e in guerra, Amedeo di Savoia, e gli è stato vicino fino alla morte, avvenuta a Nairobi nel'42. Borra ha steso le memorie di «Amedeo di Savoia, terzo duca d'Aosta e viceré di Etiopia» in oltre 350 pagine ricche di fotografie e documenti inediti che la Mursia pubblicherà a marzo. sta compattezza corrisponde quella della disciplina che studia gli Etruschi. L'etruscologia è, come tale, un prodotto made in Italy (il cui padre fondatore è Pallottino): e, rispetto alle altre discipline storiche del mondo antico, ha un carattere interessante e singolare: mentre lo studio della civiltà greca o romana è frammentato fra varie competenze specialistiche (letteratura, lingua, arte, epigrafia, numismatica, archeologia di scavo...), l'etruscologo dev'essere tutto questo insieme; e può esserlo, visto che ha a che fare con un complesso di dati che è am¬ lenta scomparsa dell'etnisco, che si consumò in età romana, ha ridotto drasticamente le testimonianze della loro lingua, che resta ancor oggi la parte meno nota della loro cultura: ed ecco perché chi concepisce la «rivelazione del mistero etrusco» come un giallo o una caccia al tesoro sceglie a proprio campo la lingua. Un altro aspetto del «mistero» etrusco, l'alone funebre e mortuario che sembra circondarne la civiltà, e il prodotto combinato di due fattori: da un lato, si tratta di un popolo «morto» (ma non più dei Sabini, dei Siculi o dei Bruzi: tutti non che la lingua etrusca è sempre meno misteriosa via via che la si studia, e solo la scarsità delle testimonianze e l'isolamento rendono più lento il cammino. Certo: ma bisogna pur dire che se non ci fosse il mistero etrusco non ci saremmo neanche noi a dire che non c'è; né 1*85 sarebbe «l'anno degli Etruschi». Gli stessi fatti che segnalavano agli Antichi la singolarità degli Etruschi (e in primo luogo la loro lingua) disegnano oggi per noi la loro immagine: unitaria pur nelle varietà locali, «compatta» territorialmente, conclusa nel tempo. A que¬ sterminati, ma assimilati da Roma); dall'altro, per secoli non si scavarono, degli Etruschi, che le necropoli, e l'immagine che se ne ricavava era (inevitabilmente) tutta orientata verso l'oltretomba. Non per niente Luchino Visconti ambientò Vaghe stelle dell'orsa in una Volterra esangue, e come sull'orlo di un abisso. A ogni domanda sul «mistero etrusco» gli addetti ai lavori reagiscono con fastidio, e spiegano che la cultura etrusca non è affatto un mistero, radicata com'è fra quelle dell'Italia antica (e ricchissima di contatti e affinità con quella greca); e

Persone citate: Amedeo Di Savoia, Borra, Edoardo Borra, Luchino Visconti, Pallottino, Savoia

Luoghi citati: Aosta, Etiopia, Italia, Nairobi, Roma, Savoia