La Polonia di Michener

La Polonia di Michener La Polonia di Michener Rea: Personaggi? L'unico personaggio oggi è la massa James A. Michener pubblicherà con Bompiani, entro febbraio, «Il romanzo della Polonia». Autore di «Sayonara», «I ponti di Toko-ri», «La baia», «Space», l'autore americano, ha scritto, con «Il romanzo della Polonia», un ritratto in sette secoli, dal Duecento ai nostti giorni, dall'invasione dei tartari alla guerra contro la Svezia, dalla minaccia ottomana alla dominazione nazista, fino alla Polonia di papa Wojtyla. Michener, che racconta la storia con la tecnica di un romanziere di successo, ha scelto la Poloni?, perché millenario nodo di complicazioni politiche ed etiche, religiose e razziali, punto dolente fra Est ed Ovest: si prestava ad essere descritta come una grande e drammatica epopea umana. NAPOLI — E così, tra le novità del 1985, torna in libreria anche Domenico Rea. Per Rusconi, la prossima settimana, esce «Il fondaco nudo», raccolta di trentadue racconti di un Rea sempre più coerentemente neo-realista. Guaì, però, a chi si presenta in casa Rea con la domandina sul ritorno in libreria. Mimi Rea un po' sorride, ma un po' se la prende. «Questa è una grande balla. Io ho sempre scritto e sempre pubblicato. Solo che, non avendo bisogno di scrivere per sentirmi qualcuno, scrivo quando ne sento la necessità. E poi, come sempre, se non accade, non scrivo In questi anni, in effetti, Rea ha sempre scritto e sempre pubblicato. «Ma, pur avendo alle spalle Mondadori, mi è piaciuto pubblicare piccole raccolte, piccoli saggi, con piccoli editori napoletani. Al contrario di altri, nelle rispettive regioni... E' che a me interessa 11 giudizio di pochi. Anzi, che dico: quasi di nessuno. Sono uno scrittore, non un letterato, per nulla affetto da presenzialismo. Più che pubblicare, mi place scrivere... Al battesimo del Pippo Baudo, in televisione, non ci andrei nemmeno cadavere». Piace, a Mimi Rea, che parla nel salotto di casa, al Vomero, e non riesce a star zitto e seduto un momento, la definizione di «unico scrittore plebeo d'Italia». Per la verità, un'autodefinizione. E se la ripete, sicuro e divertito. «Sono convinto che non siamo in un'epoca dove il linguaggio è tutto, specialmente nella letteratur? italiana che ha una ingombrante tradizione classica alle spalle: basta un qualsiasi linguaggio corrente. E non credo che ci sia qualcuno, oggi, in grado di giudicare un altro... Resta il fatto, comunque, che mi considero l'unico scrittore plebeo...... Il «Fondaco», nella Napoli del '600, era un grande camerone, una riunione di «bassi» comunicanti, dove dormivano, uno sull'altro, in una promiscuità totale, immensa. Ma «Il fondaco nudo», al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, non è una raccolta di novelle napoletane. «Più che napoletano — precisa Rea — sono uno scrittore meridionale. Su trentadue racconti, solo una decina sono su Napoli. Napoli è un'eco. C'è soprattutto il Sud, la Campania, la sua realtà, le sue trasformazioni. E' la testimonianza di uno scrittore che ha visto e vissuto. Un catalogo, un riassunto per campioni...». La novella «Il fondaco», dà il titolo alla raccolta. Novelle o piuttosto saggi? «Non lo so nemmeno io, non so mai la differenza». Un libro, prevede Rea — modestia, falsa modestia, scaramanzia? — che non avrà granché successo. «Anche se gli argomenti sono brutali, questi scrìtti non possono diventare popolari. Io ho voluto ricordare che abbiamo di- Domenico Rea a Napoli menticato il corpo. Che esistiamo come entità corporea. Che la conoscenza del rapporto tra la vita e la morte — in questa Italia iper-razionale dove però gli astrologi fanno affari d'oro — è sempre un miserabile passaggio». Su trentadue novelle soltanto otto sono già edite. «Ci metto tempo a scrivere, molto tempo. Una novella mi costa il tempo di un romanzo. Può accadere che, alla fine, il risultato sia un topolino: però mi costa un'enormità di tempo. E sarò ritardato, comunque la novella «// fondaco- mi ha occupato sette mesi, le 60 pagine di manoscritto le ho ridotte a 14... Suvvia, è come ho detto prima: non avendo bisogno di scrìvere per sentirmi qualcuno, scrìvo quando ne sento la necessità». Concetto, questo, che Rea ripete spesso: e l'intenzione è quella della polemica. E' l'unico scrittore plebeo, o no? «Il fondaco nudo» è diviso in tre sezioni. «La prima, "Medio Evo", si ferma al 1960, all'avvento del consumismo. La seconda, "Interregno", Inizia quando abbiamo cominciato a perdere le tradizioni: vedi chi se ne va a Mauritius in inverno e altri comportamenti analoghi. La terza è "Work in progress": è il nuovo mondo, il mondo orrido che ci aspetta, che ci porterà a due gigantesche dittature, Reagan e Cernenko». Un Rea che sembra pessimista: «No, non proprio pessimista: io accetto questa realtà. E la costruzione della raccolta è quasi un libro di storia, la mia storia...». Il Rea che «se non accade non scrivo» nel «Fondaco nudo» c'è tutto. «In una novella parlo del Re: l'ho visto da vicino, mi ha messo una mano tra 1 capelli: erano pieni di pidocchi. In un'altra c'è quanto mi è capitato una calda mattina d'estate: entro In banca con un bel vestito azzurro, bella camicia bianca, bella cravatta e belle scarpe inglesi, profumato come una cocotte, allegro e distinto. Attorno a me si fa il vuoto, come attorno ad una belva. Erano tutti vestiti casual. Il direttore mi avvicina, stupito. "Ma professò — mi fa — voi state vestuto". Capito a che punto siamo?». • Rea racconta la sua storia vissuta e la storia vissuta dai napoletani e dal Sud. «Trovo presuntuoso, oggi, uno scrittore che parla di un personaggio. L'unico personaggio, oggi, è il personaggio-massa. Non la Contessa, ma le contesse, non l'Operalo che si alza alle 7 del mattino e va a lavorare ma milioni di operai che si alzano alle 7 del mattino e vanno a lavorare. Non potrebbe esistere, oggi, un capolavoro come 'Madame Bovary": a chi sfizla più una signora che mette le coma al marito? Al retrodatati, e basta. Oggi, si potrebbero buttar via intere biblioteche...». Giovanni Cerniti

Persone citate: Cernenko, Domenico Rea, Michener, Michener Rea, Pippo Baudo, Reagan, Space, Wojtyla