«Addio, addio, mio ultimo amore» di Maria Antonietta Macciocchi

«Addio, addio, mio ultimo amore» «Addio, addio, mio ultimo amore» Susanna Agnelli, l'Argentario e altre passioni inglese attraversa gli eventi, anche i più aspri. Stile di vita. Galateo politico, nella testarda questua della verità, della sincerità nei rapporti. Nel libro, con mano ferma, la donna ricostituisce la sua integrità tra pubblico e privato. L'amore quasi stendhaltano per Cesare Garboli è descritto, circoscritto in poche frasi cristalline cosi come il declino della passione. «Ho capito di essermi innamorata di lui il giorno che arrivando in macchina l'ho visto camminare con l'aria stonata, un loden troppo lungo, lo sguardo perso nel nulla. Si era innamorato anche lui, comunista accanito, timido, aggressivo, sicuro di sé e insicuro di tutto». Poi alla fine: • Quando Cesare mi dice che ha un'altra donna rimango ammutolita, paralizzata, annientata. ne», ma di un patto di onestà per salvare dal grande scempio l'Argentarlo. Alla fine, la scelta di Susanna diventa una sfida per gli altri: la morale intransigente che anima 11 sindaco è intollerabile. Sulle mura, con la vernice rossa, c'è scritto: «Agnelli vattene, la vera abusiva sei tu». 'Sono tutti contro di lei», l'avverte il prefetto. Susanna non cede. Con questa stessa dirittura nell'azione, l'avevo Incontrata a Strasburgo, quando eravamo ambedue deputate di opposti gruppi, lavoro scrupoloso, Interventi asciutti, assidua presenza nel dibattito. Avevamo viaggiato insieme in Cambogia, sulle strade ancora minate, tra occupazione vietnamita, carestia, e montagne di cadaveri putrefatti dopo la strage di Poi Pot. MI piaceva non sentirla lamentarsi, coraggiosa e duttile. Anche se mancava l'acqua, o se ci davano cavallette fritte da mangiare, lei riusciva a esclamare: -Ottimo. Straordinario viaggio». E cosi rincuorava qualche funzionarlo europeo sull'orlo del collasso. Che sia una donna leale e generosa, l'ho constatato di persona al momento dell'uscita del mio libro -Duemila anni di felicità», quando, contro il libro, c'era l'ostracismo della stampa Italiana (fecero eccezione »Il Giornale» e .La Stampe*), e un tentativo di sequestro. Il libro fini per essere presentato da Leonardo Mondadori all'Istituto di cultura dell'ambasciata di Francia. Susanna c'era, unico esemplare del mondo politico italiano, con l'ambasciatore Martlnet, con Paul Tabet e il preoccupato brillante critico di -Repubblica», Filippini. Sembravamo un gruppo di fuorusciti. Susanna fu esplicita. Insorse contro la censura. Nacque un'amicizia tra due donne diverse. Qualche volta, poi, l'andai a trovare a Porto Santo Stefano. La vedevo, prima che calasse 11 sole, salire in macchina e iniziare una sorta di ronda per le montagne per controllare che non vi fossero incendi, né segni sospetti di case abusive, di cantieri clandestini nascosti tra verdi anfratti. La scuola nuova, di cui si parla a lungo nel libro — sorta di leitmotiv nel rapporto con le donne dell'Argentarlo —, l'avevo visitata, cosi come la biblioteca creata, In cambio dei diritti d'autore di Suny, con migliala di libri La scuola sembrava svizzera per le aule, l'Infermeria, la cucina, le sale dei giochi. Tutto nitido, colmo dt sole. La vecchia scuola, chiusa nell'abitato, era un pollalo, col cortile che si aprlva^su vicoli scurì. Ma le madri rifiutavano ostinatamente la nuova perché: -in questa, si lamentavano, non possiamo vedere dalla finestra giocare i figli nel cortile». DI fronte allo sciopero delle madri, quella notte 11 sindaco dell'Argentarlo non dormi. Alla mattina, mi lesse una lettera, scritta e riscritta cento volte, un appellò alle mamme sulla scuola, come metafora per 11 futuro del figli. «Care mamme...». Un bambino le rispose. A lui questo libro è dedicato. Il libro non avrebbe avuto li piglio del racconto, senza lo scioglimento drammatico del finale: 11 fallimento della donna sindaco, quel pollice verso del Consiglio comunale che mette fine al suo esercizio. -Non sono io che vi abbandono, dice 11 sindaco alle madri che adesso hanno appreso ad amarla, sono gli altri che mi cacciano». Susanna Agnelli, ex-sindaco dell'Argentarlo, pone lei, davvero, con questo suo libro bellissimo, la questione morale. A DDIO, addio, mio ultimo amore-, il 11///\ bro di Susanna Agnelli appena uscito x da Mondadori (100 pagine, 16.000 lire) esercita quella rara attrazione che sta nel non chiuderne le pagine fino alla fine, nel seguire l'intreccio dell'avventura — quasi un romanzo politico — della donna sindaco dell'Argentarlo. Scritto in quell'unita' di tempo, di luogo e di azione (grande canone letterario) perfettamente simmetrici, che racchiudono 11 mondo di Porto Santo Stefano in una nitida meridiana che segna una decina d'anni (1974/1984) e tante stagioni nella vita di Susanna sindaco, fino all'addio. «Addio, addio, mio ultimo amore» è anche l'ultima frase del volume. Porto Santo Stefano metafora dell'Italia. E' un modo di leggerlo che mi ha spesso calamitata, affascinata. Una donna coraggiosa nel Far West della politica sta al centro. La sua sincerità, la sua verità si urtano contro i clans che conosciamo, dagli abusi edilizi all'affarismo, all'elettoralismo. La preda è un luogo fantastico non ancora deturpato dalla speculazione edilizia, dagli avvoltoi del cemento. Susanna Agnelli non sembra solo Italiana («arcltallana» come avrebbe detto Malaparte), ma assomiglia anche a una donna americana del western per la sua forza di decisione e la rapidità dell'azione. Forse anche perché ha vissuto a cavallo fra 1 due continenti americani: tra la solitudine della pampa a Sud di Buenos Aires, e New York, dove scintillava la sua casa dalle mille luci aperta alle amicizie più esclusive, più colte. E' da qui che Suny, come la chiamano gli amici, piomba nel microcosmo di Porto Santo Stefano. L'amore per un luogo, per lei, può essere cosi esclusivo che l'amore per un uomo. Un amore struggente, una filosofia della civiltà spesso iscritta nell'arte, come nelle antiche pitture cinesi dove l'uomo, metafisicamente, è collocato come un puntolino dell'universo, tra l'immensità degli alberi, la follia felice dei fiori, la natura fiammeggiante di vita secolare. Ohe l'Argentarlo sia questo per Susanna deve averlo avvertito Gianni Agnelli quando le inviò In regalo un dipinto per 11 compleanno del sindaco: « Gianni mi manda un bellissimo quadro, è un'isola su un lago, in fondo le montagne con un'onda di neve. E' un paesaggio pieno di pace». Ma non c'è pace all'Argentario. Un incendio doloso distrugge i due terzi del bosco. Le costruzioni abusive si moltiplicano (ce n'è persino una che appartiene a Luciana Castellina del pdup), cantieri segreti spuntano di notte, i vigili corrono a metterli sotto sequestro, ma le guardie forestali sono sfiduciate. In Italia, quasi dovunque, la guerra è perduta. Dietro il libro sfilano le Immagini dei paesaggi violati dallo scempio edilizio. Quel che mi place è la struttura del libro, incastri di venti righe di testo la cui scrittura è secca, rapida e leggera insieme. Gli incastri fungono da legame e rottura del racconto, rifulgono dalla pagina bianca, quali aforismi ironici o drammatici per sottolineare un evento essenziale, politico o privato, gioioso o intollerabile: tanto più è importante, tanto più è trattato con discrezione; un matrimonio della figlia, «l'Infarto di Gianni» con la corsa alle Mollnette e quel grido «é vivo, è vivo, è vivo», la morte di una figlia di Samaritana e poi un divorzio e un nuovo sposalizio, e Lupo salvato dalla morte. «Non compiangersi, non spiegarsi», la norma Prendo l'aereo e vado da Cristiano che è ora a Milano alla Bocconi». Cristiano, che ha l'humor più feroce della madre, la consola con una battuta sarcastica: -Perché continui a parlare di Cesare come fosse un uomo normale... Lo sai che è uno schizofrenico*. L'occhio passa a fianco, pagina 35, e intravede una sola linea di commento al fallimento amoroso sulla pagina tutta bianca: -ma. invece, si sopravvive». Quale, donna non l'ha pronunciata almeno una volta?. Spesso il libro cambia svelto di scena e riprende la corsa anelante dell'azione, la rapidità del dialoghi, 1 commenti del sindaco sulla politica italiana, tra l'affollarsi del personaggi più vari, dove a fianco a Borghtni, a Casallnt e Angella del comune, tra i fedeli Teresa e Calimero, c'è anche «l'assessore Guido Carli» a cui Susanna ha voluto trasmettere l'amore per l'Argentario. Ma per poco. «Ira me e Guido, scrive sincera Susanna, la tenerezza è finita. Anche se non lo ammetterà mai, non mi perdona di averlo trascinato in questa avventura». Ed ecco i politici locali, 11 comunista, 11 de, 11 socialista, 1 repubblicani, salgono e scendono sul palcoscenico che ormai è quella sala del Consiglio comunale, descritti con veloci tratti di penna, e sembrano rappresentare una classe dirigente, infastidita e molestata dalla cocciuta ricerca del sindaco, non di «alleanze copernica¬ Maria Antonietta Macciocchi