Straniero, parola chiave

Straniero, parola chiave Straniero, parola chiave che rimbalza da canzone a canzone cibllità alla tecnologia «pulita» e la fedeltà al grande Mito elettrico che accompagnò la nascita del pop-rock moderno. Ma se sono stranieri loro come bisogna qualificare chi continua a suonare la fisarmonica? Ed ecco Gino Vannelli. una delle Illustri presenze «straniere» al prossimo Festiva! di 8anremo, che infila nel suo ultimo album (Black carsi una canzone (Total Stranger) vera summa. super-Bignami dell'estraneità in musica. Il personaggio di Vannelli è l'eroe romantico che si sente solo tra la folla, è una Mlsslng Person cioè un desaparecldo metropolitano, è un Nowhere man di beatleslana memoria cioè un apolide prede¬ stinato, cittadino del Regno di Fantasia, è Infine l'uomo solo e senza amore cioè lo Stranger in ttie night di Sinatra. Erano anni che non si ascoltava una canzone cosi piena di citazioni, anzi fatta solo di citazioni. E. strano paradosso, più si citano gli altri, più si Insiste sull'estraneità. Negli Anni 60 e 70 gli artisti d'opposizione non ne avevano bisogno: facevano corpo con la società dei non garantiti, si vestivano come loro, protestavano come loro, morivano male. come loro; oggi gli artisti si trovano ad essere musici di corte che agli occhi del popolo appaiono né più né meno che come cortigiani perché condividono in pieno 1 valori della Corte e 1 segni del Potere: sono belli, ben vestiti, rie- . chi e bravissimi. Non sono più I giullari folk che parlavano il linguaggio saggio e antico di Bertoldo, né gli Intellettuali cupi e violenti alla Francois Villon, nemmeno I profeti e moralisti alla Savonarola-Dylan. Per dire alle masse «slamo con voi» essi cantano l'assenza, il vuoto, la totale estraneità. Sotto 11 coinvolgimento Immoderato nel Business e l'ansiosa scalata alle classifiche nascondono un lato oscuro fatto di perdita di identità, di bisogno di sentirsi partecipi dello stesso vuoto emotivo che è nel loro pubblico. DI tutto ciò In Italia facciamo fatica ad accorgerci. II nostro pubblico giovanile è diventato estraneo non tanto e non solo al modelli di vita imperanti, ma anche alla nostra canzone. Quale del nostri cantautori si occupa del senso di estraneità crescente? Solo Battiato negli ultimi anni si è mosso in questa direzione, sublimandola in cori da gita in montagna o in colti ghirigori pessimisti sulle sorti dell'umanità. Dalla agita il tema ma non lo canalizza mal, De Gregori preferisce mantenersi nel tracciato del Poetico, Vasco Rossi dice che «Va bene cosi». I poveri giullari In coda alla corte sanremese coltivano nostalgie provinciali degli Anni 60 e 60. E il tema dell'estraneità resta a chi è straniero di nome e di fatto. Gianfranco Manfredi

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