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"Bitta "Bitta Un'esecuzione con qualche riserva Karajan s'invola imitando l'olandese di Wagner Intervista alla più popolare cantante sovietica La compagna Pugatcheva: Il k g g«Il movimento rock non potrà essere arrestato» o 11 fagotto solo che comicamente accompagna 11 ciondolare del timoniere, morto di sonno; o, meglio di tutto, le triadi del corni, lontane e come avvolte di nebbia, per aprire 11 momento supremo dell'opera, il sogno di Erik in cima alla roccia a picco sul mare. Ma la scelta delle voci e il loro rapporto con l'orchestra non è altrettanto soddisfacente. José van Dam, da quel grande mu- Richard Wagner slcista e stilista che è, è bravissimo nei toni recitativi e nelle mezze tinte, ma gli manca lo spessore statuarlo richiesto dalla parte del protagonista: nella celebre aria di entrata dipinge nelle prime misure un Olandese affascinante per ricchezza psicologica: cosi esausto e macerato sembra un prolungamento del Viandante schubertiano, ma quando l'orchestra si gonfia e tumultua nell'immagine del giudizio universale il suo timbro appare intimidito e si stenta a seguirlo. Anche il Daland di Kurt Moli non ha quella presenza continua, quell'attenzione ai toni di commedia di cui è ricca la parte; perfetto è Peter Hofmann come Erik; anche Thomas Moser ha un timbro eccellente per la parte del giovane timoniere, ma la sua voce trema sul sol acuto. Il coro del Teatro dell'Opera di Vienna è anch'esso limitato dall'orchestra: nel-' la scena fondamentale dei due cori sovrapposti, quello dei norvegesi e quello del vascello fantasma, quest'ultimo non riesce a imporre la linea esotica del suo tema demoniaco. Meglio vanno le cose con le voci femminili: Dunja Vejzovlc è una splendldaSenta, dolcissima e sperduta ma capace di scatti rabbiosi (si faccia attenzione allo strappo violento con cui attacca la ballata: «Traft lhr das Schlff»). Nel coro delle filatrici e in tutta la scena che apre il secondo quadro (l'opera è incisa nella forma originale, senza intervalli fra gli atti), Karajan da un saggio di quella carezzevole fluidità di cui è riconosciuto maestro; e in genere le parti più biedermeler e più italianizzanti ricevono un'attenzione più assidua di quelle scabre e aggressive. Giorgio Pestelli Wagner: «L'olandese volante», direttore Herbert von Karajan, Emi, tre dischi stereo. ai Krulz, ai Machine du temps. al Dynamic. Ma soprattutto ci sono gruppi molto giovani che mi sembra abbiano più avvenire di quelli espressi dalle precedenti generazioni, perché sono alla ricerca di forme musicali originali e si impegnano ad adattarle alla lingua russa». — E' molto importante per voi l'aspetto linguistico? «Certo, perché è difficile cantare in russo su certi ritmi. La struttura della nostra lingua mal si adatta alla musica moderna. E' talmente più facile canta-, re in inglese, lingua che porta In sé la genialità della musica contemporanea. Ultimamente questi giovani gruppi hanno ottenuto Interessanti risultati nell'uso della lingua russa». — Come s'inserisce lei in questa corrente? «Non sono una cantante rock ma faccio del rock. Dunque posso parlare, anche se conosco giovani che hanno bisogno di una music diversa dalla mia, una musica più forte, più intensa, più vibrante. Ma penso di essere l'unica cantante, in Unione Sovietica, a lavorare sulle nuove tendenze della musica, sia negli arrangiamenti che nei temi che affronto. Ciò che faccio è lungi dall'essere perfetto, ma lavo¬ addirittura la Schivarzkopf nel ruolo di Marcellino: il personaggio, ne esce.vivifica- ' to in ogni minimo particola-" re e completamente sottratto a certa angustia di sentimenti piccolo-borghesi int cui solitamente lo si confina. I fremiti espressivi che la Schwarzkopf lasciava filtrare attraverso le parole (questa voce inarrivabile cantava, per dir cosi, il significato insieme al significante) offrono all'ascoltatore continui motivi di sorpresa e un senso affascinante, p. gal. el batterista scomparso Sessantacinque sono i gruppi rock ufficiali dell'Urss. Ufficiali vuol dire legati a contratto con l'unica casa discografica del Paese, la Melodia. .In Urss, non dimentichiamo, c'è un solo produttore, Cernlenko», fa notare Stas Namin, nipote di Mikoyan e leader degli Autograph, gruppo in testa alla hit-parade con il brano •Requiem per John Lennon». L'universo del rock russo è molto piit vasto e diffuso nonostante le campagne diffamatorie lanciate dai burocrati del Cremlino. Lenin- CI sono periodi della storia della canzone In cui 11 singolo Testo (inteso come composizione poetica originale) decade ed emergono invece le parole-chiave. Si dice allora che i testi sono tutti uguali, copie di copie. Non è cosi. Le parole-codice sono piene di significato, rimbalzano di canzone in canzone come segnali di fumo replicati da collina a collina. Ad esemplo le parole Pliotograph e Telephone che in questi ultimi anni hanno addirittura infestato la musica leggera, non significano solo Fotografia e Telefono, ma sono metafore di atteggiamenti diffusi di fronte alla memoria e alla precarietà del presente (Pliotograph) o di fronte alla comunicazione da solitudine a solitudine mediata dalla tecnologia (Telephone). Tra queste parole-codice se ne è affermata una abbastanza sorprendente, ed è Stranger: straniero, estraneo, sconosciuto. Nella canzone e nel relativo clip del Toto Stranger in town, si tratta di un giovane fuggiasco braccato dalla polizia e nascosto dal contado come un partigiano. Mail Country del Toto è cosi illegale? Direi proprio di no. Stranger in a strange land degli Industry celebra chi si sente estraneo alla società o meglio chi scopre la società estranea a lui. E non a caso 11 gruppo Intitola tutto l'album Stranger to stranger: messaggio da estraneo a estraneo. Ma come può considerarsi estraneo socialmente un gruppo che si chiama Industria e che capeggia le classifiche di vendita? In Perfect stranger del Deep Purple si canta Invece un Dio Sconosciuto che segnala 11 riemergere dal passato mitologico di fantasmi e presenze aliene. Dicendosi «perfetti stranieri», 1 D.P. intendono sottolineare la loro lrridu- «Forse. Il pubblico oggi è molto esigente. D'altro canto credo che avere un seguito personale aiuti ad evolversi. Penso che la gente venga numerosa ai miei concerti richiamata dal mio nome, dalla mia personalità, ancor più che dalle mie qualità professionali già riconosciute. Non devo più dimostrare la mia abilità di compositore, le mie qualità artistiche. Credo che 11 segreto della mia popolarità provenga dalla mia originalità, dalla mia umanità. riamo duro. Perché non si può ingannare 11 pubblico. «Prima, "loro" ci Infastidivano e ci mettevano 1 bastoni fra le ruote. Ora, "loro" non ci scocciano più, ma nemmeno ci aiutano. E' la soluzione migiore, anche se spero che un giorno si possa ottenere maggiore considerazione e che "loro" finiscano per alutarci. Ad ogni modo 11 rock e la canzone ritmata fanno parte di un movimento naturale che nulla può arrestare-. — E lei è popolare? dal mio carattere, dalla mia presenza sulla scena. Direi dalla mia immagine esterna». — In che modo si traduce questa popolarità? •In concerti e dischi. Ne pubblico quasi uno all'anno. L'ultimo è in preparazione e vorrei che uscisse la prossima primavera, in contemporanea con il film su di me. che stanno ancora girando. E' un lungometraggio fra 11 documentarlo e il romanzo, dove Interpreto 11 mio ruolo. Ho anche un contratto con discografici svedesi che pubblicheranno fra breve un mio album. Con loro ne sto preparando un altro In Inglese». — E' interessante, difficile essere una star in Urss? •Essere una star — direi piuttosto vivere 11 proprio momento di gloria — è altrettanto interessante e difficile In Unione Sovietica come In ogni altro luogo. Ma soffro quando mi si dice che è difficile essere una star: è maggiormente difficile 11 non esserlo più, più arduo vivere quando ia stella si è spenta, quando la gloria è sparita. La vita di una star porta momenti straordinari. E se difficoltà ci sono, che durino sempre. Non mi lamenterò mai». Claude M. Vadrot Copyright di «Le Monde» e per malia de «La Stampa» una star rock. Anche se è possibile qualche strappo: Alla Pugatcheva è diventata famosa organizzandosi tournées private e remunerative. ', Ai concerti ufficiali, un '•gruppo percepisce dai 47 al 95 rubli, a seconda della grandezza della sala. Un'esibizione 'privata' rende mille rubli. Un album porta all'artista 1500 rubli, non importa quale sia la tiratura. Se un disco va all'estero lo Stato preleva il 55 per cento dei diritti. Se i musicisti vanno in tournee all'estero ricevono solo uno stipendio fisso. Alessandro Rosa ■ dustry a Vannelli

Luoghi citati: Unione Sovietica, Urss, Vienna