La rassegna dei fumetti a Prato di Oreste Del Buono

La rassegna dei fumetti a Prato La rassegna dei fumetti a Prato Arrivano gli spagnoli con «Torpedo 1936» duro gangster d'annata morta oppure era passata a Rascal? Dopo quel piccolo esempio di cinismo e violenza Toth ne ha disegnato solo , uno o due altri. Poi, essendo un austero mormone, ha cominciato a protestare per gli eccessi che gli toccava realizzare sulla carta, anzi sul cartoncino, e ha finito per declinare l'incarico. Allora, se l'è assunto Jordi Bernet e Torpedo 1936 è diventato più magro, più ferino, più epilettico, più feroce e più latino, anzi più italiano. La sua italianità è non rivendicata, ma ammessa in un episodio amarcord. Lui è approdato dall'Italia in America proprio in quel 1936 che è diventato come il suo cognome e, dunque, non è la data di nascita alla vita, ma al crimine. Cercava la terra promessa, ma ha trovato miserie, stenti, soprusi come in patria. Ha cercato di guadagnare qualcosa come lustrascarpe e proprio dal punto di vista del lustrascarpe, ovvero dal basso in alto, dal basso dell'ingiustizia subita all'alto dell'ingiustizia trionfante, ha conosciuto l'odioso poliziotto Mac Donald e ha imparato appunto l'odio e, di conseguenza, l'asocialità come missione. Terribile personaggio se non fosse trattato con un irriverente e per nulla complice umorismo slmile a quello di Dashlell Hammett il caposcuola del- YHard-boiled-school nel suo capolavoro .Raccolto rosso. Tra i lettori italiani l'eroe negativo di Abuli, Bernet ha trovato denigratori e fautori ugualmente accesi. Tra quest'ultimi, interessatissimo. Federico Fellini. Torpedo 1936, però, non è il solo personaggio inquietante in mostra a Prato. Ci sono, infatti oltre quelle degli altri spagnoli le tavole di Tanino Liberatore, grandissimo disegna¬ tore, anzi pittore italiano affermatosi su Cannibale e Frigidaire e presto emigrato con maggior fortuna di Torpedo 1936. negli Stati Uniti e in Francia, maestro internazionale non solo di fumetti, essendo ormai uno dei migliori copertinari del mondo. E ci sono anche le tavole dei disegnatori italiani inclusi nell'esposizione di nuovi fumetti curata da Franco Serra — gli autori del gruppo milanese «Storie- strisce», come Elfo e Scandola e gli autori del gruppo bolognese «Valvoline», come Jori, Carpinteri, Igort, che lavorano per «Alter» — gente che non scherza e considera la realtà come un'allucinazione o una degenerazione dell'immaginario. E' vero che non viviamo in un mondo in cui ci sia troppo da ridere, ma i materiali della mostra di Prato rischiano forse di fare apparire elegiaci i fumetti western dei pure presemi Berardl & Milazzo, gli autori di Ken Parker, un sogno che ha attraversato il nostro mercato. A Prato, a titolo esplicativo, c'è anche la scuola del fumetti di Milano. Che cosa insegnare ai giovani apprendisti fumettarl? E verso quale tipo di fumet- . to indirizzarli? Esiste ancora il fumetto di massa o, quanto a diffusione, va riducendosi alle quantità del fumetto d'autore? E si può pretendere di vivere disegnando solo fumetti d'autore? Sono domande lecite da porsi in margine' alle tante mostre, ai tanti festival, alle tante rassegne fumettistiche in programma nella nostra penisola che, si sa, è distratta, e de! fenomeni si accorge di solito quando più che . alle rivelazioni c'è da pensare alle celebrazioni, se non addirittura, corna e> blcorna, alle commemorazioni. Oreste del Buono '

Luoghi citati: America, Francia, Italia, Milano, Milazzo, Prato, Stati Uniti