Il più grande scrittore italiano (94 anni) trasferito da una clinica di Milano a Monza

Il più grande scrittore italiano (94 anni) trasferito da una clinica di Milano a Monza Il più grande scrittore italiano (94 anni) trasferito da una clinica di Milano a Monza Scoppia il caso Bocchelli: costa troppo Ha dovuto lasciare un ricovera troppo oneroso - A colloquio con la moglie Ada: ce Mi ha confidato: da molto tempo trovo sempre davanti all'Eterno» DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Lui è da venti giorni in una cllnica di Monza, e lei, nell'alloggio milanese di via Borgonuovo, tra scaffali pieni di libri e di ricordi, conta ore e giorni che la separano dalla prossima visita, da un passaggio in auto che le darà 11 figlio o una delle tante amiche. Il momento tanto atteso per Ada Bacchetti sarà però anche un dolore. «Quand'era a Milano, almeno, potevo vederlo tutti i giorni. Adesso è più difficile. E a sera, è una gran pietà lasciarlo là, solo, in quella camera, chiuso nel suo mutismo solenne, tristissimo e dignitoso». Riccardo Bacchelli, llautore del Mulino del Po e di più d'una quarantina d'altri romanzi che ne hanno fatto uno del pochi scrittori del Novecento italiano destinati — come sottolinea Domenico Riccardo Bacchelli è nato a Bologna, in via Santo Stefano 28, il 19 aprile 1891. Il padre Giuseppe veniva da una famiglia di proprietari terrieri, era avvocato e deputato al Parlamento, seguace di Sonnino e di Minghetti. La madre Anna Bumiller, tedesca nata a Cistantinopoli. era cattolica, di vasta cultura musicale e grande amica di Giosuè Carducci. Completati gli studi liceali, si iscrisse a Lettere, ma all'Università non resistette neanche fino al termine del secondo anno. A 19 anni pubblicò il primo articolo sul Resto del Carlino. Trasferitosi a Firenze, fu redattore capo della Voce^ accanto,a Giovarmi Amendola, Prezzolili!,Papinl, Cecciii. ècco, nei'l912, il primo romanzo: // filo meraviglioso di Lodovico Ciò. Due anni dopo pubblica' ('Poemi lirici: •'• ~'! anoiaal irf-.,,^.. >. Alla prima guerra mondiale andò volontario come ufficiale di artiglieria. Riformato, destinato alle retrovie, infine congedato nel 1919, sembrava trasformato, svogliato nella scrittura. Ma quando un gruppo di scrittori, Cardarelli in testa, in disaccordo con la Voce fondò La Ronda, ne divenne assiduo collaboratore: vi pubblicò Amleto e altri drammi: La famiglia di Figaro, Spartaco e gli schiavi, Bellamente, Presso i termini del destino, scritto per Eleonora Duse, ma mai rappresentato. Porzio — a -restare-, ha dovuto essere trasferito a Monza perché nella costosa clinica «Citta di Milano» la retta era troppo alta. Da quattro anni la pagava il Comune, dopo l'interessamento del presidente Pertini. Ora, nell'attesa che venisse istituito un apposito fondo dalla Presidenza della Repubblica o da quella del Consiglio, la città di Milano ha dovuto rinunciare a un impegno molto oneróso. E la famiglia (la moglie, il figlio di primo letto Ferruccio Nuvolari, e In nuora) dopo lunghe ricerche ha potuto individuare nella cllnica Zucchi di Monza, che almeno è convenzionata con la Saub. una soluzione sostenibile dal punto di vista finanziario. Lo scrittore, del resto, dopo una lunga vita dedicata alla letteratura, ora, a 94 anni, non ha più nulla. L'elegante alloggio milanese dove vive la moglie assistita da un cameriere somalo (ma che sta 11 quasi solo per affetto) è stato da tempo venduto. Bacchelli non ha pensione, i diritti d'autore del suoi libri sono ormai un rivolo assai esiguo. Da più di 15 anni la Mondadori versa una sorta di stipendio (circa un milione al mese) in acconto dei diritti molto ipotetici, ma tutto questo naturalmente non basta neppure per pagare l'infermiera di giorno alla cllnica Zucchi, è la differenza fra il trattamento Saub e la camera singola. Non c'è polemica, però, in via Borgonuovo 20. Ada Bacchelli e Ferruccio Nuvolari sono anzi grati al Comune per quanto ha fatto in questi quattro anni. Ora vanno avanti da soli, e la pena per il grande scrittore che si spegne, per il suo dolore, per i suoi silenzi, è un peso che fa dimenticare quello economico. Soprattutto per la signora Ada, 93 anni, che cerca nel fisico del marito fiaccato dalla cecità, dalla sordità, dall'enorme peso e da una forte flebite il profilo di quel giovane sottotenente che un giorno della ritirata di Caporetto capitò nella villa mantovana dove lei abitava da ragazza. Ada Fochessati lesse le prime poesie di quel soldato e forse si innamorò, anche se le vicende della vita le diedero, prima, un' altro matrimonio. Ora, nella casa di Milano, davanti a uno scaffale con tutte le opere di Bacchelli, tutte le prime edizioni dedicate a lei, la signora mi ricorda che proprio quelle antiche poesie hanno dato negli ultimi tempi sprazzi di serenità al marl- -Gliele facevo sentire al magnetofono, dove le aveva registrate lui, con la sua voce, anni fa. Si illuminava per la durata di cinque o sei componimenti, poi ripiombava nella sua profonda tristezza. Una tristezza fatta non solo di insenllimento. Un giorno, pochi mesi fa, gli ho chiesto: Riccardo, ma perché tanto silenzio?. E lui mi ha risposto: 'Da molto tempo mi trovo sempre davanti all'Eterno'. Poi ha abbassato la testa e non ha più parlato-. Nel suo letto, o sulla poltrona dove viene adagiato di giorno, lo scrittore sembra rendersi conto della sua situazione, ma all'interno di un flusso di coscienza che va e viene, come un fiume carsico degli anni. Riconosce, ormai, solo la moglie. Negli altri visi vede le fattezze di antichi amici scomparsi da tempo, effigi sfumate, forse sogni. Gli stessi con cui ha ancora tentato la via del romanzo. -E' stato tre anni fa — racconta la signora Ada con gli occhi umidi di lacrime —. Qui a Milano, tutti i pomeriggi, lui dettava ed io scrivevo. Ma era un flusso discontinuo, dove pagine bellissime si alternavano ad altre agghiaccianti, paurose. Erano sogni, incubi-. Forse quelle pagine non verranno pubblicate, spiega Ferruccio Nuvolari. Resteranno l'ultimo segreto di una vecchiaia straziata da una tristezza profonda, radicale. -A volte ho l'impressione clxe si voglia lasciar morire. Non chiede nulla, bisogna sapere quando dargli da mangiare, da bere, quando spostarlo. Eppure l'appetito gli è rimasto, mangia volentieri, con soddisfazione. Mi ricordo quando — continua la signora Ada — nei suoi ulti mi anni qui in casa io lo vedevo lavorare fino all'alba e lo rimproveravo. Cosi ti uccidi, ci rimetti la vita, gli dicevo. E lui: 'Beh, sì, ce la rimetterò: Poi, tenerissimo, mi sussurrava 'scusami, se qualche volta ti trascuro, ma quando entra un personaggio tlella mia mente devo fare quel che mi dice lui'. Pensi che una volta abbiamo litigato e mi sono ri celiata. Lui sosteneva che quando una persona sposa un vero artista, deve sapere anche morire di fante. Quand'ero giovane, potevo essere d'accordo, ammiravo la sua assoluta indifferenza al iena ro. Mi esaltava la sua elegan za spirituale-. Ora, nella camera di Monza, tutto questo è un ricordo che viene er va. « Un paio di mesi fa gli ho domandato: ma quando sei preda di questi lunghi silenzi, hai in mente qualcosa di preciso? 'SI', mi ha risposto, 'mi viene in mente qualche idea, ma come viene, poi fugge'-. C'è una crudeltà mista a qualche traccia di pietà, forse, in questo interminabile tramonto fatto di troppe estreme unzioni, di molte prognosi brevissime, della lunga attesa di una morte rinviata. «Ora Ita solo me, e la sua profonda, coraggiosa tristezza-. Quando l'ha visto signora, l'ultima volta? -Ieri sera — sabato (ndr) —. L'ho lasciato che aveva mangiato abbastanza volentieri e si era pian piano addormentato. Sembrava sereno...-. Mario Baudino Bacchelli. in clinica, della alla a m oglie Ada ogni giorno una pagina del nuovo libro: ma è un'i mm Nessuno ha avvertito il Quirinale ROMA — Della sorte di Riccardo Bacchelli era stato tra i primi a preoccuparsi: quattro anni fa, un pressante interessamento aveva finito col consentire il ricovero dello scrittore nella clinica «Città di Milano». Poi, nessun'altra segnalazione, nessuna richiesta: e cosi Ieri mattina Sandro Pertini è rimasto sorpreso come tutti nell'apprendere la triste situazione del «grande vecchio» della letteratura italiana. -In questi anni, nessuno aveva chiesto nuovi interventi-, assicurano fonti autorevoli del Quirinale. A questo punto, è ovvio, Pertini tornerà a interessarsi della questione, e lo farà oggi, stesso. -Il presidente — aggiungono — non aveva preso impegni precisi, né avrebbe potuto farlo. Nei bilanci del Quirinale, non sono previste spese di questo tipo-. agine che risale a tre anni fa