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ALTRE STRAGI ALTRE STRAGI «Le Br stanno per €olpire» Sandalo dai Kenya avverte di ALDO RIZZO «Si stanno riorganizzando», alcuni nuclei già pronti a Milano, Firenze, Rombili» - Parla anche dell'incontro Scalzone-De Michelis - A Parigi arrestato i Comincia una settimana cruciale per il Libano e, indirettamente, per tutto il Medio Oriente. Entro lunedi prossimo, gli israeliani dovrebbero completare il loro ritiro a sud del fiume Awali e principalmente dalla città di Sidone, in attesa di passare alla fase 2, che prevede il ritiro dalle posizioni nella Bekaa, e alla fase 3, che è quella dell'abbandono di Tiro e del rientro definitivo nei confini nazionali. Si fa per dire definitivo, perché già il primo ministro Pcrcs afferma (nell'intervista a «Panorama») che gli israeliani «non esiteranno un istante», se necessario, «a tornare in Libano»: se necessario, cioè se riprenderanno gli attacchi e le azioni di guerriglia dal Libano verso il territorio d'Israele. Ma proprio questo è quanto accadrà, se gli sciiti di Borri manlcranno la promessa, o meglio la minaccia, di approfittare del disimpegno ebraico per intensificare le loro azioni militari. C'ò tuttavia un pericolo più immediato, che già nella prima fase del ritiro israeliano si accendano battaglie e risse cruente per occupare le posizioni abbandonate da Tsahal (l'esercito di Gerusalemme). Quando Israele si ritirò dallo Chouf, la montagna di Beirut, fu un disastro maggiore di quando 16 invase. Almeno mille libanesi delle varie fazioni persero la vita, nella «bagarre» di fuoco scatenata dall'improvviso vuoto di potere. Potrebbe succedere la stessa cosa a sud del fiume Awali. La speranza che le stragi non si ripetano c legata all'ipotesi, nientemeno, che gli sciiti (il cui punto di riferimento «ideologico» è Khomcini) riescano a imporre un loro ordine. Che poi sarebbe l'ordine della Siria, alla quale gli sciiti sono legati politicamente e militarmente, come del resto ormai ogni altra fazione libanese, a parte i cristiani. E a parte i palestinesi «arafattiani», la cui presenza nelle zone evacuate da Israele è forse la miccia più pericolosa: pericolosa soprattutto per loro. Lo «scenario» è dunque quello dell'estensione verso il Sud dell'egemonia siriana (che non ha finora assicurato, neppure essa, la stabilità, ma che resta senza alternative). Verso il sud e dunque, via via, verso la frontiera d'Israele. Ecco perché Percs non esclude ritorni nel Libano, con ciò stesso confermando il fallimento del- (Sogue a pag. 2 • 9' col.) MILANO — «Si, il terrorismo ti sta riorganizzando anche in Italia: Dal Kenya, dove si è rifugiato per paura di vendette, Roberto Sandalo — 27 anni, torinese, uno del pentiti «storici» — lancia un avvertimento chiaro. Lo pubblica U numero di «Oggi» In edicola questa settimana: un'Intervista accompagnata da una fotografia di Sandalo scattata all'aeroporto di Mombasa. Sandalo dà per certo che nuclei di Brigate rosse si siano ricostituiti in alcune città, parla di Milano, Firenze, Roma, della Versilia. Ma qualcosa è cambiato nell'organizzazione, dopo le sconfitte a ripetizione. Del gruppi farebbero parte pochi latitanti e molti «Insospettabili»; le riunioni sarebbero più chiuse che in passato e fre- quente sarebbe 11 ricorso alle Infiltrazioni, specialmente nei movimenti pacifisti. Le centrali operative? Sandalo dice che si trovano a Parigi (dove più volte sarebbe passata Barbara Balzarani) e nel Nicaragua. Nel Paese centroamericano si troverebbero almeno cinque comandanti delle Brigate rosse arruolati, come sottufficiali istruttori, nell'esercito sandlnlsta. A Parigi, specifica Sandalo, «c'è un comitato ricostituito dai resti di Prima Linea e delle Bierre, e diretto da un latitante, un avvocato, di cui non posso fare il nome'. E' una denuncia che ricorda esattamente nel contenuto quanto a suo tempo è stato riferito dal presidente del Consiglio Craxi alla Camera, sull'imminente recrudescenza del terrorismo. Sandalo, però, non fa nomi. Eppure t presumibile che li conosca. Sandalo spiega anche che 11 terrorismo Internazionale si sta muovendo per far approvare in Italia un provvedimento di amnistia. Responsabile di un comitato per perorarne la concessione sarebbe, a Parigi, Oreste Scalzone. Anzi, in proposito. Sandalo sembra avanzare dubbi sull'assoluta casualità dell'incontro, al Beaubourg, durante 11 quale il latitante e un ministro dello Stato che lo sta ricercando, Oianni De Michelis, si sono scambiati opinioni. Perché? Queste opinioni, sottolinea Sandalo, riguardano, tra l'altro, proprio la concessione di un'amnistia. Dunque, un dubbio sulla casualità di quell'incontro. Ma che pensa Sandalo di una a • «Molti insospettaeri estremista italiano eventuale amnistia? Il provvedimento sarebbe sbagliato, risponde, In quanto Implicherebbe il riconoscimento politico delle Brigate rosse Quando i nuovi terroristi cominceranno ad agire? Sandalo non fa previsioni. Ha un solo timore: che le prime vittime saranno 1 «pentiti». E' un timore ricorrente dal giorno della scarcerazione, il 20 novembre dell'82. Nei primi tempi, aveva detto In una precedente intervista, era protetto dalla Digos. Ora non più. Lui ed altri pentiti sono costretti a spostarsi continuamente. L'ex duro del servizio d'ordine di Lotta Continua, poi passato a Prima Linea, ha alle spalle una storia tormentata. In clandestinità nel 76, uccise nel '79durante una rapina a Druento un vigile urbano. Poi partecipò ad altre due azioni terroristiche: l'agguato all'ingegner Carlo Ohlglieno, dirigente della Fiat, e la rappresaglia contro il barista Carmine Civltate che aveva denunciato alcuni terroristi. Venne arrestato dalla Digos nell'aprile dell'80. Ornella Rota PARIGI — Un militante di estrema sinistra Italiano, Massimo Sandrini, di 24 anni, ricercato in Italia nell'ambito di un'inchiesta sull'uccisione di un agente di polizia, è stato arrestato a Parigi nella notte tra-venerdì e sabato. Sandrini è stato fermato nel corso di un controllo di ordinarla amministrazione In compagnia di altri due italiani, che sono stati rilasciati. Egli sarebbe ricercato in relazione all'uccisione di un agente di polizia durante una manifestazione di militanti di estrema sinistra «vicini alle Brigate rosse».