Il governo si riunisce domani: in vista un altro decreto di Giuseppe Fedi

Il governo si riunisce domani: in vista un altro decreto Il governo si riunisce domani: in vista un altro decreto Sfratti, Altissimo a Craxi: non basta solo una proroga Per il decreto tv voto di fiducia? ROMA — Il governo dovrà ora occuparsi seriamente di sfratti e di agevolazioni fiscali per la compravendita della prima casa. Il Consiglio dei ministri, dopo il nulla di fatto di giovedì scorso, tornerà a riunirsi domattina nel tentativo di approvare il terzo decreto di proroga degli sfratti e di chiudere cosi una vicenda che si trascina da più di una settimana e che tiene in ansia proprietari e Inquilini a causa del vuoto legislativo che si è aperto dopo la caduta del decreto-bis. Il varo del terzo decreto non è un'impresa facile perché, nonostante le assicurazioni di Palazzo Chigi, ancora non risulta che i cinque partiti della maggioranza e 1 ministri si siano accordati sulla proposta presentata nella precedente riunione da Nicolazzi. I liberali non vogliono sentir parlare di nuovi decreti di proroga degli sfratti e reclamano un maxi-decreto per la casa. Ieri è stata resa nota una lettera inviata dal ministro dell'Industria Altissimo al presidente del Consiglio, Craxi nella quale si afferma che la sola ripresentazlone del decreto di proroga sarebbe un semplice palliativo ri¬ Nicolazzi insiste: per la copertura Il segretario d rinvio a giugno e 5000 finanziaria - Comprav spetto ad un problema molto più drammatico. L'esponente liberale sostiene che occorre 'rivisitare' completamente il tema casa. Altissimo aggiunge di sapere bene .che non esistono né scorciatoie, né ricette facili: ma sono altrettanto convinto che il rinviare l'adozione di giuste e coraggiose misure non sia nell'interesse dell'intera comunità nazionale». I liberali vorrebbero, in sostanza, che 11 decreto contenesse anche alcune anticipazioni della riforma dell'equo canone, come i patti In deroga (affitto più alto e contratto più lungo) e misure in grado di riavviare l'Industria edilizia In modo da favorire il mercato della casa e l'occupazione. Ma un progetto del genere, cosi ampliato, avrebbe ancora 1 carattere dell'urgenza richiesti ad un decreto? Oggi sarà tutta una giornata dedicata alla mediazione e alla ricerca di un compromesso. Ma forse, a dare la spinta decisiva all'approvazione del nuovo provvedimento sarà 11 vertice politico convocato nella serata di domani. Il presidente del consiglio Craxi non vorrà arrivare a questo importante e forse el pli a Novara: ch miliardi per l'edilizia endita: confermata l decisivo appuntamento avendo ancora tra 1 piedi la bomba degli sfratti. La soluzione elaborata dal ministro dei Lavori Pubblici Nicolazzi prevede, nel passaggi principali, 11 blocco di tutti gli sfratti nelle aree «calde» (quelle ad alta densità abitativa) fino al 30 giugno prossimo. Dopo quella data riprenderanno le esecuzioni, ma In maniera graduata, semestre per semestre, a partire dal gennaio '83. Per le agevolazioni fiscali nelle compravendite relative alla prima casa, verrebbe confermata l'imposta di registro al 2 per cento (Invece che all'8) e l'Inviai dimezzata del SO per cento. Questi sconti, già previsti dal precedente decreto, riguarderebbero le contrattazioni tra privati e privati e tra privati e società immobiliari. Ora Nicolazzi vorrebbe estendere i benefici anche alle società immobiliari che devono pagare un'Iva del 18 per cento. Ma c'è il problema della copertura finanziarla e 11 ministro delle Finanze ha invitato 11 collega Oorla (Tesoro) a fare bene 1 conti. E su questo punto domani lo scontro sarà piuttosto acceso. L'altra grande novità proposta da Nicolazzi e subito iederò al governo i - Contrasti anche 'imposta del 2%? contestata (dai democristiani, in particolare) è il rilancio dell'attività edilizia con 11 mega-finanziamento di oltre 5 mila miliardi per la costruzione di centomila case in due anni. Il ministro sostiene che «su questa strada il governo si è dimostrato deciso a procedere». Miglioramenti, aggiunge Nicolazzi, sono sempre possibili ma, a conferma dei contrasti esistenti, subito dopo si affretta ad auspicare che •l'accoglienza sia pari all'impegno troppo spesso dichiarato da tutte le parti e non da atteggiamenti pre-elettorali». Un'accusa, quella delle manovre elettorali, che gli avversari rigirano su Nicolazzi. Il democristiano Botta, presidente della commissione Lavori Pubblici della Camera, sostiene che l'inserimento del programma di finanziamenti nel nuovo decreto porterebbe fatalmente ad un'altra bocciatura e alla necessità di un quarto decreto. Non pochi esperti fanno poi presente che la costruzione di centomila case in soli due anni (ammesso che i finanziamenti siano disponibili) è una falsa promessa, in quanto per rassegnazione di un appalto passano mediamente quattro anni. Emilio Pucci mpegni precisi Se il provvedimento non dovesse passare, il governo ne presenterà un altro ROMA — L'ultima prova d'appello per 11 decreto tv è in programma oggi. Il margine di tempo di cui il governo dispone per farlo approvare In tempo è di appena 12 ore. L'inizio della seduta a Palazzo Madama è infatti fissato a mezzogiorno e 11 provvedimento dev'essere convertito In legge entro la mezzanotte. Il governo deciderà in extremis cosa fare per vincere questa corsa affannosa. Ha due possibilità: porre la fiducia o rlpresentare 11 testo approvato giovedì dalla Camera. La strada più probabile, secondo quanto si è appreso ieri sera da Palazzo Chigi, appare la prima. La mancanza del numero legale — quattro volte venerdì — ha costretto Cossiga a riconvocare i senatori sabato mattina, ma anche l'altro ieri il presidente del Senato, constatata l'impossibilità di legiferare (in aula c'erano poco più di venti parlamentari), a norma di regolamento ha aggiornato la seduta. Stamane il «quorum» minimo di senatori dovrebbe essere raggiunto, in modo da consentire l'esame della normativa provvisoria elaborata dalla maggioranza per le emittenti private e 11 riassetto Rai. Quante probabilità ha 11 decreto di essere convertito in legge? Non molte se l'opposizione, con la sinistra indipendente in testa, userà puntigliosamente i meccanismi parlamentari. Il senatore Fiori non vuol sentire parlare di ostruzionismo fine a se stesso. 'Questo decreto — spiega — consegno al partito del dieci per cento il polo privato e a una mezzadria fra de e socialisti il polo pubblico. Presenteremo una trentina di emendamenti, motivati nella sostanza, per migliorare il testo». A Palazzo Madama la maggioranza può contare su 186 voti (121 de, 38 psi, 12 prl, 9 psdl' e 6 -pli),'' ma registra, come del resto alla Camera, 'più di uria "incrinatura. La minoranza di sinistra è costituita da 91 comunisti e da 19 indipendenti di sinistra. C'è quindi un margine consistente per far approvare il decreto, ma le insidie sono molte. A parte la mancanza del numero legale, che talvolta si verifica anche di lunedi, l'assemblea, una volta stabilito il calendario del lavori, dovrà pronunciarsi con una votazione sul requisiti di costituzionalità (necessità ed urgenza). Soltanto dopo potrà iniziare la discussione generale che, con la valanga di emendamenti presentati, impantanerà 1 lavori per ore. A questo punto 11 governo prenderà una decisione. Ed è probabile che, dopo il si dell'aula al riconoscimento di costituzionalità ponga la fiducia (che al Senato si vota a scrutinio palese), per salvare in extremis il decreto. Accer¬ tata l'impossibilità di rispettare la scadenza naturale, potrebbe anche optare per la reiterazione. Domani a Palazzo Chigi è già prevista una riunione del ministri sul tema degli sfratti e la maggioranza, per Impedire il rischio di nuove ordinanze del pretori per 1 .network, di Berlusconi, potrebbe ripresentare il testo varato a Montecitorio. In tal caso il provvedimento — uguale a quello decaduto o nuovamente modificato — inalerebbe per la terza volta l'iter parlamentare e dopo la lettura del Senato dovrebbe passare di nuovo alla Camera. Il rischio concreto che il decreto-bis sulla emittenza radiotelevisiva non venga approvato entro stasera preoccupa fortemente le organizzazioni sindacali dei giornalisti. In una nota le segreterie della Federazione della Stampa e dell'esecutivo dei giornalisti Rai, pur confermando le riserve a suo tempo formulate e sottolineando l'esigenza di una legislazione organica, rilevano che la decadenza del decreto «rinnoverebbe uno situazione insostenibile di caos nell'emittenza radiotelevisiva». Giuseppe Fedi

Luoghi citati: Altissimo, Novara, Roma