La spia che ritorna dal freddo

La spia che ritorna dal freddo moderni «classici» nella biblioteca dell'evasione La spia che ritorna dal freddo Una nuova traduzione rilancia il celebre libro di Le Carré, che Graham Greene ha definito «la più bella storia di spionaggio» - Le trame e gli intrighi dell'antieroe per eccellenza George Smiley, «il rospo con l'impermeabile» - Con lui comincia una rassegna di testi, che in questi ultimi anni si sono guadagnati il favore del pubblico, contribuendo ad arricchire la nostra mitologia corrente Trovandomi oggi tra le mani una nuova edizione italiana de La Spia che venne dal freddo, il romanzo di spionaggio con cui nel 1963 diventò famoso John Le Carré, nuova edizione Mondadori, dopo l'edizione Longanesi e l'edizione Rizzoli, in una nuova traduzione di Attilio Veraldi, specialista nel rendere nella nostra lingua le migliori storie altrui di azione e tensione e autore t?l storie del genere in proprio da La Mazzetta a L'Amica degli amici, mi è stato facile provare un piccolo brivido di perplessità. Noi italiani, come lettori, a parte il fatto che leggiamo poco, siamo pure classisti e razzisti. Abbiamo un concetto dei classici che sa di stantio, proprio non riusciamo a credere, o anche solo ad ammettere, che possono esistere classici contemporanei e minori? E' davvero inutile che tre importanti editori si succedano a presentare lo stesso testo dello stesso autore, e ne rivedano l'edizione addirittura filologicamente, sema che il testo in questione e, ovviamente, l'autore in Questione abbiano di conseguenza il permesso di uscire dal ghetto della letteratura di consumo? Ecco da dove è partita l'idea di abbozzare i lineamenti di una breve, ma densa biblioteca moderna comprendente i titoli più validi della letteratura di consumo. E vorrei appunto provare a occuparmi di quella che Graham Greene ha definito «la più bella storia di spionaggio che abbia mal letto». Dunque, affrontiamo la rilettura di La Spia che venne dal freddo. E' il terzo romanzo di spionaggio di John Le Carré (al secolo, David John Moore Cornwell, Poole, Dorsetshire, 1931, università di Berna e Oxford, ex diplomatico), la terza apparizione del suo eroe apparentemente cosi poco eroico: George Smiley. Due celebri attori per due film tratti da te Carré: Richard Burton ne «La spia che venne dal freddo» e Alee Guinness ne «La talpa»

Persone citate: Attilio Veraldi, David John Moore Cornwell, George Smiley, Graham Greene, Longanesi, Poole, Richard Burton

Luoghi citati: Berna, Oxford