Dopo il 2,39 di Moegenburg che eguaglia Zhu di Giorgio Barberis

Dopo il 2,39 di Moegenburg che eguaglia Zhu ATLETICA Dopo il 2,39 di Moegenburg che eguaglia Zhu Bussano in tanti ai 2,40 Anche lo svedese Sjoberg (2,38 sabato scorso) tra i candidati con il tedesco ovest e il cinese Appena sette'dWrYf 7u/>l?'72 marzo 1978, da Milana si gridò al nuovo -mostro- del salto in alto: Vladimir Yashehenko aveva superato i 2,35 al termine di una gara esaltante, e sembrava essere l'uomo del futuro. La sorte maligna lo tolse però presto dal gioco e i più pensarono die sarebbero passati molti anni prima di ritrovare un talento pari al suo. Il che, probabilmente, vale ancor oggi. Ma nonostante questo il mondo non si è fermato, i progressi sono continuati. Prima grazie al tedesco orientale Wessig, campione anche lui sfortunato, che a Mosca valicò i 2,36, poi all'astro nascente Zhu Jtan-J ima che avrebbe incrementato di tre centimetri quel record, perdendo però i più due importanti appuntementi: i mondiali di Helsinki '83 (dove brillò la meteora sovietica Avdeyenko) e l'Olimpiade di Los Angeles '84 (vinta da Moegenburg). Proprio i Giochi, se si vuole, fecero giustizia, premiando nel tedesco occidentale l'uomo più regolare degli ultimi sei anni. Vincitore a 18 anni (adesso ne ha 24) del titolo europeo juniores e in Coppa Europa a Torino con 2,32, Dietmar Moegenburg si era rivelato al mondo pochi mesi prima quando ad Eberstadt, con i connazionali Thraenhardt e Nagel, aveva superato i 2,30. Fu una gara memorabile, che aprì nuove porte alla specialità fino a quel momento dominata da singoli, mai da una -scuola-. Moegenburg, come gli altri tedeschi, è uno dei primi frutti degli insegnamenti dello jugoslavo Dragan Tancic, santone del nuovo stile di scavalcamento dorsale. In molti, per lungo tempo, gli hanno preferito . Thraen- fOlmf'Mti Oidi — cóme lo hanno' soprannominato gli amici — non si è mai fatto cruccio di questo. Anzi, ha sempre creduto in se stesso, in quel suo fisico da -stuzzicadente-, visto che è alto 2,01 e pesa appena 78 chili. ■•Sàtipefta^tletiiea^ uttra- i verso le campestri, Moegenburg rinunciò presto alla corsa (-li mezzofondo mi piaceva ma avete mai visto una giraffa fare la maratona?» gli è capitato di spiegare) ed anche alle offerte del basket (-Ero e sono un più, che discreto pivot, che avrebbe potuto fare la sua figura, però...»/ per dedicarsi al salto cìte «ho capito mi avrebbe permesso di arrivare più lontano o, meglio, più in alto». Caviglie esplosive, fisico inizialmente sgraziato che le assidue cure di Tancic hanno reso armonico nei movimenti, il tedesco ha continuato a mantenersi su livelli di eccellenza, mostrando eccelenti doti anche come match-winner. L'unico suo scivolone fu il quinto posto ai mondiali di Helsinki, al quale reagì preparando la stagione olimpica in maniera esemplare come testimoniano i suoi 15 salti oltre i 2,30 messi insieme lo scorso anno, con il vertice, a 2,35, proprio a Los Angeles. Come era già accaduto nel 1980 quando Moegenburg eguagliò il mondiale di Wseola all'aperto (2,35) il giorno dopo che il polacco lo aveva ottenuto, anche il nuovo record è venuto all'indomani di un'altra grossissirna prestazione. Sabato, infatti, lo svedese Patrik Sjoberg, vice campione olimpico ed elemento in grossa ascesa (ha vinto in gennaio a Parigi i World Dames) aveva ottenuto a Berlino 2,38. Immediata, dunque, la risposta di Moegenburg ette al coperto ha così raggiunto, con 2,39, Zhu sul - tetto- del mondo. E proprio questi tre grandi campioni — Moegenburg, Zhu e Sjoberg — bussano ora ai 2,40, mentre non appare neppure fantatlettca intravedere per uno di loro il traguardo del 2,45 visto che, da sempre, l'accalcarsi di più atleti su certe misure prelude alla conquista di nuovi, entusiasmanti traguardi. Giorgio Barberis Lo stile di Moegenburg, che vediamo esultante nel riquadro

Persone citate: Dietmar Moegenburg, Dragan Tancic, Eberstadt, Milana, Nagel, Patrik Sjoberg, Sjoberg, Vladimir Yashehenko

Luoghi citati: Berlino, Europa, Helsinki, Los Angeles, Mosca, Parigi, Torino