Ci vuole un piano di Renato Cantoni

Ci vuole un piano Ci vuole un piano All'inizio dell'anno il dollaro valeva 1950 lire; ora si avvicina alle 2100, vale a dire il 7,5 per cento in più. Uno .spostamento di questa ampiezza della più importante moneta del mondo può avere ripercussioni superiori a quelle di un forte terremoto. Ma non è finita perché la schizofrenia domina sul mercato dei cambi c le quotazioni potrebbero salire ancora. A questa sgradita possibilità che cosa si sta contrapponendo? Dichiarazioni e parole di ogni genere, ma alla fine nulla di concreto; negli Stati Uniti continua la politica di «benevola astensione» mentre nello Sirie le cose sono confuse e la banca centrale tedesca, stanca di essere l'unica a cercare di fermare l'alluvionc-dollaro, ha ridotto di molto o addirittura sospeso i suoi interventi arginatoli. Non vi è dubbio che nei prossimi giorni l'agitazione aumenterà ma le terapie possibili, senza un preciso piano di stabilizzazione concepito di comune accordo fra Usa, Europa e Giappone, non possono che avere effetti marginali. Nel frattempo il costo dell'energia sale ancora, le difficoltà per i Paesi e le imprese fortemente indebitate ip dollari crescono e di pari passo aumentano i timori di bancarotte di imprecisabili dimensioni. Mancando finora un concertato intervento delle principali banche centrali vi e solo la speranza che gli operatori in cambi e gli investitori ritengano eccessivo il prezzo del dollaro e, con una serie di operazioni nel senso contrario, riescano a invertire la tendenza in atto. Purtroppo, quando un evento si produce sotto la spinta di cause naturali è difficile controllarlo adeguatamente; un rovesciamento di fronte selvaggio provocherebbe ripercussioni di ogni tipo, sia di carattere monetario, sia finanziario, sia economico. E' auspicabile, perciò, che sia venuto il momento di indire una conferenza monetaria nel corso della quale i partecipanti siano costretti a puntare su una soluzione generale, lasciando da parte questioni egoistiche e limitate alle singole arce. Renato Cantoni

Luoghi citati: Europa, Giappone, Stati Uniti