La legge spettacolo è sempre ferma Si cerca l'accordo sugli emendamenti

La legge spettacolo è sempre ferma Si cerca l'accordo sugli emendamenti La legge spettacolo è sempre ferma Si cerca l'accordo sugli emendamenti ROMA — «Non si possono spartire miliardi pubblici, prima ancora di conoscere le reali esigenze del singoli settori dello spettacolo* sostiene il sen. Carlo Boggìo, responsabile dell'ufficio spettacolo della de. Si riferisce alla suddivisione del fondo unico (2400'miliardi per il triennio '85-'87) previsto dalla legge madre della riforma dello spettacolo, [ai . ,Se dividiamo 1 miliardi adesso — spiega il senatore de — corriamo 11 rischio che quando la riforma sarà completata non ci saranno più 1 soldi per attuarla. La legge madre, che ha senso soltanto se seguita Immediatamente dalle leggi figlie di settore, deve essere un punto di partenza e non di arrivo. Perché, allora, prevedere già adesso di assegnare 1125 per cento al cinema, Il 45 per cento alla musica e 11 15 per cento alla prosa?» L'atteggiamento della de e le perplessità dei dicasteri finanziari rendono ora più dif¬ ficile l'approvazione della legge madre dello spettacolo. Superato senza emendamenti l'esame della Camera, il disegno di legge è adesso al Senato, dove non tutto fila liscio. La Commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama ritiene infatti eccessiva la detassazione sugli utili reinvestiti prevista dalla riforma Logorio. Il problema della detassazione rappresenta l'aspetto qualificante della nuova legge progettata dal ministro dello Spettacolo. Del resto gli operatori del settore, ed in particolare l'industria del cinema, avevano fino ad oggi accolto favorevolmente il disegno di legge proprio perché consentiva, una volto entrato, in vigore, di reinvestire /de-, tassati), il settanta per cento degli utili ricavati da ogni singola azienda in nuove produzioni. Oltre ad incentivare la produzione, questo meccanismo avrebbe lo scopo di incrementare l'occupazione. Al Senato, nonostante la •mina vagante' della Commissione Finanze e Tesoro, l'approvazione della legge madre è affidata alla Commissione Pubblica Istruzione. Dopo la seduta di mercoledì scorso la discussione, a Palazzo Madama, è stata rimandata al prossimi giorni. Nel frattempo si lavora per raggiungere un accordo politico sugli emendamenti democristiani. «Per la de — sottolinea il sen. Bogglo — sono le leggi di settore che contano. I problemi della lirica non si risolvono con 1 miliardi. Bisogna prima provvedere ad una concreta responsabilizzazione degli amministratori degli enti lirici, cosi come occorre sottoporre ad una revisione triennale le Istituzioni musl- cali che percepiscono sovvenzioni statali. Per la prosa, invece, è indispensabile ristrutturare l'Ente Teatrale Italiano, le cui funzioni non corrispondono alle esigenze del settore, mentre per 11 cinema vanno regolamentate meglio le forme di Incentivazione». S allora cosa propone la de? «In attesa delle leggi di settore (musica, cinema e teatro) — risponde il sen. Bogglo — riteniamo di dover attribuire per la corrente stagione le stesse sovvenzioni dell'84 con raggiunta del trenta per cento, ed inoltre siano destinati, immediatamente, settanta miliardi per l'ammodernamento delle strutture, e soprattutto delle sale cinematografiche delle piccole citta, quelle che vengono utilizzate anche per l'attività teatrale e musicale. Con 1 miliardi che restano del fondo unico, il ministro potrà rimediare all'emergenza. Nel frattempo, però, si devono portare avanti le leggi figlie. Ernesto Baldo

Persone citate: Carlo Boggìo, Ernesto Baldo

Luoghi citati: Roma