Arrestato II conte Borlotti per associazione mafiosa di Marzio Fabbri

Arrestato II conte Borlotti per associazione mafiosa Milano, clamorosi sviluppi dopo l'interrogatorio del boss Epaminonda Arrestato II conte Borlotti per associazione mafiosa MILANO — Il conte Giorgio Borletti, 44 anni, esponente della famiglia che negli Anni Venti diede impulso alla Rinascente, è stato arrestato Ieri su ordine della magistratura. L'accusa è associazione per delinquere di stampo mafioso. La cortina di silenzio stesa dagli Inquirenti impedisce di sapere in relazione a quali fatti sia finito in carcere 11 conte, ma secondo indiscrezioni si tratterebbe dell'inizio dell'operazione antimafia scaturita dalle rivelazioni fatte dal «boss» Angelo Epaminonda. L'arresto <\i Borletti sarebbe stato anticipato perché i giudici avrebbero voluto Impedire una sua partenza verso il Kenya dove è proprietario di case da gioco. I dettagliati racconti che Epaminonda ha fatto agli inquirenti avrebbero portato al coinvolgimento in questa indagine di oltre 150 persone, alcune delle quali appartenenti agli organi dello Stato, come anticipava una settimana fa l'articolo del «Gior¬ nale» 11 cui autore, Paolo Longanesi, è stato brevemente arrestato con l'accusa di favoreggiamento. Tra gli altri ci sarebbero i nomi di due magistrati, uno In servizio a Milano e l'altro a Voghera, la cui posizione è però stata stralciata già da qualche tempo e Inviata, per competenza, ai giudici di Brescia in quanto non possono essere Inquisiti dal colleghi che prestano servizio nello stesso distretto. Non tutti 1 provvedimenti di cattura, alcuni del quali riguardano persone già in carcere, sono stati eseguiti e non è da escludere che qualche «pesce grosso, sia sfuggito. Non c'è dubbio, comunque, che già U nome di Giorgio Borletti sia di quelli che fanno sensazione. Fino al momento dell'emissione del mandato di cattura il conte figurava, semmai, vittima di personaggi legati ad organizzazioni mafiose, come le indagini compiute nel corso del 1983 sulla gara per la concessione della gestione del Ca¬ sinò di Sanremo avevano messo in luce. Quando, infatti, 11 Comune della Riviera bandi la gara d'appalto, si fronteggiarono due società: la .Flowers Paradise., del conte Borletti, e la Sit Sanremo che faceva capo a Michele Merlo, ex ufficiale di Aeronautica, tltola- re di una piccola azienda di materiale elettronico per l'aviazione. L'amministrazione comunale aveva fissato come tetto minimo del canone annuo 18 miliardi e un massimo di poco inferiore al 21. La soluzione paradossale dell'apertura delle buste fu che vinse chi aveva offerto di meno perché la «Flower's» aveva offerto 18 miliardi e 650 milioni mentre la Sit con 21 miliardi aveva sfondato 11 tetto previsto. Il ricorso al Tar della Sit fu accolto, ma la battaglia fra le società si chiuse all'Improvviso con una rinuncia di Borletti che, si disse all'epoca, avrebbe ricevuto qualche miliardo e molte minacce. Alle fine del 1983 le indagini della procura milanese portano a oltre 40 arresti. La tesi d'accusa è che Merlo sia l'uomo di paglia di organizzazioni mafiose catanesl (il clan del Santapaola) che, escluse dalla «torta, del gioco di Atlantic City, avevano deciso di assumere 11 controllo dei casinò Italiani. Marzio Fabbri

Luoghi citati: Brescia, Kenya, Milano, Sanremo, Voghera