Pedini commosso ad Alamein «un monito a tutte le guerre» di Igor Man

Pedini commosso ad Alamein «un monito a tutte le guerre» U Presidente al sacrario ricorda «i nostri fratelli caduti» Pedini commosso ad Alamein «un monito a tutte le guerre» Per suggellare il pellegrinaggio di pace, deposte corone di fiori nei mausolei tedesco e inglese - «Era una visita doverosa» - Un omaggio agli ascari libici DAL NOSTRO INVIATO EL alamein — «.Riconto con commosione i nostri fratelli qui caduti», scrive Sandro Peritai nel registro d'onore del sacrarlo del caduti italiani (Poche pagine avanti è possibile leggere le firme, in data 16 ottobre 1984, di Vittorio Emanuele di Savoia e di Marina Doria che, perù, non hanno vergato frase alcuna). Dopo aver scritto la semplice •dedica», Pertinl ripone la stilografica nel taschino, poi sussurra, quasi a se stesso: .Ovai se non fossi tenuto, era doveroso rendere omaggio al nostri caduti. Questo monumento è un monito contro la crudeltà inutile della guerra: Sono le 10,15 di lunedi 18 marzo 1985; Pertinl è arrivato da pochi minuti da El Alamein in elicottero da bordo della Vittorio Veneto, dove ha fraternizzato con quell'equipaggio. Si ferma a leggere la lapide che dice come la vasta necropoli sia consacrata -al riposo di 4800 soldati, marinai e avieri d'Italia. Il deserto e il mare non restituiscono i 38 mila che mancano: Poi la piccola folla di italiani venuti da Alessandria rompe l'esile cordone del marò facendosi incontro al Presidente. Una suora gli bacia una mano, Pertinl, a sua volta, bacia il tricolore della scuola italiana •Maria Ausiliatrlce» di Alessandria d'Egitto. Inni nazionali, otto trilli di fischietto .alla banda» del picchetto d'onore della Marina, infine, in un tumulto di invocazioni, suoni e folate di vento carico di sabbia, quasi sospinto dalla gente, Pertinl entra nel mausoleo. n sergente trombettiere della Marina Michele Fiorentino di Olovinazzo (Bari) suona il silenzio fuori ordinanza. Pertini, che aveva ricevuto un gran mazzo di gladioli da due ragazze vestite d'aran¬ cione, dicendo: « Guaste, Questi li portiamo ai rogasti morti', depone fiori accanto a una corona d'alloro. Dalla vetrata della torre ottagonale 11 sole arriva smorzato a illuminare discreto il Presidente della Repubblica italiana che rende onore *a tanti poveri figli di mamma», caduti nella pio grande battaglia della tragica guerra d'Africa voluta dal fascismo. Guidato dalle autorità e dal guardiano della necropoli, Abdei Raful Ageila, l'egiziano che alutò per primo Paolo Caccia Domlnlonl nella sua opera di misericordia culminata nella costruzione della torre-mauso-leo, Pertlnientra nell'angusta galleria le cui pareti son tappezzate di lapidi di medaglie d'oro e di lastre con su scritto tignato». Le prime due lapidi, a sinistra entrando, su cui cade l'occhio di Pertinl sono dedicate al fratelli Carlo e Co- stentino Ruspo!!. Entrambi medaglie d'oro. Pertinl non fa nessuno sforzo per nascondere la sua commozione. Spesso indugia con la mano su qualche marmo dedicato a un soldato ignoto come a lasciare una carezza. La domanda che poniamo a Pertini, cosi teso e provato, può apparire banale ma il cronista deve fare il suo lavoro e lui che capisce non si Irrita. Qua! è 11 suo stato d'animo, Presidente? «71 mio animo é colmo di dolore. Dolore che cresce quando vedo scritta la parola ignoto: Qui l'inviato del Secolo d'Italia gli dice: 'Presidente, per che cosa sono morti?» e Pertinl: •Per qualsiasi cosa siano caduti, sempre fratelli nostri sono — risponde —. Sono fratelli nostri, lo ripeto — aggiunge —, specie i soldati ignoti. Chi si ferma a piangere su queste tombe, quale congiunto? Poveri, cari fratelli nostri». E scuotendo il capo si allontana nel rispettoso silenzio di tutti. Un gesto di pace In un luogo dedicato alla guerra: questo 11 senso della visita di Pertinl a El Alamein. E per suggellare 11 suo pellegrinaggio di pace, il Presidente ha voluto deporre corone anche nei non lontani mausolei tedesco e inglese. In quest'ultimo campeggia la parola di Shakespeare, scalpellata nella pietra: •Buonanotte, dolce Principe, possano voli di angelo accompagnarti nel tuo riposo». L'ultimo omaggio del Presidente è per la stele che ricorda gli ascari libici, 1 cui nomi sono graffiti In caratteri arabi. Pertini bada la pietra lavorata dal vento e dal sole e quando gli chiedono se vuole recarsi a visitare 11 piccolo museo militare, risponde: •So, basta, andiamo via». Igor Man

Persone citate: Marina Doria, Pertini, Shakespeare

Luoghi citati: Africa, Alessandria, Bari, Egitto, El Alamein, Italia, Vittorio Veneto