Un bimbo rapito: dramma e sentimenti di Simonetta Robiony

Un bimbo rapito: dramma e sentimenti Si gira a Siena il film in quattro puntate per Raiuno «A viso coperto», regista Albano Un bimbo rapito: dramma e sentimenti La storia, scritta da Silvana Buzzo, racconta un sequestro - Dice l'autore: «Vogliamo realizzare un'opera di qualità» SIENA — Questo pezzo di campagna senese intorno al fiume Arbia lo chiamano 'Le Crete* perché è fatto di un terreno molle, grigiastro, ondulato, ricco d'acqua raccolta in piccolissimi e improvvisi stagni pieni di canne rosse piegate su se stesse. A Le Crete il regista Gianfranco Albano ha deciso di ambientare il suo film A viso coperto, quo ttro puntate prodotte dalla prima rete televisiva ma girate su pellicola in trentacinque millimetri. La storia, scritta da Silvana Buzzo, è di quelle a metà tra la cronaca nera e l'invenzione sentimentale: scenario il sequestro di un bambino, controscenario le complicazioni psicologiche, là sconvolgimento di rapporti, l'intreccio di emozioni che un evento tale produce dalla parte dei rapitori e dalla parte del rapiti. C'è una gran villa a Le Crete, alta sopra una collina: in questa villa, da un mese, la troupe televisiva di Gianfranco Albano va avanti a tappe forzate, cercando di rispettare i tempi di lavorazione e il preventivo economico. Si gira tutto il giorno, spesso anche di sera, senea interruzioni. L'obiettivo è quello di riuscire a produrre un film televisivo che riesca ad essere, insieme, spettacolare ed elegante; che sia, insomma, un film di qualità. E questa parola, qualità, si sente ripetere continuamente da tutti: dal regista, dagli interpreti, dalla sceneggiatile, dal tecnici. Ma l'obiettivo è anche quello di fare un prodotto che possa agevolmente essere venduto sul mercato stranie¬ ro. Non a caso, a interpretare i tre ruoli principali sono stati chiamati tre attori stranieri: la francese Marlene Jobert, quella di Ultimo domicilio conosciuto, per fare la parte della madre del bambino rapito; il tedesco Hans Zischler, quello di tanti film di wim Wenders e adesso di La lemme flambée per fare il padre; litalo-inglese Ray Lovelock, protagonista un anno fa di L'amante dell'Orsa maggiore, per fare il bandito. Curioso, ma sono proprio questi tre gli attori cui aveva pensato il regista durante la progettazione del film, non sperando mal né di trovarli liberi tutti e tre, né disponibili a lavorare con lui tutti e tre, né tutti e tre contenti di con¬ dividere con lui questa esperienza. C'è una grande fervorosa partecipazione su questo set in mezzo alle nebbie intorno a Siena. E si spiega. Gianfranco Albano, ex ragazzo del gruppo di 'Film critica', ex giornalista di rubriche come Tv sette e Specchio segreto, è appena al suo secondo film televisivo. Il primo, Una tranquilla coppia di killer, racconto romanzato della morte di Allende, lo ha girato nell'81: gli ci sono voluti quattro anni per arrivare a un secondo. Racconta: «E' una storia, questa, desiderata, voluta e amata. Pensata insieme alla mia compagna, la scenegglatrlce Silvana Buzzo, accarezzata nel mesi Immaginando¬ ne ogni più minuta sfumatura, curata personalmente andando In giro a far sopralluoghi, a parlare con gli attori, a cercare di mettere Insieme il miglior gruppo di lavoro che la Rai potesse permettersi». Ironico e fragile Gianfranco Albano ammette: «E' un film animato da grandi speranze e forti ambizioni. Nato per essere un prodotto televisivo, non soffre la frustrazione di non essere cinema, perché la scelta di lavorare sopra questo specifico linguaggio espressivo se un tempo poteva sembrarmi uh ripiego, oggi mi pare un interessante terreno di sperimentazione. Resta, immutato nel tempo, l'amore di fare film». Simonetta Robiony Ray Lovelock e Alessandro Ixtrenti in una scena di «A viso coperto»: il film nasce per la tv

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