Peres da domani a Roma Andrà anche in Vaticano
Peres da domani a Roma Andrà anche in Vaticano Prima visita di un premier israeliano Peres da domani a Roma Andrà anche in Vaticano ROMA — Il primo ministro Israeliano, Il laburista Stilinoli Peres, arriverà a Roma domani pomeriggio su Invito di Craxl per una visita di tre giorni, la prima a carattere ufficiale di un capo di governo di Israele nella storia delle relazioni diplomatiche tra I due Paesi (nel 1973 venne a Roma in visita privata Golda Melr e incontrò il Papa e Andreotti). Peres sarà ricevuto dal presidente della Repubblica Pertlni — appena rientrato dall'Egitto — e In Vaticano da Giovanni Paolo II. La conferma dell'udienza di martedì è stata data ieri dal vice-direttore della sala stampa della Santa Sede, mons. Nlcolinl. L'unico incontro tra un Papa e un capo di governo Israeliano era stato quello di Paolo VI con Golda Melr, dodici anni fa. Si tratta dunque di un Incontro estremamente importante, dato che Israele e Santa Sede non hanno relazioni diplomatiche: Il Vaticano infatti non ha mal riconosciuto lo Stato ebraico. A Roma Peres vedrà anche varie personalità del mondo politico, industriale e sindacale (tra questi Agnelli e Lama). La visita del primo ministro israeliano, che sembrava compromessa dopo I' incontro di Tunisi del 6 dicembre scorso tra Craxl e Arafat, è stata preparata accuratamente In queste ultime settimane. Al centro del colloqui saranno II futuro delle relazioni italo-israellane e naturalmente l'evolversi della situazione in Medio Oriente. La visita di Peres conclude una prima vasta presa di contatti della diplomazia italiana con tutti I governi del Medio Oriente, per studiare, fra l'altro, la possibilità di un'iniziativa di pace della Comunità Europea nella regione. Prima di lasciare Gerusalemme, Peres ha dichiarato di apprezzare la «buona volontà di Craxl« e I suoi sforzi per contribuire alla ricerca di una soluzione del conflitto arabo-Israeliano: «Può darsi che ci sia una valutazione differente su quanto l'Olp può e non puO fare: ma questo è normale nelle relazioni internazionali dove bisogna anche cercare di superare differenti valutazioni di una stessa situazione».
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