Mai più cavie animali? di Franco Giliberto
Mai più cavie animali? Acceso dibattito alla vigilia di una proposta di legge Mai più cavie animali? Gli «anti vivisezione» sostengono che le sperimentazioni sono inutilmente crudeli - Il farmacologo Garattini: «Non c'è alternativa all'uso degli animali» DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Esiste in Italia una specie di 'Società segreta* formata da ricercatori che praticano senza controllo la sperimentazione animale? I più accesi oppositori della vivisezione dicono di sì, che esiste. E aggiungono che quand'anche non vi siano veri e propri comportamenti sadici, gli animali sono sottoposti nei laboratori pubblici e privati a maltrattamenti e a esperimenti inutili: per pigrizia o per incuria, per insensibilità o scarsa lungimiranza scientifica, per ottener comunque fondi dallo Stato o per carrierismo. Questi e altri argomenti simili devono aver fatto breccia anche alla Camera, se un ordine del giorno presentato qualche tempo fa dal socialista Filippo Fiandrottl contro la vivisezione è stato approvato a maggioranza: l'esecutivo si è impegnato a 'Vietare tutte le attività connesse alla sperimentastone sugli animali per il triennio 1985-1987*. L'ordine del giorno, ovviamente, ha originato un Impegno politico, non un'imposizione di legge. Ma nel solco di questa azione, sta rapidamente maturando la volontà di giungere alla discussione e all'approvazione di una legge vera e propria. La proposta è del ministro della Sanità Costante Degan, che entro breve tempo intende presentare II provvedimento al governo. La vecchia legge sulla vivisezione entrata in vigore 54 anni fa, e ritoccata negli Anni Quaranta, starebbe dunque per essere modificata. Ma in quale modo? Con l'abolizione pressoché totale della sperimentazione animale, come vorrebbe Fiandrottl che giudica la pratica •ormai priva di valore scientifico'1? Oppure con una ferrea regolamentazione sulla .trasparenza* d'ogni esperimento (fra l'altro: anestesia obbligatoria per qualsiasi ricerca che preveda la vivisezione, senza possibilità di deroghe), come suggerisce Degan? Vedremo nei prossimi giorni. Diamo la parola, nel frattempo, a chi difende e a chi si oppone alle sperimentazioni sugli animali, cominciando dal professor Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri.. Che ne dice questo studioso di fama internazionale: potrebbe la ricerca fare a meno di topi, ratti, cani, gatti, scimmie e porcellini d'India? • Una campagna scandalistica ed emotiva — dice Garattini — tende a far credere alla gente che l'uso di animali da esperimento sia inutile, ansi contrario al progressi della ricerca btomedtca, che tanta Importanza hanno arnito nel prolungamento della vita media dell'uomo. Gli argomenti a sostegno di questa tesi (insieme all'offesa e alla denigratone dei ricercatori, ritenuti "sadici") sono di duplice ordine: gli studi sugli animali non servono, dicono gli oppositori, perché l'uomo t diverso dagli animali; l'uso degli animali sarebbe una vecchia abitudine dovuta alla pigliela del ricercatori, mentre risultati migliori si otterrebbero se fossero introdotte le tecniche alternative, come colture di cellule in vitro, recettori, radtoimmunoassu *. E' vero che l'uomo è diverso dagli animali e che le varie specie animali sono diverse fra loro, aggiunge 11 farmacologo. Ma vi sono anche notevoli somiglianze, essendo fondamentalmente analoghi, per esempio, 1 sistemi della trasmissione genetica, i recettori cerebrali, le difese immunitarie. E tra gli animali. 1 mammiferi hanno organi, funzioni circolatorie, modi di riproduzione che mostrano analogie con le funzioni umane. Dice Garattini: 'Storicamente, Queste analogie hanno permesso di sviluppare vaccini e farmaci, di prevedere effetti tossici e cancerogeni Ma c'è la proposta di usare tecniche alternative. 'E' una proposta per lo meno strana, se vista alla luce della prima argomentatone. Infatti, se gli animali da esperimento non sono predittivi di ciò che accadrà nell'uomo, sembrerebbe logico concludere che cellule coltivate in vitro, o altre strutture biologiche isolate dalla complessità dell'organismo vivente, dovrebbero esserlo ancora meno. Ma l'uso delle tecniche alternative non dovrebbe essere suggerito dai cosiddetti anti iHvisezionistl ai ricercatori! Perché sono l ricercatori stessi che hanno scoperto queste tecniche, e le applicano tutte le volte che esse possono ragionevolmente sostituire l'uso dell'animale-. Garattini fa l'esempio del dosaggio dell'insulina, possibile oggi grazie ad affidabilissimi metodi in vitro, che escludono il coinvolgimento dell'animale. Ma aggiunge che al di là del dosaggio, ogni dubbio sulla tossicità del preparato (trattandosi di 'materiale estrattivo') per' essere fugato presuppone delle prove sugli animali, prima di passare alla commercializzazione e alla terapia umana. .£ allo stesso modo, noi non conosciamo per ora altri metodi per studiare, poniamo, la neurotossicltà di un nuovo farmaco, se non quello di utilizzare animali da esperimento. Sarebbe assurdo e certamente dannoso esporre l'uomo, per primo, a una certa sostanza*. Franco Giliberto
Persone citate: Costante Degan, Degan, Filippo Fiandrottl, Garattini, Mario Negri, Silvio Garattini
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