Operaio americano nei lager di Lenin

Operaio americano nei lager di Lenin DOCUMENTI INEDITI SU «OBOZRENIE», RIVISTA RUSSA DI PARIGI Operaio americano nei lager di Lenin Con l'uscita del numero 12 nello scorso dicembre, Oboerenie (Rassegna), la 'rivista analitica- bimestrale che integra Russkaja mysl (Pensiero russo, un settimanale pubblicato a Parigi sin dal 1947), ha compiuto il suo secondo anno di vita. Diretta da Aleksandr Nekrich — autore, tra l'altro, insieme con Michail Heller, de L'utopia al potere, storia dell'Unione Sovietica sin dal 1917 — Oboerenie ha saputo in breve tempo crearsi uno spazio suo proprio In mezzo al periodici in lingua russa, ormai numerosi in Europa, negli Stati Uniti e in Israele, un successo dovuto certo all'ampiezza delle prospettive e all'alto livello del collaboratori. Tra questi ultimi figurano Franco Venturi, Jean-Francois Bevel, americani, tiorvegesi e 1 russi Irina Ilovaisky Alberti, direttore di Russkaja mysl, gli storici Michail Heller e Mark Baev. Ogni numero, oltre ai commenti di Nekrich, contiene articoli di risonanza Internazionale, recensioni e, quello che senza dubbio costituisce uno dei settori più originali di Oboerenie, dei documenti, spesso inediti. Dagli Archivi nazionali americani, per esempio, è desunta la storia curiosa e agghiacciante di Nathan Coalman (Oboerenie n. 5). A questo punto, converrà accennare alla famiglia Hammer, con la quale 11 destino di Coalman è strettamente connesso, il milionario Julius Hammer, uno del fondatori del partito comunista americano, fu, dal 1921 al 1927, presidente della direzione della concessione «Alameriko» per lo sfruttamento dell'antica miniera di amianto Alapaevsklj negli Urali. Hammer mandò in Russia il suo figlio e socio Armand (attualmente l'ottantaselenno presidente dell'Occidental Petroleum e il proprietario di un codice leonardesco esposto in questi giorni al Museo del Prado a Madrid),'un giovane medico, che portò con sé degli strumenti chirurgici per seicentornila dollari. Lenin, che attribuiva grande importanza ai rapporti con gli Hammer, considerandoli «un sentiero verso il mondo degli affari americano-, scrisse nel 1921 al Comitato centrale: 'Il milionario americano Hammer, di origine russa (in prigione sotto l'accusa di aborto illegale, in realtà una vendetta perché è comunista), da un milione di pud (sedici milioni di chili) di pane agli operai degli Vrali a condizioni molto vantaggiose (5%) e accetta di vendere su commissione in America le pietre preziose degli UralU. Figlio di un emigrante polacco e di un'americana, Nathan nacque a San Francisco nel 1892, s'interessò sin da giovane ai movimenti radicali di ogni genere, poi diventò socialista con l'appoggio della famiglia Hammer a New York, dove 1 Coalman si trasferirono nel 1905. Diventò poi un membro del partito comunista, molto prima, si legge nel documento, che fosse chiamato partito comunista. A New York frequentò una scuola dove si Insegnava la lavorazione dell'amianto. Nel 1923 Coalman, munito di un •mondato» firmato da Martens, 11 rappresentante commerciale non ufficiale sovietico In Usa, si recò nell'Urss come dipendente di Julius Hammer. (Quest'ultimo, secondo Coalman, era da sempre una spia sovietica). Dopo alcuni mesi trascorsi negli Uralt, Coalman, di ritorno a Mosca, criticò aspra¬ mente le condizioni di lavoro nelle miniere sovietiche «dieci volte peggiori di tutto quello che aveva visto negli Stati VnitU e chiese un visto di uscita per tornare in America. Fu invece arrestato e accusato di spionaggio dalla Ceka (la polizia segreta dal 1918 al 1922) e riuscì a fuggire e a tornare a Mosca solo nel 1946. Nel suoi 23 anni di detenzione, Coalman ebbe modo di conoscere a fondo 11 sistema concent razionarlo sovietico: rimase fino al 1933 sulle isole Soloveckie, poi venne confinato a Barnaul. Seguirono la detenzione nel Lager di Kolyma e un altro confino. In quel periodo, secondo Coal- man, nel Lager si trovava almeno il dieci per cento della popolazione, una cifra continuamente ridotta dall'elevata mortalità, caudata dalle condizioni di vita e dalle fucilazioni frequenti. Le donne, che lavoravano Insieme con gli uomini, -languivano in uno stato indescrivibile e dopo alcuni mesi di una simile esistenza erano rovinate fisicamente e moralmente-. Oltre al russi, tra i detenuti vi erano del polacchi, dei cinesi, del giapponesi, del finlandesi, dei tedeschi, dei baltici, degli italiani, e tre comunisti americani. Né mancavano personaggi dell'està b/fsftment: le sorelle di Zinoviev, la moglie di Jagoda, funzionari di polizia e studenti. E' anche drammatica la rievocazione dell'iniziativa presa da Stalin contro uno dei massimi artefici della rivoluzione e dei fatti connessi. Tre mesi prima dell'attentato In cui perse la vita (21 agosto 1940) Trockij il 24 maggio sub) già un attentato, dal quale tuttavia usci salvo. L'8 giugno successivo commentò l'avvenimento in un ampio articolo, di cui solo, pochi brani furono pubblicati nell'edizione inglese Trotsky's Wrltings. Il curatore Jurij Felstinskij nella prefazione pone in rilievo come Trockij, convinto di dover presto morire o dì malattia o per mano di un sicario, considerasse ora suo principale nemico non più -l'imperialismo internazionale- bensì Stalin o -la burocrazia staliniana-. La ricostruzione dell'attentato e della sparatoria notturna coincide con la descrizione lasciata, dalla moglie Natalja Sedova (in Victor Serge, Vita e morte di Trotskif. Laterza). Stalin — prosegue Trockij — non potendo giustiziarlo nel 1928 si vide costretto ad espellerlo all'estero, dove un'attività politica sarebbe stata impossibile. Trockij invece fondò la Quarta Internazionale. -I processi di Mosca degli Anni 1936-1937, aggiunge, furono montati per ottenere la mia espulsione dalla Norvegia, cioè in realtà per consegnarmi nelle mani del Gpu (la polizia segreta). Ma nemmeno questo riusci: mi recai ilei Messico. Stalin, mi fu detto, a più riprese riconobbe che la mia espulsione all'estero era "un grettissimo errore"-. Per correggerlo non rimaneva clic ricorrere ad un atto di terrorismo. L'uccisione era poi resa più indifferibile dal l'approssimarsi della guerra e dalle critiche formulate da Trockij nella stampa contro la politica di Stalin. Secondo Trockij. 11 Gpu è responsabile dell'attentato del 24 maggio e per giunta aizza ia polizia messicana contro le vittime dell'attentato. I giornali parlano addirittura di un «autoattentato-, insinuazione sdegnosamente smentita da Trockij, e il partilo comunista messicano esige l'espulsione dell'ex leader russo dal Paese. • La più possente forza della controrivoluzione, conclude Trockij, nella nostra epoca è limperialismo, sia nella sua forma fascista sia sotto la copertura quasi-democratica. Nessun Paese imperialista mi permette di entrarvi. In quanto al Paesi... semiindipendenti, si sono rifiutati di accogliermi sotto la pressione dei governi imperialisti o della burocrazia moscovita... Il Messico mi ha offerto l'ospitalità perché non è un Paese imperialista... Posso dire perciò che la mia vita sulla terra non è un fatto normale ma eccezionale-. Lia Wainstcin