Il buon Pulcinella Raffaella De Vita

Il buon Pulcinella Raffaella De Vita Galleria di antieroi al Colosseo Il buon Pulcinella Raffaella De Vita TORINO — Garzone di drogheria, impiegato di banca, redattore di giornale, ma soprattutto vagabondo anarcoide e ubriacone ribelle, lo scrittore praghese Jaroslav Hasek non è conosciuto da noi come meriterebbe: ed anche il suo romanzo Le avven ture del buon soldato Svejk durante la guerra mondiale (1920-1923) è assai meno noto del dramma che ne trasse Bertolt Brecht e che fu messo in scena da Piscator. E', codesto romanzo, l'elogio dell'antieroe; ingenuo controvoglia, stolido per disgrazia, imbelle per sventura, regolarmente punito per secolare disdetta, alle prese con le 'macchine stritolataci, della burocrazia, della polizia, e, infine, della guerra. Umiliato, e offeso, Svejk ha una sola arma in pugno: una proverbiale ironia, che gli sgorga sulle labbra, come per mira-, colo, da chissà quale antica scaturigine. Dal romanzo, e non dal dramma brechtiano, Raffaella De Vita, l'indomita attrice napoletana che da annt risiede e lavora a Torino, ha tratto il suo II buon soldato Pulcinella Oetrulo, ospite del Toreat, al teatro Colosseo, per la regìa di Gianfranco Mazzoni. La tradizionale maschera napoletana subentra al tipo popolare praghese in una storia senza tempo e paese, ma in cui i soprusi sui deboli si consumano lo stesso, e in cui la violenza militarista si scatena oggi come settanta anni fa. Raffaella, bianca nel cornicione dello eanni napoleta¬ no, la nera mascherina grifagna per due ore sul viso, delinea il viaggio del suo personaggio nel buio tunnel degli equivoci più sinistri, dei contrattempi più macabri: folletto fatuo eppure innocente, il suo Pulcinella passa indenne attraverso quella serqua di maggiori medici, cappellani, tenenti-colonnello, che paion tanti mascheroni del Potere, e, alla fine, con un amaro sogghigno, se la ride a vederseli innanzi, nel gran corteo del trapassati, morti anche loro e per le loro stesse mani. Mai quest'attrice, che a Roma o a Milano costituirebbe da anni un vero e proprio •caso', ci è parsa come stavolta calarsi in un ruolo con dedizione tanto commossa e sapiente, tesa sino allo spasimo, ma lucida e precisa nei gesti, nei cambi di voce, negli effetti. Al suo fianco, bella sorpresa almeno per noi, un giovane attore di carattere che ha talento da spendere, Mario Zucca, cui auguriamo semmai di controllarlo e affi- narlo in futuro. Guido Da vico Bonino

Persone citate: Bertolt Brecht, Bonino, Garzone, Gianfranco Mazzoni, Jaroslav Hasek, Mario Zucca, Piscator, Raffaella De Vita

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino