Allarme per il superdollaro

Allarme per il superdollaro Giappone, Germania e Inghilterra chiedono alla Feri interventi comuni Allarme per il superdollaro NEW YORK — A poche ore dall'esplosione del dollaro, che venerdì ha sfondato il tetto delle duemila lire, il governatore della Riserva federale, Paul Volcker, ha ammonito che l'economia americana rischia una recessione, e la sua moneta potrebbe quindi subire una caduta rovinosa. ^L'economia è stata presa in ostaggio dal deficit del bilancio dello Stato e dai capitali stranieri; ha asserito Volcker in una testimonianza al Congresso. 'Verrà il giorno in cui non potremo piti I fare fronte al pagamento degl'interessi combinati del primo e del secondi, se non ridurremo presto il disavanzo pubblico: Il monito del governatore, che riguarda non l'Immediato futuro, ma un periodo a media scadenza, ha destato allarme, al Congresso dove non esiste ancora accordo né sui tagli dèlia spesa, né sull'aumento delle tasse. Nel suo discorso, Volcker non ha contemplato il problema dell'instabilità dei mercati monetari. Ma la Riserva federale, ieri, ha detto di essere stata contattata dalle principali banche centrali europee e da quella giapponese, in vista di un eventuale intervento coordinato sul cambi nel prossimi giorni. Il mese scorso a Washington, le cinque massime potenze Industriali, gli Stati Uniti, 11 Giappone, la Germania, la Francia e l'Inghilterra, avevano deciso di difendere le monete europee e giapponese dall'assalto del dollaro, nel caso di uno squilibrio eccessivo. Dna sola volta, tuttavia, quest'intesa ha trovato la propria attuazione, una decina di giorni fa: gli ultimi avvenimenti potrebbero richiedere un'azione più decisa. Volcker ha deposto davanti alla Commissione Bilancio del Senato l'altro ieri sera (ieri mattina in Italia) subito dopo la chiusura del mercati monetari. Il governatore ha distinto tra le prospettive dell'economia americana a breve e quelle a medio termine. 'Le prime' ha detto msono buone. Il pericolo, ansA, e che l'economia si espanda troppo celermente. Dopo la pausa dello scorso autunno, la produzione industriale è molto risalita». Volcker non ha tratto da questa dichiarazione l'inevitabile conseguenza, e cioè che se tale tendenza si accentuasse egli sarebbe costretto a rialzare 1 tassi d'interesse. Ma il suo implicito monito non è sfuggito al Congresso. 'Confido» ha concluso 11 governatore 'Che la crescita del prodotto nazionale lordo nell'85 sarà del 4 per cento circa in termini reali». Dove 11 grand commis della finanza pubblica americana e apparso pessimista, è stato sul panorama economico a medio termine. 'Tra un po' rischteremo di trovarci nelle condizioni dell'America Latina» ha asserito Volcker. » Noi stiamo vivendo al di sopra del nostri mezzi, ossia alle spalle dei capitali stranieri che affluiscono negli Stati Uniti». (Oltre 80 miliardi di dollari nell'84). 'Oliinteressi che dovremo loro si moltiplicheranno. Ma non potremo ripagarli stampando carta moneta, perché ciò provocherebbe una tremenda inflazione... Quando incominceranno le difficoltà, i capitali stranieri si ritireranno. Il credito disponibile si restringerà, e precipiteremo nella recessione». Il dollaro si deprezzerà allora molto rapidamente. 'Non mi stancherò mai di ripetere che l'unico sistema per prevenire questo scenario È una drastica riduzione del deficit del bilancio» ha terminato 11 governatore. Nella sua deposizione, fatta, tra una boccata e l'altra del suo sigaro,'Volcker ha Introdotto anche una seconda nota di cautela. Il governatore ha confutato la tesi del presidente Rsa'gan che Tèspansiohe dell'economia .colmerà à poco a pòco 11 disavanzo pubblico. «iVon sarà possibile» ha detto 'Perché si tratta di un disavanzo strutturale: l'anno scorso il prodotto nazionale lordo è salito incredibilmente, ma il deficit si è aggravato lo stesso. L'economia, inoltre, soffre di grossi squilibri: "tirano" i settori dell'auto, dell'edilizia e delle alte tecnologie, ma sono in crisi l'agricoltura e in genere l'esportazione, quest'ultima a causa dell'eccessivo apprezzamento del dollaro». Ennio Carette • ECU — Negli ultimi due anni si è sviluppato un mercato dell'Ecu nel quale sono stati effettuati 137 prestiti pari a oltre 14 miliardi di lire, al tasso del 10 per cento. Lo ha constatato 11 presidente dell' Associazione bancaria italiana (Abl) Giannino Paravicini In una conferenza tenuta a Ferrara. Il presidente dell' Abl si è mostrato molto favorevole all'ampliamento del ruolo dell'Ecu,