Silvio Trentin, la Francia e quell'idea dell'Europa

Silvio Trentin, la Francia e quell'idea dell'Europa UN (WVEGNO A PARIGI PER IL CENTENARIO Silvio Trentin, la Francia e quell'idea dell'Europa Si conclùde stasera a Parigi un convégno Italo-francese di due giorni dedicato a Silvio Trentin, du cui ricorre quest'anno 11 primo centenario della nascita, già rievocato su questo stesso giornale da Giovanni Spadolini. In un articolo La legge dell'esule, del 10 agosto 1984. Due anni fa un analogo colloquio era stato dedicato a Piero Gobetti. Ma Gobetti era andato in Francia solo per morirvi: arrivato il 3 febbraio 1926, dopoché ogni attività politica e culturale gli era stata in Italia Interdetta, mori Improvvisamente in seguito a breve malattia il 15 febbraio, a soli venticinque anni, lontano dalla famiglia, ignoto al grande pubblico. Trentin al contrarlo trascorse in Francia quasi vent'anni: dal 2 febbraio 1926, costretto ad abbandonare la cattedra di diritto pubblico all'Università di Venezia per le restrizioni poste dal regime alla libertà d'insegnamento,,' sino alla fine di agosto 1943, quando, con la caduta di Mussolini il 25 luglio, ottenne il permesso di tornare in Italia con la famiglia. Gli anni trascorsi In Francia sono gli anni della maturità. Quando vi giunge, ha superato da poco i quarant'annl. E' autore di numerose opere di diritto e di politica amministrativa. E' stato deputato per la democrazia sociale tra il novembre 1919 e il maggio 1921. Dopo l'avvento del fascismo, di cui sin dall'inizio è un critico lungimirante, partecipa alla battaglia politica antifascista nel piccolo gruppo dell'Unione Nazionale, capeggiata da Giovanni Amendola. La Francia fu per lui la seconda patria. Esercitò nel primi anni 11 mestiere di tipografo arricchendo la sua esperienza d'intellettuale con una sforzata proletarizzazione» (com'egli stesso la definì). Licenziato ne) maggio 1934, riusci ad aprire una libreria a Tolosa, la Libreria della Linguadoca, che diventò, specie negli anni della guerra di Spagna, un luogo d'Incontro di antifascisti militanti. «Con lui, scrisse una testimone del tempo, il mestiere di libralo aveva ripreso il suo pieno significato. Non si trattava solo di vendere, ma di rivelare, dì guidare, di formare». Durante l'occupazione tedesca promosse un movimento della resistenza francese, •Liberare e federare», che svolse la propria azione fra il novembre 1941 e 11 luglio 1943 nel sud-ovest della Francia. Tanto forte fu 11 suo attaccamento alla patria francese che, sconvolto dall'invasione tedesca, scrisse di getto tra il settembre e l'ottobre 1940 un saggio sulla catastrofe cui diede il titolo, L'abdicazione della Francia owero la fine di un mondo. In Francia pubblica le sue opere più importanti, e sono opere non più soltanto giuridiche, ma anche storiche, politiche, filosofiche. Quelle scritte nei primi anni sono rivolte a fan conoscere 1 misfatti del fascismo; quelle degli ultimi, a cominciare dalle Riflessioni sulla crisi e sulla rivoluzione per finire con il libro Stato Nazione Federalismo, scritto nel 1940 ma pubblicato in Italia clandestinamente nei primi mesi del 1945, indagano le ragioni della grande crisi europea e tracciano le linee di un nuovo tipo di Stato federale che dovrebbe assicurare la libertà degli individui e dei gruppi in una società che si avviava o sembrava si avviasse verso una economia pianificata. Proprio perché apparsi in Francia durante il regime che aveva Isolato 11 nostro Paese dalla cultura europea, questi libri passarono quasi inosservati. Egli mori troppo presto nel marzo 1944, quando la guerra di liberazione era ancora in corso, perché le sue opere francesi potessero essere rimesse In circolazione nei primi anni della riconquistata libertà quando si ravvivò da noi 11 dibattito culturale e politico. Solo di recente, costituitosi un comitato per la pubblicazione delle sue opere maggiori, hanno visto la luce due volumi del cinque progettati: Dallo statuto albertino al regime fascista del 1929, a cura del prof. Alessandro Plzzorusso, e Politica e amministrazione. Scritti e discorsi 1916-1926, a cura del dottor Moreno Guerrato. Non a caso il convegno si svolge a Parigi. L'opera di Trentin non può essere studiata all'lnfuorl della tradizione culturale francese con la quale egli stabili un contatto diretto, tanto da avere giuristi e scrittori politici francesi come suoi principali interlocutori ed estimatori. Fu nell'ambiente vivo della Francia in cui si agitavano i grandi problemi della trasformazione della società europea, lacerata fra democrazia in declino e dittatura trionfante, sotto la minaccia di una guerra incombente, che Trentin diventò un forte scrittore politico, mettendo la sua cultura giuridica al servizio di una visione critica della società europea sino a vagheggiare l'idea di una nuova costituzione per 1 Paesi che sarebbero usciti dalla guerra materialmente stremati e politicamente sconvolti. La Francia rappresentò per Gobetti una meta agognata ma perduta nel momento stesso in cui era stata raggiunta. Per Trentin la Francia fu una realtà profondamente vissuta, che peraltro non gli fece dimenticare che 11 suo posto di combattente per la libertà sarebbe stato in Italia. Di lui scrisse Jean Cassou: » Ardeva in lui la fiamma dell'Italia del Risorgimento, dell'eterna Italia democratica e rivoluzionaria'. Norberto Bobbio