I fratelli , separati da Yalta

I fratelli , separati da Yalta Polemiche europee I fratelli , separati da Yalta II 40° anniversario di Yalta ha riproposto il problema della divisione dell'Europa, e di quale politica la metà occidentale e democratica del continente possa fare per promuoverne la riunificazione: posto, che ciò sia possibile. Alcuni pensano che non lo sia, che la natura dell'Impero sovietico non cambierà, e che è impensabile che si possa mai strappare al ferreo controllo sovietico la liberazione dei popoli dell'Est. «Questo — ha scritto E. Luttwak — è il sogno polacco: quando un polacco si ubriaca sogna che /'Urss cessi d'essere un impero». Ma questo non accadrà mai, e l'Impero in decadenza si sfogherà un giorno facendo guerra all'Europa, o forse, più probabilmente, alla Cina. A questa tesi pessimistica se ne contrappongono di più fiduciose, fondate sulla constatazione che, nei decenni, vi 6 stata una sempre più forte presa di coscienza dell'identità e t sostanziale unità dell'Europa, al di là come al di qua della cortina di ferro. Il sistema imperiale totalitario sovietico non ha saputo assicurarsi il consenso dei popoli assoggettati, perché non ha potuto (incapace com'è di cambiare) soddisfarne le domande di benessere e di libertà individuale, sindacale, nazionale. Cechi e Polacchi, Ungheresi e Romeni, Bulgari e Jugoslavi si sono così orientati sempre più verso la società occidentale, che ha molti difetti ma è ricca, viva, libera e in continuo sviluppo. La «spinta verso l'Ovest» — culturale e ideale, ma anche politica — spinge all'esilio anche tanti intellettuali russi. Essa è inarrestabile, ed è la premessa di quella «Ostpolitik» dell'Occidente, che deve fare da levatrice alla nascita di un'Europa n'unificata. Non tutti sono però d'accordo che ciò si possa fare. «Ultimamente — ha scritto su La Slampa Frane Barbieri — sta crescendo una coscienza europea da ambo le parti della linea di demarcazione; non si vede tuttavia come farla incidere sugli avvenimenti». Altri partecipanti a questo dibattito, quasi tutti illustri intellettuali dell'Est operanti in Occidente, sono più fiduciosi. Zbigniew Brzczinski (per lui era l'allusione irriguardosa del romeno-americano Luttwak) ha proposto addirittura un piano d'azione europea in cinque punti. L'Europa dovrebbe affermare la propria storica opposizione alla divisione di Yalta; ribadire la validità dei trattati di Helsinki, punto d'arrivo dell'era della distensione; coinvolgere gli Orientali nelle istituzioni europee, invitando Arrigo Levi ' (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Persone citate: Arrigo Levi, Bulgari, Frane Barbieri, Luttwak, Polacchi, Romeni, Zbigniew Brzczinski