celi crollo erg prevedibile»

celi crollo erg prevedibile» celi crollo erg prevedibile» Una donna: «Otto giorni fa un ingegnere ci aveva rassicurato: state tranquilli, non ci sono pericoli» * Un'altra testimonianza: «Volevamo presentare un esposto al Comune» - Un ragazzo in lacrime corre in ospedale: «Ditemi se i miei cugini sono vivi» • La famiglia Scio quasi distrutta: un solo superstite, 6 morti DAL NOSTRO INVIATO CASTELLANETA — Nell'ospedale civile di Castellaneta c'è grande tensione. Al terzo plano, nel reparto di chirurgia, Lucia Vita Rella è tra i sopravvissuti di via Verdi. Racconta: -Stavo dormendo accanto a mio marito, nella nostra casa al quarto piano. D'improvviso sono stata strappata dal letto e mi sono ritrovata all'aperto nelle macerie. Ero immersa nei calcinacci dal busto ai piedi. Ho cominciato a gridare-. A soccorrerla sono stati due volontari. Per suo marito non c'è stato nulla da fare. L'hanno sentito gridare per un po' sepolto nei tufi ed ora la donna domanda nell'angoscia: -Ditemi, Carmine è vivo? Sono riusciti a tirarlo fuori?-,. Nessuno risponde. C'è accanto la cugina. Chiara Schiviglia. che l'assiste. La donna è fuori di sé: -Otto giorni fa — racconta — l'ingegner Miccoli era venuto a fare un sopralluogo. Aveva rassicurato tutti. Aveva detto "Lo stabile Ita bisogno di essere aggiustato presto, ma non è pericolante, state tranquilli": Le dichiarazioni della Schlviglia sono contraddette da quelle del tecnico, ma nella stessa stanza, accanto alla signora Maria Nicolotti, che è stata operata all'addome, la figlia, Adriana Tarqulnio. dichiara con sicurezza: -L'ingegnere aveva detto che si potevano mettere alcuni pezzi di specchio sulle fenditure, ma non ci aveva messo in allarme-. La signora Adriana Tarqul¬ più. Ci hanno salvato i vigili del fuoco con le scale mobili'. Sua madre. Giuliana. 52 anni, dice nel pianto: -Mi sono svegliata all'improvviso. Pensavo che grandinasse molto forte. Il palazzo era giù caduto ed i rumori che sentivo erano i calcinacci che continuavano ad andare giù. Ho pensato al terremoto: è mancata la corrente elettrica per un cortocircuito, ci siamo affacciati al balcone dopo un periodo Interminabile di terrore, abbiamo cominciato a gridare. Tutto intorno le finestre si accendevano, alcuni erano già in strada-. Tutti confermano che gli appartamenti erano solcati da profonde lesioni. Dice la signora Giuliana Puglisl: • Ero in allarme, ma si occupava delle lesioni llproprletc- nio prosegue: -Io ero molto preoccupata. C'eravamo rivolti all'avvocato Biagio Tanzarella per un esposto al Comune. Avevamo dato 20 mila lire a famiglia. Giorni fa mt ero presentata io stessa in municipio. Mi avevano detto: "Mettete l'avvocato, fate fare una perizia da un ingegnere". E così ci siamo regolati. Ma ero molto in pena per mamma. La sua stanza da letto non è crollata ma il boato l'ha svegliata e quando si à alzata per andare in bagno e precipitata: la sta7iza da bagno non c'era più-. Al plano terreno dell'ospedale c'è Giuliana Puglisl con 1 suoi tre figli. Chiara, vent'anni, racconta: -Soltanto qualche graffio: abbiamo aperto la porta di casa e ci siamo accorti che la scala non esisterà rio dell'appartamento. So che c'erano state molle riunioni. Erano stati chiamati un tecnico e un avvocato. Io, come inqulliìia, non ho mal potuto partecipare alle riunioni e agli esposti ma. sempre, ero stata rassicurata-. In ospedale arriva un ragazzetto di 16 anni. E' Angelo Giandomenico. E' alla ricerca della famiglia De Carne. Chiede notizie. Vuol sapere di Tommaso De Carne, della moglie, Anna Greco, che è sua cugina e del bambini Michele e Giuseppe. -Sapete nulla?, vi prego ditemi-. Il ragazzo è li che aspetta. -Almeno dei bambini — aggiunge — ditemi qualcosa-. Si controllano i registri. Non sono in ospedale. Lo indirizzano alla scuola Giovanni Pascoli. Micheif e Giuseppe De Carne sono stati appena riconosciuti dal parroco. Il ragazzetto si allontana in lacrime: -C'era il pericolo — dice — ma tion potevano prendere un'altra casa: quando non bastano i quattrini, si può anche morire-. Un gruppo di parenti della famiglia Scio è al pronto soccorso. Anche per loro, nulla da fare, nessuna notizia. Gli Scio sono rimasti sotto le macerie. Il primo ad essere estratto è stato Danilo, 11 anni, prima media. Poi gli altri. Soltanto 11 più grande, Giancarlo, militare a Lecce, è salvo. E' arrivato nella sera: ha perso, con la madre e il padre, operalo all'Italslder di Taranto. 4 fratelli. C'è, infine. In ospedale, la testimonianza di Rosa Verzino, 62 anni. Sostiene che quattro mesi fa 11 Comune di Castellaneta aveva provveduto a puntellare un garage dello stabile di via Verdi. -Erano venuti gli operai, avevano messo alcuni puntelli — dice la Verzlllo — ma poi non si era più fatto vivo nessuno. Anche i tecnici dell'assicurazione avevano fatto un sopralluogo? et'-dovrebbe èssere una vasta s documentazione fotografica sulle fenditure e sul dissesto-. f. s.

Luoghi citati: Castellaneta, Lecce, Taranto