Giovane# rosso, in lattina di Sandro Doglio

Giovane# rosso, in lattina Il vino italiano nel mondo alla ricerca di una nuova immagine Giovane# rosso, in lattina H Lambnisco, e per i bianchì Albana e Trebbiano, vengono offerti sul mercato anche in scatola - Nonostante le polemiche (i vini di pregio preferiscono la tradizionale bottiglia) si parla di successo - Scendono in campo i grandi industriali dell'alimentazione, si esporta fino in Giappone - E in Australia il tetrapack sostituisce la damigiana OAL NOSTRO INVIATO MILANO — Che piaccia o no, il vino oltreché in bottiglia lo si può ormai trovare in lattina o anche in scatola: è venduto insomma come fosse birra, aranciata, coca cola o latte. Le maglie della legge si sono aperte un paio di anni fa, permettendo contenitori diversi dal vetro: le conseguenze sono già avvertibili. La televisione ci sta inondando di messaggi pubblicitari a favore di vini In scatola; in molti supermercati — spesso anche nelle mense o nel selfservice — si trovano esposti e offerti vini in lattina. C'è chi grida allo scandalo, chi si rassegna alla novità, chi pensa addirittura che questa dei nuovi contenitori possa essere la strada d'avvenire per il vino, o almeno per un certo tipo di vino. Si sta ripetendo — ma forse con più slancio e passione, perché alle spalle del vino c'è più cultura e tradizione — la polemica che anni fa nacque sul latte, quando si cominciò a venderlo in scatole di cartone. Oggi nessuno più contesta il latte in ^tetrapack» o • tetrabrìck»: capiterà lo stesso fra qualche tempo anche per il vino? I primi a lanciare sul mercato il vino in lattina, nel 1983, sono stati i fratelli Giacobazzi di Nonantola di Modena. Come stanno andando le cose? Risponde Luciano Borghi, respon»abile del marketing nell'azienda emiliana: ./( vino in lattina entra ormai nel suo terzo anno di vita, e io sono molto ottimista sul suo avvenire. Nel primo anno c'è stato logicamente un boom: oltre a noi, alte 14 o 15 aziende si sono lanciate sul mercato; c'era fermento, curiosità, interesse. Ma per avere una valutazione più concreta del mercato bisogna riferirsi almeno al secondo anno, cioè al 19S4. Per cominciare molte aziende hanno dovuto lasciare il campo:, la attaglia non è facile. Perà iT ' vino in lattina ha succèsso: ne abbiamo venduto circa ì milioni di pezzi, che ci sembrano molti, considerando che in fondo si tratta di un prodotto nuovo». E il cliente, come reagisce? •Lo considera un vero vino, non una qualsiasi bibita come qualcuno voleva far credere. E del resto nelle lattine noi mettiamo ottimo vino: Lambnisco come rosso, Albana e Trebbiano come bianco». La lattina era anche nata per conquistare il grande mercato degli Stati Uniti, da pochi anni maturato al consumo del vino: -Anche negli Usa — dice Luciano Borghi —, possiamo parlare di successo: dopo un anno ci sono già giunti rinnovati ordini per 3 milioni di lattine. E al di fuori degli Stati Uniti siamo presenti in una ventina di altri Paesi, dappertutto con successo. Persino in Giappone, dove il mercato si sta ampliando». Con il vino in cartone — tipo confezione del latte, per intenderci — sono scesl in campo grandi aziende di distribuzione alimentare, che spesso per l'occasione si sono introdotte nel settore enologico: Bertolli con il Castellino, e addirittura 11 gigante padano della Parmalat. Calisto Tanzi non ha esitato a far italianizzare la parola francese 'bouquet» (che vuol dire mazzolino, ma anche per il vino ^profumo») facendo nascere un »buqé», molto di¬ scutibile almeno dal punto di vista dell'ortografia. In questo settore i dati consuntivi mancano ancora, anche se produttori e venditori parlano di «successo crescente». E' certo che dietro 11 vino In lattine, e più ancora dietro 11 vino in scatola, si nascondono interessi colossali. Il minor costo di queste confezioni (poche lire rispetto alle 400-500 lire almeno di una bottiglia con etichetta, tappo di sughero, capsula e imballaggio), il minor peso, 11 minor spazio che occupano, la praticità nella confezione e per il trasporto, sono grosse armi di cui l'industria si può avvalere per vincere la concorrenza della bottiglia tradizionale L'appassionato e il conoscitore di vini probabilmente non cederà al'e comodità presunte del • tetrabrìck», non vorrà rinunciare alla bottiglia. E' certo che 1 vini di pregio non possono abbandonare il vetro («la permanenza in bottiglia, ricordano alla Pio Cesare di Alba, dove il vino è trattato quasi con religione, è indispensabile e contribuisce in misura non indifferente all'affinamento sia dei grandi rossi die dei grandi bianchi»). Franco Biondi Santi, produttore del più celebre dei Brunello di Montalcino, ogni tanti anni raduna testimoni illustri e anche notai per sostituire il tappo nelle più vecchie bottiglie del suo illustre vino: »ll tappo è l'unica parte che può, dopo tanti anni, lievemente alterarsi», dice. Sentiamo il parere di un principe dei sommelier, Franco Tommaso Marchi: «17 vino in scatola? Senza voler scandalizzare nessuno, io sono tutto sommato favorevole. Dovremo, cioè, accettarlo: l'igiene, la praticità, sono carte a favore di queste confezioni. Naturalmente si deve trattare di vini di prontabeva, come si dice, cioè da consumare rapidamente. E non bisogna fare la follia di mettere nel "tetrabrick" vini da invecchiamento. Per il re¬ sto, come già capita per il latte, la scatola offre garanzie». Ma, pareri degli interessati e del tecnici a parte, la polemica continua. Non tutti ritengono che tre o cinque milioni di lattine di vino vendute In un anno significhino 11 successo; non tutti credono all', validità della scatola. C'è chi ai Jomanda come mal in America — Paese con ben minori inibizioni del nostro, e soprattutto aperto alle novità — nessuno per ora si è lanciato nel vino in lattine o nel vino in scatola. C'è chi ricorda che i fratelli Gallo, gli italo-americani che oggi sono i maggiori venditori di vino corrente In America, continuano a restare fedeli al recipiente di vetro. Al contrario da molte parti — per esemplo in Australia — si segnala che sono ormai in vendita vini per tutti 1 giorni in confezioni • tetrapack» da 5, 10 e anche 20 o 25 litri. La scatola di carta sta sostituendo, addirittura, la vecchia damigiana. Sandro Doglio

Persone citate: America ? Paese, Calisto Tanzi, Castellino, Franco Biondi Santi, Franco Tommaso Marchi, Gallo, Giacobazzi, Luciano Borghi, Pio Cesare Di Alba