Questione morale nell'era atomica
Questione morale nell'era atomica Il teologo Chiavacci a Torino Questione morale nell'era atomica TORINO — Un teologo al microfono parla, per le conferenze dell'Acl (Associazione culturale italiana), sul bene e sul male, ovvero su due grandi interrogativi che accompa- 'gnano da sempre la storia dell'uomo e l'accompagneranno chissà quanto ancora.' E' Enrico Chiavacci, toscano e sacerdote, scrittore e conferenziere, saggista e predicatore, uno di quei pensatori cattolici italiani apprezzato " per la sua scienza più all'estero che in patria dove per sua ammissione 'questi argo-* amenti sono poco affrontati a\ " livello scientifico*. Veniamo al tema della discussione: che si deve Intendere per «morale»? Dice Chiavacci: «Questione morale, bioetica, armi nucleari, pace, distruzione: tutti si sentono chiamati a valutare queste e altre simili scelte. Anche solo questo interrogarsi degli uomini impone il morale come problema*. Noi abbiamo coltivato per secoli la cultura del «morale» come fatto esclusivo del pensiero occidentale, In particolare ci siamo attenuti alle norme morali di derivazione cattolica o cristiana. Dal dopoguerra e specialmente negli ultimi tempi s'è .. capito che 1 confini vanno allargati: la morale va intesa come l'insieme delle norme che travalica le fedi religiose e le ideologie per diventare riferimento di tutte le culture (intese in senso antropologico). Un esempio? «La Carta dei diritti dell'uomo che tutti sono obbligati a riconoscere al di là del fatto che qualcuno possa disattenderne i principi*. «Morale» è anche la scelta di sintonizzare se stessi (l'Individuo) sulle necessità degli altri (il collettivo, 1 popoli): •Rispettare e servire l'altro come dato qualificante della mia esistenza*. Per il cristiano non è che l'applicatone, del primo dettato evangelico: *Ama il prossimo tuo*. Aggiunge Chiavacci: 'Parlare di morale vuol dire introdurre due distinti problemi: farci consapevoli del senso ultimo dell'esistenza e tradurre ciò nel concreto delle scelte costituenti la nostra vita. Tale mediazione fra l'assoluto e il contingente, fra l'eterno e la storia è perenne compito di ciascun singolo e della comunità umana*. Ottimista, il teologo Chiavacci? 'L'uomo moderno sta prendendo coscienza a tutti livelli come poche volte è accaduto in passato: interroga se stesso e trova seppure confusamente una risposta al proprio esistere riflettendo sulla condizione collettiva e complessiva dell'umanità in viaggio. Pensiamo a tutti quelli che oggi si preoccupano di come sarà l'uomo tra cent'anni: la riflessione su ciò non è sintomo di ottimismo? E non è ottimistico percepire la corresponsabilità che ani-, ma tanta gente, sotto tutte le latidudini, di fronte ai rischi reali del nucleare, della fame, della povertà?*. Chiaro che su questa strada è impossibile cristallizzare la norma morale: 'giacché il morale è un capitolo sempre aperto che deve adattarsi al mutare delle condizioni e dei tempi*. Pier Paolo Benedetto
Persone citate: Chiavacci, Enrico Chiavacci, Pier Paolo Benedetto
Luoghi citati: Torino
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