L'ex br Morucci piange caso
L'ex br Morucci piange caso Appello ai duri: «Nessuno può cantare vittoria» L'ex br Morucci piange caso DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — -Prima del sequestro — comincia a raccontare Morucci — ritenevo Aldo Moro uno del massimi nemici del progetto rivoluzionario. Poi, durante i 55 giorni, con quell'uomo ho visto nascere quasi un rapporto diretto. Leggevo molte delle sue lettere... lettere di un uomo che scriveva alla moglie, ai figli...-. Ed ecco che, di colpo, le parole cominciano a spezzarsi, il tono a farsi arrochito. Nessuno se l'aspettava: Valerlo Morucci piange. -Ho letto ancora quelle lettere dopo la morte di Moro — riprende l'imputato — una morte di cui in parte mi sentivo responsabile... certi filtri, certi schemi interpretativi che prima mi impedivano di vedere la realti, erano caduti. Nelle parole di Moro ho trovato il segno di una luciditi propria del pensiero conservatore. Moro si era reso conto di quanto si agitava dietro i movimenti del '68, capiva quanto lo Stato fosse carente rispetto alle tensioni sociali-, -Nessuno — conclude asciugandosi gli occhi — può cantare vittoria per l'esito di quella tragedia: è stata una vicenda che ha segnato l'imbarbarimento dello spirito nazionale, e non solo per l'attività delle Br. In quest'aula, in questo processo, ci sono tre dei quattro componenti quell'esecutivo che gesti in tutte le sue fasi l'operazione Moro. Adesso tutti tacciono, nsssuno rivendica più quei fatti... ecco cosa è rimasto del terrorismo di allora...-. La nona puntata della lunga deposizione di Morucci si conclude cosi, con l'imputato che nel pianto, più che una profonda commozione, sembra denotare un crollo nervoso, e con un appello lanciato a quelli che, dalle gabbie, continuano ad assistere impassibili al processo. La domanda che aveva provocato questa crisi era stata posta dall'avvocato Fortuna, patrono di parte civile per la moglie dello statista ucciso. Il legale aveva chiesto all'Imputato quale opinione, oggi, avesse dell'uomo che aveva contribuito a far uccidere. Il processo riprenderà lunedi con le ultime domande del difensori. Ieri, l'unica novità di rilievo ha riguardato ancora una volta 11 «commando., di via Fani. L'altro giorno, Morucci aveva escluso che ne avessero fatto parte la Faranda, Azzollnl e Cristoforo Piancone. Ieri, smentendo il pentito Enrico Fenzl ha escluso anche la partecipazione di Luca Nicolotti e di Riccardo Dura (ucciso un anno dopo nel covo genovese di via Fracchia). Ieri, dopo aver premesso che se Moro avesse avuto un'auto blindata l'impresa delle Br non avrebbe potuto aver luogo, l'imputato è tornato sull'argomento. La sentenza di primo grado indica sette componenti il commando: Moretti. Gallinai., Morucci, la Faranda, Azzollnl, Bonlsoli e Fiore. Il pentito Savasta ne accusa altri due: Barbara Balzeranl e Seghetti. -Dura — ha risposto Morucci — venne a Roma per partecipare ad una riunione in via Sabotino: avrebbe dovuto far parie del commando controllando l'incrocio tra via Fani e via Stresa. Poi però, esigenze di economia esclusero il suo inserimento, e lo stesso ruolo fu svolto dall'autista della "128" targata Corpo Diplomatico-.
Luoghi citati: Roma
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