Un fantasma nei corridoi del pel
Un fantasma nei corridoi del pel Alla vigilia del XXV congresso «Fabien» torna ad accusare Marchais di obbedienza a Mosca Un fantasma nei corridoi del pel DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Un fantasma si aggira nei corridoi semidesertidisertati del partito comunista francese. E' apparso alla televisione come una sagoma scura, irriconoscibile; parla, scrive, denuncia, polemizza, ha uno pseudonimo (Jean Fabien), ma nessuno o pochi sanno chi si nasconde dietro quell'ombra tanto loquace, prolissa, ìs'on è la trama dell'ultimo romanzo poliziesco parigino. E' una vicenda politica bizzarra che interessa gli editori (Jean Fabien è autore di un libro), appassiona i giornali e innervosisce i dirigenti del pcf. II quotidiano ufficiale del partito, l'Humaniti, ha scritto ieri che si tratta di un «Fantomas demente dell'anticomunismo». Tutto è cominciato in novembre, quando un piccolo editore, Olivier Orban, ha pubblicato un volume, «Kremlin-Pcf», firmato con uno pseudonimo simbolico (Colonel-Fabien era il nome di bat¬ taglia di uno dei primi martiri comunisti della Resistenza), in cui si descrivono i rapporti tra Mosca e il pcf, durante la crisi cecoslovacca del '68. Il libro non contiene rivelazioni. Ma i commenti c i fatti raccontati sono ispirati, secondo l'autore, dal diario di un noto dirigente defunto del partito, Jean Kanapa. Il caso fece scalpore anche perchè «Jean Fabien» dette un'intervista alla televisione. Appari sugli schermi come una macchia scura. La sua voce era chiaramente deformata. Una parete lo separava dai giornalisti che l'interrogavano. Una trovata pubblicitaria? Un oppositore interno del pcf che voleva denunciare i contorti, difficili rapporti tra il Cremlino e i dirigenti comunisti? Oppure una manovra machiavellica di quest'ultimi, assuefatti alle trame e ai segreti? Nessuno è riuscito per ora a svelare il segreto. Ed ecco che «Jean Fabien» si rifa vivo, a soli sci giorni dell'apertura del XXV Congresso, convocato nel pieno della crisi del partito, ridotto alle ultime elezioni europee a un modesto undici per cento, il più basso quoziente ottenuto dalla fine della guerra. Quello che era il «primo partito di Francia» e il più prestigioso pc dell'Europa Occidentale, è allo sbando: perde iscritti ed elettori, i giovani operai gli girano le spalle, il segretario Generale viene apertamente contestato, e, fatto senza precedenti, tre federazioni (Hautes-Alpes, HauteVienne, Corse-du-Sud) hanno bocciato i documenti precongressuali della direzione. In questo clima di débàcle, che Georges Marchais cercherà di mascherare dando toni trionfalistici all'assemblea del partito riunita nella periferia parigina, «Jean Fabien» è riemerso con un lungo articolo polemico e due inediti, pubblicati sul settimanale l'Express. Nel primo il fantasma nega di essere uno strumento della direzione. Si presenta come un militante che auspica «una vera indipendenza del partito» nei confronti di Mosca. E per questo, nei due documenti che seguono, racconta gli agitati rapporti tra il pcf e il Cremlino, negli anni '76-'77, quando Georges Marchais predicava gli effimeri principi dell'eurocomunismo. In una lettera indirizzata ai compagni francesi, il partito comunista sovietico rimprovera al pcf di attaccare violentemente l'Urss secondo i criteri della propaganda borghese. Il messaggio di Mosca, rivelato da «Jean Fabien» e pubblicato daWExpress, sarebbe stato effettivamente letto dal defunto Jean Kanapa al Comitato Centrale nel 1977. Un richiamo all'ordine rivolto agli insubordinati francesi, che pochi mesi dopo avrebbero rotto l'Union de la Gauche,' l'alleanza con i socialisti, per riprendere la polemica contro Francois Mitterrand, poco gradito al Cremlino. «Jean Fabien» sostiene nell'articolo di presentazione che il pcf, otto anni or sono, si piegò di nuovp alla volontà di Mosca, rinunciando all'autonomia conquistata e predicata durante la breve parentesi eurocomunista. Questa affermazione lascia trapelare che sette anni dopo, nel luglio '84, il pcf decise di abbandonare il governo a maggioranza socialista per gli stessi motivi. Per la verità gli inediti di «Jean Fabien» non contengono grandi rivelazioni. Di lettere come quella del '77 al pcf, Mosca ne ha spedite tante. Di' inviti e avvertimenti del genere in via delle Botteghe Oscure ne sono arrivati parecchi negli ultimi anni/ Ma forse per molti comunisti francesi abituati ai segreti, duel che dice il fantasma costituisce una novità! b. v.
Luoghi citati: Europa Occidentale, Francia, Mosca, Parigi, Urss
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