Sulle vìe di Sendero Luminoso di Igor Man

Sulle vìe di Sendero Luminoso Sulle vìe di Sendero Luminoso Ad Ayacucho, l'«angolo della morte», i «Terrucos» hanno proclamato una tregua per l'arrivo del Papa - In un Paese dominato da miseria e corruzione, è difficile, dicono i gesuiti, «scegliere tra guerriglia e democrazia delle pance vuote» - L'episcopato diviso sulla «Teologia della Liberazione» In lingua quechua Ayacucho vuol dire «angolo della morte*. Nella zona della città andina, famosa per essere la culla del movimento rivoluzionario «Sendero Luminoso», si ha un delitto ogni cinque ore. «La persona che muore è vittima della violenza», si legge nel recente rapporto redatto da una speciale commissione del Movimento internazionale dei giuristi cattolici. Violenza del guerriglieri; violenza della polizia; violenza dell'esercito. I «Terrucos» (peggiorativo di terroristi) sono bene armati al punto che potrebbero conquistare Ayacucho sempreché i vari gruppi si mettes¬ sero d'accordo. Se la guerriglia peruviana non ha finora rovesciato II regime democratico-liberale del presidente Belaunde, ciò si deve, appunto, ai feroci dissidi, alle correnti che squassano il mar dei sargassi dell'insurrezione. Quella in Perii sarà la sosta più lunga e più difficile dell'attuale »pellegrinaggio» di Giovanni Paolo II in America Latina. In un Paese già sinonimo di opulenza, regna la miseria, domina la corruzione, Imperversa il terrorismo e sempre più respiro prende quella Teologia della Liberazione che proprio nel sobborghi dt Lima ebbe, quindici anni fa, il suo battesimo. Dicono i gesuiti: «Non si può costringere la gente a scegliere tra 'Sendero Luminoso» e la democrazia delle pance vuote» e citano dati che fanno riflettere. Quando, nel 1980, a fine maggio, Belaunde Terry, architetto gentiluomo, tornò al potere dopo 12 anni di regime militare, molte speranze si accesero nel Paese. Il programma di Belaunde sembrava efficace nella sua semplicità: aumento della spesa pubblica per creare un milione di posti di lavoro; restituzione ai privati delle Imprese naeionallzeate dai generali; un monetarista, Ulloa, alla testa dell'economia; qualche esonero fiscale; un po' di debito estero e tanta ipuona volontà. Ma anno dopo anno i proventi delle esportazioni (rame piombo argento foglie di coca) hanno sofferto i duri ribassi dei corsi Internazionali. Oggi rappresentano l'8 per cento del prodotto nazionale, ti 50% degli Ingressi valutari ma solo il 2% dei posti di lavoro. Un tentativo di aprire agli investimenti americani il settore minerario è stato soffocato dai militari che da sempre strizzano l'occhio alIVrss. L'attività economica del Perù è per l'80% concentrata a Lima dove il malcontento dei lavoratori e del miserabili (si calcola che ci siano centomila prostitute) è esploso più volte fino a costringere il governo a Imporre lo stato d'emergenza. Da Villa el Salvador, Il quartiere più popolare dt Lima, ad Ayacucho (dove II Papa celebrerà domenica la Messa) si sgrana un rosario deprimente: un medico ogni dtclottomlla abitanti, solo 3 Indtos su dieci parlano lo spagnolo. Vita media: 45 anni. Inflazione oltre II 40%; ti prodotto lordo diminuito del 7% nell'84, debito estero che sfiora i 15 miliardi dt dollari, il che vuol dire che ogni indio dell'altopiano deve alle banche nordamericane una somma pari a quel che guadagna in venti mesi. In aprile ci saranno le elezioni e dovrebbe vincere l'Apra, Alleanza popolare rivoluzionaria, nella persona dell'avvocato Alan Garda, un bel ragazzo di 36 anni, socialdemocratico e pragmatico. «Abbiamo perso dieci anni, slamo ai livelli del 1973-, dice Garda. «Occorre rifondare il Paese». Ben detto, ma bisogna fare t conti con alcuni esponenti del vecchio populismo castrense. Sempre secondo i gesuiti, «la tentazione di un recupero dell'ala militare diventa sempre più forte, almeno In certi ambienti vicini alla presidenza». Si aggiunga che la Casa Bianca è decisa a chiedere al Congresso il raddoppio degli aiuti militari al Perù «per risolvere gravi difficoltà interne». Epperò, osserva l'avvocato Garda, il problema della guerriglia non si risolve con brutali azioni di polizia, con la tortura come finora è stato fatto, ma incidendo nel tessuto sociale con un'arma vigorosa: le riforme. Ma ci vuole una enorme volontà politica per imboccare la via riformistica. Senza contare che le riforme non potranno arrivare dappertutto. Per esempio sul¬ le Ande, dove gli indtos Uanhas e Chankas si portano dietro un odio culturale per tutto ciò che è «straniero». Anche il Papa verrà considerato alla stregua di uno «straniero»? Niente affatto: tanto per cominciare i guerriglieri di «Sendero Luminoso» hanno annunciato una tregua. Ma a parte il .pellegrinaggio» la tappa peruviana è fondamentale: si tratta, per Giovanni Paolo II, di fare il punto, una volta per tutte, sulla Teologia della Liberazione, che tanto sembra angustiarlo. Nel 1968, a Medellin (Colombia), un giovane teologo peruviano. Gustavo Gutlerrez, • presenta all'assemblea episcopale un rapporto intitolato 'Teologia dello Sviluppo», diventata «dopo matura riflessione», Teologia della Liberazione. Da allora ne ha fatta di strada questa teologia ch'è, secondo il cardinale Ratzinger, «rilettura in chiave selettiva, marxista, della Bibbia»; teologia colpevole, in più, di opporre «la Chiesa dei poveri, la Chiesa di base, autentico popolo di Dio» alla gerarchia romana. L'episcopato peruviano 6 diviso, e non sarà facile anche per un uomo come Woytjla armonizzare i punti di vista, ottenere obbedienza assoluta. Quel che inquieta Giovanni Paolo II è la contestazione della Istituzione ecclesiastica da parte di quella Chiesa ch'egli definì «popolare» all'epoca del suo viaggio ai Camiti. Il Papa è troppo avvertito per rimettere in questione «l'opzione in favore dei poveri» riaffermata a Pueblo, nel 1979. Ma denuncerà con vigore la «Chiesa popolare e deviazionista» che pretende di operare in piena autonomia da Roma. Con quali risultati? In questo interrogativo è il senso storico del viaggio del Papa in Perù. Igor Man

Persone citate: Alan Garda, Giovanni Paolo Ii, Medellin, Ratzinger, Ulloa

Luoghi citati: America Latina, Ayacucho, Colombia, Lima, Perù, Roma, Salvador