Citibank guida una cordata per lo zucchero

Citibank guida una cordata per lo zucchero Il piano per ristrutturare il settore è stato presentato ieri al ministro Pandolfi Citibank guida una cordata per lo zucchero Prevista la creazione di una società che rileverebbe gli otto stabilimenti Montesi e i quattro della Mantidi pagandoli 95 miliardi - Ci sono due progetti alternativi: uno delle cooperative della Lega, il secondo di un gruppo di imprenditori veneti MILANO — Il progetto della Citibank per la ristrutturazione dell'intero settore saccarifero italiano è venuto alla luce ufficialmente ieri a Roma, quando il ministro dell'Agricoltura Pandolfi ha ricevuto 1 rappresentanti della banca americana per esaminare le proposte. •E' chiaro che Citibank non agisce in proprio ma rappresenta un gruppo di imprenditori italiani e esteri del settore saccarifero che intendono porre ordine a un'attività industriale sino ad oggi confusa e irregolare — ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa tenuta a Milano 11 direttore generale dell'Eridanla, Renato Picco —; ovviamente anche l'Eridania, che è il primo produttore nazionale di Bucchero con il 40% del mercato, è interessata al progetto, ma qualora questa sua disponibilità venga interpretata come un ostacolo o una interferenza la società è pronta a ritirarsi'. Di progetti per la ristrutturazione del comparto saccarifero ve ne sono tre. per la verità, e tutti si ricollegano alla necessità di sistemare i due gruppi industriali del Nord. Maraldi e Montesi in gestione commissariale, 11 primo da 5 e il secondo da 3 anni. SII progetto della Citibank prevede la costituzione di una società controllata pariteticamente tra industriali saccariferi italiani e esteri (•Ma se la controparte è d'accordo VEridania potrebbe anche presentarsi da sola», ha affermato Picco) e la Finbieticola, finanziarla che raccoglie le varie associazioni di bieticoltori, cioè gli agricoltori che producono la materia prima, più le due cooperative di produzione del settore. Questa nuova società rileverebbe dai commissari tutti gli otto stabilimenti della Montesi e 1 quattro della Maraldi per la somma di 95 miliardi: sette verrebbero chiusi perché antieconomici, due moderni ceduti all'Erldania per 55 miliardi in cambio di altri due di proprietà dell'azienda genovese. In pratica degli attuali 25 stabilimenti saccariferi operanti nella Padania ne resterebbero in funzione 18, dei quali 10 posseduti dall'Eridanla, 5 dalla nuova società tra imprenditori e Finbieticola, 2 dalle cooperative e l'ultimo dalla Sfir. Successivamente lo Stato contribuirebbe attraverso la finanziaria del settore Ribs a ristrutturare gli impianti con 150 miliardi. Infine ogni stabilimento potrà operare raccogliendo le bietole di un solo comprensorio di 9-10.000 ettari, riducendo in tal modo gli ingenti costi di trasporto. Il secondo progetto è quello avanzato dall'Anca, l'Associazio¬ ne delle cooperative agricole aderente alla Lega. L'Anca, che proprio ieri con un comunicato ha fatto sapere di non voler essere tagliata fuori dalla ristrutturazione in atto, prevede non solo di non chiudere gli impianti che il progetto Citibank ritiene obsoleti e antieconomici, ma la riapertura di quelli chiusi grazie al ricorso a crediti della Ribs, del Fondo bieticolo, delle regioni e altri contributi a tassi agevolati. Infine c'è 11 progetto della Oisi, una società patrocinata da imprenditori veneti guidati dal presidente della associazione industriali di Padova, Angelo Ferro. La Oisi, che contesta 11 plano Citibank, parte dal presupposto che non venga disperso 11 patrimonio industriale veneto (rap¬ presentato dagli impianti ex Montesi) e prevede interventi nelle aree del Veneto con una parziale ristrutturazione. Sulla carta i tre progettisi presentano con impostazioni diverse: 11 primo, visto in un'ottica imprenditoriale, punta alla soluzione della crisi nazionale, mediante l'ascesa di un solo grande produttore, l'Erldania, che controllerebbe oltre 11 50% del mercato con tutti 1 problemi del caso e li coinvolgimento nell'operazione del bieticoltori, che in tal modo si adeguerebbero alle indicazioni dell'industria senza più frapporre ostacoli. Il secondo, quello della Lega, mira a salvaguardare l'occupazione e l'Integrità economica delle organizzazioni cooperative forti nell'area di produzione delle bietole, cioè Veneto, Emilia e Marche, senza però tenere in eccessivo conto le dinamiche del mercato. Il terzo, quello degli imprenditori veneti, si basa su un'ottica regionale ritenuta non più adeguata alla dimensione del problema che Investe ormai l'intera struttura saccarifera del Paese. Gianfranco Modolo

Luoghi citati: Emilia, Marche, Milano, Padova, Roma, Veneto