Ripresi a Vienna i negoziati sulle truppe dei due blocchi

Ripresi a Vienna i negoziati sulle truppe dei due blocchi Ripresi a Vienna i negoziati sulle truppe dei due blocchi I delegati sembrano voler seguire un vecchio copione: accuse e controaccuse sull'entità delle forze in campo - Mosca mette nel conto anche gli euromissili VIENNA — La ripresa del negoziati di Ginevra tra le due superpotenze aveva fatto sperare, almeno da parte occidentale, In una possibile uscita dall'impasse delle trattative sulla riduzione delle forze convenzionali nel Centro-Europa (Mbf r) che si sono riaperte ieri a Vienna. Nato e Patto di Varsavia si sono ritrovate di fronte nella 'RedoutensaaU dell'ex palazzo imperlale della Hofburg — teatro, U 18 giugno 1979. della firma dei -Salt 2- sulla limitazione degli armamenti strategici tra Carter e Breznev — nella 386" seduta plenaria della 35* sessione di questo forum entrato ormai nel dodicesimo anno di vita Al termine della prima riunione dopo la pausa natalizia si è assistito, come da copione, alle consuete accuse e controaccuse dei portavoce delle due parti. E se l'ambasciatore tedesco-occidentale Josef Hollk si è lasciato andare a un sia pur cauto ottimismo, il delegato sovietico Valerlna Mlchallov ha ribattuto che non vi è 'alcun passo avanti- e ha di nuovo accusato gli occidentali di voler allungare i tempi della conferenza per procedere a un ulteriore rafforzamento militare. Considerata fin dal suo inizio — il 30 ottobre 1973 — un anello di congiunzione tra Est e Ovest, la conferenza •Mbfr» ha saputo resistere ai più delicati momenti di crisi internazionale, pur non riuscendo a trovare una coesione all'interno dei due schieramenti contrapposti: da una parte dodici Paesi della Nato, di cui sette 'direttamente interessati', cioè con truppe dislocate sul proprio territorio (Usa, Canada, Gran Bretagna, Rfg, Belgio, Olanda e Lussemburgo) e cinque non «a titolo pieno- (Danimarca. Grecia, Italia, Turchia e Norvegia), dall'altra sette Paesi del Patto di Varsavia, quattro 'direttamente interessati' (Urss, Cecoslovacchia, Rdt e Polonia) e tre • non direttamente interessati- (Bulgaria. Romania, Ungheria). Se da parte orientale sf è posto l'accento negli ultimi tempi sugli -inquietanti preparativi di guerra- della Nato — dislocamento dei -Pershing- e •Cruise- in Europa —, gli occidentali hanno sempre rimproverato alla controparte di non voler prendere in considerazione la richiesta della Nato di stabilire la consistenza attuale delle forze del Patto di Varsavia in Europa centrale. Attualmente, 1 colloqui sono arenali su una proposta occidentale del 19 aprile dell'anno scorso — considerata • un passo indietro- dalla controparte che si rifiuta persino di discuterla — secondo la quale, nel conteggio dell'attuale livello delle forze in campo cui andrebbero applicale le riduzioni, bisognereb¬ be considerare solo le forze da combattimento e le loro unilà d'appoggio, senza tener conto delle formazioni di sussistenza. Ma non è soltanto sul numero che si discute senza risultali concreti da dodici anni. I Paesi del Patto di Varsavia insistono, infatti, sulla necessità che. slmullaneamente alla riduzione delle truppe dei due blocchi al Centro Europa, si proceda anche alla riduzione degli arsenali militari Soltanto un esito positivo del secondo round di colloqui Usa-Urss in marzo a Ginevra potrebbe finalmente aprire una via finora senza sbocchi ai negoziati viennesi. Roberto Papi

Persone citate: Breznev, Cruise, Josef Hollk, Roberto Papi