Craxi per evitare il referendum punta smI contratto degli statali

Craxi per evitare il referendum punta smI contratto degli statali Riunione con De Michelis e Gaspari; vuol convincere Confindustria e sindacati a trattare Craxi per evitare il referendum punta smI contratto degli statali ROMA — Craxi sta valutando la possibilità di un'iniziativa che consenta di evitare il referendum comunista sulla scala mobile. Convinto che la condizione essenziale sia un'intesa tra le parti sociali per la riforma del salarlo, il governo favorirà un incontro, senza esserne protagonista; contemporaneamente potrà intervenire per una revisione del sistema di indicizzazione nel settore pubblico in vista della scadenza dei contratti fissata per il 30 giugno. Un accordo per i quattro milioni di pubblici dipendenti creerebbe condizioni più favorevoli per la revisione nel settore privato. Il presidente del Consiglio ne ha parlato con i ministri della Funzione Pubblica, Gaspari, e del Lavoro, De Michelis, ma non ha preso ancora nessuna decisione. Intanto, nonostante le consistenti differenze fra le tre proposte elaborale da Cgll, Cisl, UH, nel corso di una grande manifestazione unitaria svoltasi Ieri a Roma (un'altra, non meno importante si è tenuta a Torino, mentre altre sei interregio¬ nali sono previste per oggi) Lama, Marini e Veronese hanno sottolineato con enfasi la necessità di riaprire con urgenza 11 confronto nel sindacato per un'intesa che scongiuri 11 referendum. Per salarlo e scala mobile ci sono senza dubbio punti di convergenza (cadenza scatti, paniere, decimali ecc.) che si scontrano con una secca frattura su uno degli aspetti principali dell'operazione: il grado di copertura da assegnare al nuovo sistema di in¬ dicizzazione e, di conseguenza, lo spazio maggiore o minore da lasciare libero per la contrattazione. Non meno rilevante la spaccatura sull'orario di lavoro e l'occupazione: la Cisl chiede una riduzione generalizzata dell'orarlo e subordina la vertenza sul salario alla questione centrale dell'occupazione; la Cgil è contrarla a riduzioni generalizzate sostenendo l'esigenza di contrattare le riduzioni a livello di settore, di azienda e di reparto rispetto alla Uil che suggerisce un accordo quadro per riduzioni non generalizzate. Ad alcune critiche di Marini, Lama ha ribattuto che la proposta della Cgil sul salario *è logica, non demagogica*: un'indicizzazione adeguata del salarlo deve esserci perché in caso contrario si assisterebbe ad ujia rincorsa selvaggia ai recuperi salariali. Nello stesso tempo, una riduzione d'orario generalizzata ottenuta con una trattativa centrale non si tradurre b- be in aumento dell'occupazione, ma in una crescita dello straordinario. Più o meno la stessa tesi per l'orario è stata sostenuta da Veronese della Uil. Sulla proposta Cgll per la scala mobile una valutazione non sfavorevole è stata espressa da Laghi, della Cisnal: «£' la più vicina alla nostra, perché non propone un ulteriore abbassamento del grado di copertura, come fanno Cisl e Uil, ma lascia insoluto il nodo della professionalità*. Un giudizio negativo è venuto dalla Confindustria. L'ipotesi di Lama, ha osservato il direttore generale Annibaldi, ha contenuti economici forse mirati ad impedire il referendum, ma certamente lontani dal rispetto delle compatibilità generali che sono quelle di un contenimento della dinamica del costo del lavoro. La Confcommerclo non si è ancora pronunciata, ma ieri ha deciso di continuare a pagare con riserva 1 punti di contingenza contestati a causa del decimali e di confermare la sua disponibilità ad esaminare con 1 sindacati 11 problema del costo del lavoro. Gian Carlo-Fossi

Luoghi citati: Laghi, Roma, Torino